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mercoledì 19 novembre 2014

La sagra della perla bianca festeggia i suoi 32 anni
Ai piedi dei Monti Alburni, a pochi passi dalle Grotte di Castelcivita e dal fiume Calore, il piccolo paese di Controne si prepara ad organizzare la trentaduesima Sagra del Fagiolo. Il pregiatissimo legume coltivato a Controne ha alle spalle una lunga storia cominciata dalla donazione del seme da papa Clemente VII all’Abate di Controne nel XVI secolo. Da allora i Contronesi hanno tramandato e coltivato con dedizione il prezioso dono. Oggi i Fagioli di Controne sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo per le particolarità che li rendono unici. Come ogni anno la Sagra si svolgerà l’ultimo fine settimana di novembre, e precisamente, sabato 29 e domenica 30. La sagra sarà inaugurata, con l’apertura delle taverne, alle ore 17.00 di sabato; la domenica le degustazioni dei piatti cominceranno alle ore 12.00 per terminare a tarda serata. Le taverne saranno sette e prepareranno i seguenti piatti: pasta e fagioli, scarola e fagioli, salsiccia e fagioli, pasta e fagioli con funghi porcini, pasta e fagioli con cozze, lagane e fagioli. Al pranzo della domenica, la Taverna della scarola e fagioli preparerà, invece, il piatto di Bertoldo: rape e fagioli che sarà distribuito ai ragazzi al di sotto dei 14 anni gratuitamente. I fagioli e l’olio extra vergine d’oliva che le taverne utilizzeranno per la preparazione dei piatti saranno rigorosamente di produzione contronese. Lungo le vie del paese si alterneranno vari punti vendita dove sarà possibile acquistare i fagioli direttamente dai produttori di Controne. La degustazione dei fumanti piatti sarà accompagnata da musiche e canti popolari tra il calore dei falò e l’ospitalità dei Contronesi. Il Comune di Controne, per agevolare i parcheggi e lo scorrimento del traffico, ha individuato nel campo sportivo una grande area parcheggio, collegata al paese da navette gratuite; inoltre consiglia ai visitatori di percorrere la strada statale 19 per entrare in paese e la strada provinciale 211345 per uscirne, onde evitare intralci, come da segnaletica predisposta.
Controne vi aspetta numerosi!

domenica 16 febbraio 2014

Altavilla, paese di canti e musica da oltre cinquant’anni. La guerra del 1977



Altavilla, paese di canti e musica da oltre cinquant’anni. La guerra del 1977
L’inno paesano del professore Giuseppe Sacco resiste alla sfida del tempo grazie a Iolanda Delli Paoli

“Altavilla, Altavilla/ Paese di canti e musica/ Ti vede illuminata il marinaio/ Ti ammira verso il cielo la pianura/ Chi ha incontrato in te/ Un grande amore/ Non lo può scordare/ E star lontano”

Nel 1957 cosi recitava la canzone prima classificata al I festival della canzone altavillese. Scritta dal veterinario Sacco e musicata dal maestro Alessandro Di Verniere, la canzone ebbe subita un gran successo e fu cantata da tutti gli altavillesi e divenne il simbolo della piccola cittadina. Recentemente dal gruppo”Altavilla viva in Brasile” sotto la presidenza del nostro concittadino Ezio Marra,la canzone è stata registrata da una cantante professionista, la cilentana Iolanda Delli Paoli, ed è diventato l’inno ufficiale dell’Associazione. Sotto l’egida dell’azione cattolica, viene organizzata anche nel nostro paese il I° festival della canzone altavillese. Professionisti e cittadini comuni, poeti in erba, e maestri e intenditori di musica, vengono messi a dura prova nella composizione. Attilio Senatore, Giuliano De Rosa, il veterinario Giuseppe Sacco, Alessandro Di Verniere, il maestro Suozzo sono gli artefici del festival. Il tifo della cittadinanza , per l’una o l’altra canzone assume “una febbre “ che poco a poco coinvolge tutta la comunità cittadina. Organizzatore e presentatore della manifestazione è Manuccio Di Lucia, giovane studente universitario in giurisprudenza, abile nell’eloquio e padrone dei mezzi espressivi. Le voci di Emilio Giannella ,quella di Attilio Senatore , di Bruno Mazzeo e Giuliano de Rosa danno al festival un’eco che rimarrà nel tempo. Tutte le canzoni del festival vennero registrate su un registratore “Geloso” a nastro,uno dei primi prototipi del tempo. Due giovani, parenti di Duccio Baione, provenienti da Roma,sono i tecnici del suono. Per molti settimane le canzoni vengono cantate e i motivi,anche se accennati, diventano patrimonio di tutta la comunità cittadina. Vent’anni dopo si svolse il secondo festival della canzone altavillese, realizzato dal circolo culturale "tre torri" si svolse, più o meno dicembre 1977, nella sala "La cisterna" di Altavilla. Una trentina le canzoni in in gara, con due serate di eliminatorie e una serata finale. " O cane e mast'andrea" di Manuccio o tabaccaro di Cerrelli e " Altavilla tutto questo sei tu", quest’ultima presentata come di autore anonimo, in quanto quest’ultimo, Davide Pacifico, in quegli anni impegnati si vergognava di aver scritto una canzonetta. “Non ricordo il titolo della canzone vincitrice insulsa ancora più della mia, mi spiace. Quello che ricordo – racconta Davide Pacifico - è che la mia canzone fu oggetto di discriminazione da parte dei benpensanti in giuria. Pur avendo superato in semifinale la canzone poi vincitrice e anche la seconda classificata,in finale arrivò terza e provoò una piccola sollevazione fra il pubblico che la voleva vincente. Ma a quell'epoca una canzone scritta da uno di Lotta Continua (nel frattempo purtroppo qualcuno aveva svelato l'identità dell'autore)e cantata da ragazzi coi capelli lunghi, tutti vicino a quell'area politica, non poteva vincere un festival organizzato da Gerardo Di Verniere”. Il festival ebbe un altro strascico. Giovanni Verrone, redarguito dal papà Antonio (proprietario del locale, la mitica “Cisterna”) per aver partecipato alla protesta scappo' di casa e fu poi recuperato – dagli amici - sul lungomare salernitano dopo due giorni. Un bel casino vero per una semplice canzonetta.


Carmine Senatore e Davide Pacifico

Bruno Mazzeo, maestro – giornalista, cantante e sindacalista




Bruno Mazzeo,  maestro – giornalista, cantante e sindacalista
di Carmine Senatore

Bruno Mazzeo nasce alla fine degli anni venti (il  1928), secondo di sei figli , di cui quattro maschi e due femmine. Il padre, mastro Antonio, era  quello che aveva insegnato il mestiere a mio padre. Mio nonno, pur essendo muratore, come era costume dei tempi, affidava l’insegnamento del mestiere ad un altro mastro, anche se poi andava a lavorare o in proprio o col proprio genitore. Michelino era il primogenito, e a lui era affidato l’educazione e l’orientamento professionali dei fratelli più piccoli. Fu così che Bruno, sotto la guida del fratello, divenne sarto. Però la sartoria non poteva dare un reddito adeguato a tutti, per cui avendo le possibilità, fu aperto un negozio, gestore del quale fu chiamato Bruno. Grazie all’aiuto di Manuccio di Lucia, precettore di gran parte di noi, conseguì la licenza media. Aveva 23 anni.  Bruno divenne l’attore drammatico per eccellenza delle recite parrocchiali. Lo si ricorda nel ruolo di Tommaso Moro, l’umanista cattolico che rifiutò di accettare l’atto di Supremazia di Enrico VIII e lo condusse alla pena capitale con l’accusa di tradimento. Grazie all’aiuto economico del fratello più grande, decise di prendere il diploma di maestro. Passò un paio d’anni in convitto da privatista. Nel 1954 si diploma. Negli anni ‘60, quando, lui incaricato annuale come maestro in località Bosco ed io insegnante nella scuola sussidiata in  Pian del Carpine, andavamo a scuola con la sua Seicento bianca.  Quando il Malnone straripava, era giocoforza  andare a piedi. Via obbligata: un viottolo nel Bosco di Camerine.  Mazzeo diventa dirigente della Coldiretti.  Con l’appoggio della Democrazia cristiana, gli agricoltori ottennero la loro pensione. Fu un avvenimento eccezionale per i tempi: ai contadini per la prima volta fu riconosciuto il diritto alla pensione, anche se modesta. Noi simpatizzanti di sinistra lo criticavamo, in quanto si faceva passare “un diritto”, per una concessione dall’alto. Sarà invece eletto con ampio suffragio prima consigliere  comunale e poi assessore ai lavori pubblici, guadagnandosi il soprannome di “Zaccagnini”, allora ministro dei lavori pubblici e che poi diverrà segretario della Democrazia cristiana nazionale. Era lui che durante le campagne elettorali teneva i comizi più seguiti. Possedeva una buona dialettica, aveva il gusto del motto di spirito e una buona dose di “faccia tosta” di fronte alla gente. Intonato, fu lui uno dei protagonisti del “Festival della canzone altavillese”   tenuto nella prima metà degli anni ’50.  Fu poi apprezzato corrispondente de “Il Mattino”. Si trasferì in seguito con tutta la famiglia a Salerno, dove vive, godendosi  la sua pensione.