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mercoledì 18 marzo 2009

ALTAVILLA. MESTIERI ARTI E PROFESSIONI negli anni '50

MESTIERI ARTI E PROFESSIONI negli anni '50

di Carmine Senatore

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Parlare di mestieri,arti e professioni di un determinato periodo storico significa mettere in luce l’economia e la cultura di una comunità. Infatti , evidenziare i mestieri prevalenti in un determinato periodo significa far vedere come era orientato l’economia e il risparmio della gente del tempo. Il tipo dei mestieri , come la qualità , che ne indicava la propensione a diventare arte, ne era la dimostrazione ,così come Il numero e il tipo dei professionisti e ne rappresentava la cultura . Ricordarli mi ha offerto l'occasione per superare gli schemi classici della narrazione della storia locale e per acquisire il rispetto e la valorizzazione del patrimonio locale attraverso l'approfondimento e la rivisitazione del passato.

Il mestiere più esercitato era quello del muratore e del falegname, che erano due mestieri strettamente connessi ed orientati ad avere una casa per proteggersi. Alla costruzione della casa era orientata la gran parte dei risparmi. Il materiale più usato erano i blocchi di arenarie,che era parte rocciosa in strati e banchi presente nelle formazioni rocciose del mio paese. Le fondazioni degli edifici , il più delle volte , erano poste direttamente sui blocchi di arenarie affioranti. Era una pietra che si lavorava facilmente e coperta con malta conferiva alla casa una buona protezione dal freddo e dall’umidità,invece , fortemente erodibile se scoperta di intonaco. La gran parte dei portali, compresi quelli delle chiese, era formata da tali materiali. E questo ne spiega come buona parte di essi ,per effetto della erosione, si stia nel tempo sgretolando. Legati all’attività di costruzione erano i cavatori di pietra e gli scalpellini. Ve n’erano alcuni particolarmente esperti di tradizione familiare, nel senso che il mestiere veniva trasmesso da padre a figlio. Modellare invece la pietra era compito dello scalpellino. Per la verità questi erano pochi. Il che dimostrava la scarsa propensione al decoro della propria casa, della quale, più che la bellezza , si riconosceva il valore pratico della protezione. Erano mastro muratori :mastro Antonio Mazzeo, mastro Leopoldo Senatore, mio padre, e mastro Pasquale Zunno (coppia inscindibile), mastro Antonio Mangone, mastro Tanuccio Peduto, mastro Manuccio Brenga, mastro Antonio Mangone, mastro Carmelo Sacco, mastro Adolfo ed Attilio Senatore. I mestieri erano trasmessi da padre in figlio e vi erano famiglie intere,i n cui i maschi esercitavano lo stesso mestiere. Erano muratori Alfredo Senatore ,mio zio, e i numerosi figli di Carmelo Sacco .Così lo stesso mestiere era stato esercitato anche dai loro padri e i loro figli hanno lavorato per una parte della loro vita con i loro padri (cosa che è capitata anche a me).Tra i mastri falegnami Michele ed Aniello Mazzeo, mastro Alfonso Portanova , che durante le feste pasquali, costruiva le “tranule”,la famiglia di Pasquale Marra…. Poi Alberto Zunno e Sambroia e più di recente mastro Dinuccio Mazzeo, che in seguito diventerà poliziotto, mastro Ciccio Criscuolo (Battilocchio)…E poi gli imbianchini rappresentati da Ciccio ,Salvatore e Corrado Iorio,Emilio Giannella, ottima voce e cantore delle più belle melodie d’allora. Quella dei Giannella era una famiglia fortemente vocata al canto. Infatti Alfredo Giannella , fratello di Emilio, era stato selezionato ed assunto nel Coro e dell’Opera di Roma. Allievo di Emilio Giannella :Carmelo Cembalo….. E ancora Sisinio Caramante. Questo mestiere aveva una sua impennata di lavoro, nel periodo pasquale durante il quale si faceva un’imbiancata generale alle case. Cavatori di pietra , quasi tutti i membri della famiglia Poppiti. Scalpellino di buon valore era Alfredo Salerno , il suonatore di tamburo della banda “Rossini”. Legata , alla edilizia del tempo, era i geometri, i quali oltre ad interessarsi dei progetti delle case , erano soprattutto “agrimensori” .Tra i più quotati erano Pasquale Belmonte e Pasquale Perito ;… e poi Peppino Cennamo. I progetti delle case erano direttamente fatti dai muratori su indicazione dei proprietari. Nessuna legge edilizia e nessun vincolo, se si escudono le imposte sui materiali. Ognuno costruiva come voleva e dove poteva. Vi era poi qualche estimatore dei fondi rustici per valutarne il valore. Tra essi ,stimato e ritenuto oggettivo nella valutazione,il padre di Amedeo Cennamo. Gli elettricisti: i Nigro e Sabatino….. Per gli utensili della casa ,gli stagnini: Donato Laurino ,per i contenitori dell’olio, e Peppe Di Matteo soprattutto artigiano abilissimo nel lavorare la “rame rossa”, la cui batteria di pentole era corredo obbligato delle spose. Per la cura della persona i barbieri. La esercitavano: mastro Alberto Belmonte, Ciccio Grimaldi e Ciccio Bufano, Agostino Guerra , Agostino Di Masi, poi emigrato in Belgio. Più numerosi , se non altrettanti , i calzolai. Tra essi Antonio Di Matteo, Alfredo Di Matteo, Guglielmo Agresti,Antonio Marra, Nicola Guerra. Tipografo ( erano di sua fattura i manifesti elettorali e gli annucci mortuari ) Giovanni Cennamo, che era anche redattore di diplomi e altri certificati che venivano poi validati dal notaio Mottola, prima Don Ciccio e poi il figlio Don Giovanni . Infine, “dulcis in fundo”, i pasticcieri . Il “caffettiere”, con le sue “castagnole e “ i “sorbetti di Campagna”, Iorio e il figlio Arnaldo, Angelina Molinara, la madre dell’ex sindaco Arduino Senatore, Gigino Cantalupo “u poponzio”, ne erano i validi rappresentanti . La loro bontà e magnificenza erano mostrate durante i matrimoni, i cui festini si svolgevano in casa accompagnati da musiche e balli suonati da orchestrine ,i cui membri erano i giovani d’allora , abili suonatori di tromba, chitarra e fisarmonica. Chi non ricorda Mario Di Matteo,alla tromba, Giuliano De Rosa e Carmine Francione, alla fisarmonica, Emiddio Mangone alla chitarra ? E ancora prima , l’orchestrina dei Mazzei, i figli del “cavaliere”, giovani studenti con la voglia di fare musica e divertirsi.

Le professioni del tempo erano rappresentati soprattutto dai maestri elementari. L’obbligatorietà dell’istruzione e il compito assegnato ad essi dal Fascismo , ne aveva accresciuto il numero e oil prestigio. I maestri del tempo : Ninetta Belmonte e il fratello Nando, Guerra Beniamino, Cecchino Di Verniere, Vincenzo Morrone,mio maestro, il fiduciario, Alfonso Scarsi, la moglie Guerra Elvira, Paolo Tesauro Olivieri e la moglie sig.ra Giovine, Antonino Di Matteo, Giovanni Sambroia (poi segretario). Vi erano poi gli impiegati comunali, tutti nel palmo di una mano(!...): Osvaldo Baione, Arturo Ferrara, Oreste Gallo, Giacomo Baione. Allora: efficienza e rapidità…. Vi era qualche avvocato, tra questi Don Amadeo Mazzei ,Attilio Guerra, e,ai tempi della mia giovinezza, Rocco Morrone, le cui “impudenze legali” ne avevano ritardato la carriera professionale . Cause e contrasti venivano risolti bonariamente tra le parti, per cui la professione non era sufficiente per dare un reddito adeguato. Così vi era qualcuno, che pur essendo laureato in legge, Beniamino Guerra, diventava maestro dopo aver conseguito il diploma. Alcuni giovani si davano alla carriera militare , sia in marina che nell’esercito, e ne diventavano ufficiali. I professori di scuole medie superiori erano pochi e si potevano contare sulle dita di una mano. Tra essi Rosario Gallo ,professore di latino e greco. Qualche eccellenza tra gli studenti universitari: Gino Criscuolo, studente alla Normale ,laureatosi in fisica. Tanti gli studenti :gran parte arrestatisi per la severità degli studi del tempo. Notaio e “ deus ex machina” : Ciccio Mottola,la cui pensione intorno agli anni ’50 si aggirava intorno a £ 101.000 al mese, che veniva ritirata regolarmente dal fattore , zio Martino.

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