Pubblicato su carta sin dal 1993, è uno dei più longevi periodici dell'area della Piana del Sele e Cilento. La Collina degli Ulivi online vuole essere ancora di più un luogo di informazione, ascolto e diffusione di idee, anche attraverso l'interazione in tempo reale con i suoi lettori in ogni parte del mondo.

mercoledì 20 maggio 2009

La nostra solidarietà a Michele Nigro espulso da Facebook per questo scritto

di MICHELE NIGRO
L’uomo che non sapeva leggere

(Il blocco del lettore)


“I libri non sono la vita”
(Il comandante dei vigili del fuoco -
dal film “Fahrenheit 451” di François Truffaut)


Da anni comprava libri, senza leggerli…
Non si trattava di una diramazione della ben più nota “patologia” che colpisce chi scrive – il blocco dello scrittore – dal momento che non aveva mai avuto alcuna intenzione di farlo. Di scrivere…
Questa volta la paura non sorgeva dinanzi alla ignota e famigerata pagina bianca: terrore degli scribacchini esordienti e degli scrittori affermati, tormento esorcizzato dagli aspiranti premi Nobel per la letteratura a suon di pagine scritte di notte, brivido oscuro dei romanzieri, precipizio apnoico degli editorialisti.
La pagina, in questo caso, era piena: riempita da Altri, da persone sfiorate nelle biografie e mai realmente conosciute, da scrittori che avevano sacrificato meravigliose giornate di sole e di svago in nome dell’eternità. E che giacevano, chi da secoli, chi da pochi anni, in qualche famoso cimitero, sotto una lapide a sua volta ricoperta da una rinsecchita corona di fiori gentilmente deposta dai membri dell’associazione bibliofili durante il giorno dei morti.

L’ebbrezza elettrica che lo sorprendeva in libreria, mentre toccava la copertina di quegli oggetti stampati, era scientificamente indefinibile ma reale negli effetti!
Lui amava veramente i libri: li bramava, li pedinava, li inseguiva sui cataloghi e sulle bancarelle dei rigattieri, a volte si abbandonava a pratiche di autoerotismo intellettuale mentre li toccava morbosamente o mentre leggeva le note in quarta di copertina. Li osservava in lontananza mentre venivano manipolati da occhi stranieri… I suoi libri.
Alcune volte aveva fatto finta di non essere interessato a un titolo ed era uscito dalla libreria a mani vuote e contento per quella strana dimostrazione di resistenza data a sé stesso. Resistenza che la maggior parte delle volte non durava per più di ventiquattro ore: il giorno dopo, quasi alla stessa ora, si precipitava in maniera agitata nel luogo del misfatto per cercare nuovamente, con il volto sudato e visibilmente provato, il tomo snobbato.
Puri giochi; pure simulazioni tra innamorati dispettosi.
Non poche volte era successo che, avendo trovato lo spazio nello scaffale del negozio, fino al giorno prima occupato dal libro agognato, terribilmente vuoto a causa di un acquisto fatto da qualche indegno lettore di passaggio, aveva diretto i propri passi disperati verso una libreria di ripiego alla ricerca del volume perduto. Figlio disperso e nuovamente desiderato da un padre disattento e sciocco.
Isterici capricci da collezionista, avrebbe detto qualcuno. O, forse, un osservatore più malizioso avrebbe potuto parlare di carenze esistenziali compensate dalla cultura.
Una cultura libresca e autogestita che, a quanto sembrava, da anni non riusciva più a vicariare una consistente perdita di vita.
“Leggere o non leggere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender libri contro un mare di triboli e combattendo disperderli.” [1]

L’entusiasmo provocato dall’acquisto, tuttavia, durava solo pochi minuti.
Dopo aver riposto la carta di credito nel portafogli ed essere uscito dal luogo pubblico dove consumava i suoi ripetuti stupri culturali, i passi dell’uomo, già meno entusiasti rispetto a quelli con cui era entrato in libreria, si dirigevano verso un’abitazione che ormai conservava appena lo spazio sufficiente per soddisfare le basilari azioni del vivere civile: dormire, cucinare, lavarsi… Tutti gli altri spazi incolti, non utilizzati da mogli esigenti e figli invadenti, erano stati nel corso degli anni rielaborati e ripensati in funzione di quegli eterni e muti compagni di strada: i libri.
Geometrie angolari e librerie sopraelevate pensate per sfruttare anche le restanti porzioni di volume: zone che, al di sopra delle teste degli abitanti, il più delle volte sono “terra di nessuno”.
Mensole coltivate come i giardini pensili di Babilonia sfidavano una quieta gravità addomesticata; titanici scaffali a muro ricolmi di quelle leccornie letterarie che avevano pettinato dolcemente i pomeriggi del suo passato da lettore accanito, avevano raggiunto un equilibrato compromesso con l’universo circostante. Le leggi riguardanti il baricentro erano diventate dicerie e la perfetta disposizione dei pesi libreschi in quella casa era destinata a riscrivere certe presuntuose pagine nei manuali di statica adottati dagli studenti.
I passi attutiti dell’uomo, che trascinava la propria solitudine domestica tra il corridoio tappezzato di edizioni introvabili e il celibe talamo quasi poggiato su colonne di volumi cartacei, giungevano alle sue stesse orecchie come tintinnii abortiti di cristalli avvolti nella carta di giornale durante i furtivi traslochi dell’anima con cui si evita la Vita.

Da anni non leggeva più.
Da anni, uscendo dalle librerie, ripeteva a sé stesso la solita frase d’ufficio con cui tentava miserevolmente di autoconvincersi: “Comincerò a leggerlo domani!”
Agglomerati di pensieri scritti e mai letti, si ergevano lenti e muti come stalagmiti di carta negli angoli dell’esistenza. La giovanile sete di quelle parole che aiutano a capire, aveva lasciato il posto ad un più sfacciato e inesorabile disincanto.
La vita degli Altri, magistralmente raccontata e stampata in pregevoli pubblicazioni, non compensava la mancanza di una vita propria, come invece gli succedeva facilmente in passato. Quando ancora riusciva a credere in un futuro clemente.
L’uomo sapeva bene che non era la paura a causare quella sua strana inibizione nei confronti dell’amata lettura. Non erano gli abissi profondi e oscuri che gli si aprivano dinanzi mentre tentava di andare oltre gli innumerevoli incipit affrontati in quegli anni, a causare l’“impotenza letteraria” da cui era affetto. Le indescrivibili e un tempo meravigliose possibilità esistenziali offerte dalla lettura, non erano confortate dalla presenza di una “controesistenza reale” con cui paragonarle.
Ecco quale era la causa del suo blocco.
“Chi non ama, chi non vive e ama la vita non può apprezzare veramente la lettura che è la più pregiata finestra aperta sulla vita stessa, non può penetrare con vitalità il tessuto della storia raccontata e di conseguenza non può sostenere con passione ed energia le numerose ore di lettura, abbandonandosi all’abbraccio materno di pagine amate, sì, ma mai totalmente e intimamente comprese!” – elaborò nella sua mente e dopo un improduttivo tergiversare durato anni un primo vero pensiero doloroso ma realistico.
L’ammirevole determinazione con cui cominciava le letture, veniva minata da prepotenti voci interiori che puntualmente distraevano l’uomo dal suo obiettivo. Le amate pagine si allontanavano dal cuore prima che dagli occhi e un’insistente coscienza batteva i suoi duri colpi sul portone del Tempo.
La giostra della distrazione prendeva ogni volta il sopravvento e spesso il lettore ormai sfinito si ritrovava con il libro aperto tra le mani nel tentativo estremo di vincersi e lo sguardo perso tra gli altri orfani di carta che attendevano invano l’arrivo di un occhio curioso e vorace.
Ma non quella sera.
Non avrebbe tentato, anche quella sera, di leggere uno dei testimoni impolverati che attendevano da mesi e anni di essere consultati: eppure non sembrava una serata diversa dalle altre, non possedeva caratteristiche speciali.
L’uomo si distese semplicemente sul letto e accese una sigaretta. E lo fece con un gusto riscoperto e inatteso.
La stanza da letto che non conosceva il tocco profumato e femminile dell’altra metà del cielo, conservava antichi strati di libri e fumo ristagnato. Segni evidenti delle numerose e lontane notti trascorse a leggere, quando ancora la fiamma della lettura era accesa, e a tentare di leggere quando quella stessa fiamma aveva cominciato a diminuire in maniera irreversibile.

Nessuno fu in grado di ricostruire con precisione cosa avvenne quella notte nella stanza da letto dell’uomo, nemmeno i tecnici del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco dopo i primi sopralluoghi nell’appartamento carbonizzato.
Forse un corto circuito o molto più probabilmente una scintilla ribelle e di origini sconosciute che s’era avventata sull’acculturata materia cartacea lasciata a pascolare allo stato semi-brado nell’appartamento dell’uomo… O, ancora, la sigaretta dell’uomo che non sapeva più leggere era scivolata dalle sue dita proprio durante quella serata in cui aveva deciso di non aprire alcun libro. Quante volte i telegiornali riportavano la notizia drammatica di persone arse vive per disattenzioni casalinghe o per cicche di sigarette incustodite che avevano dato vita a roghi involontari e mortali.
E chi può dire, invece, se non sia stato proprio l’ex lettore disperato a lanciare volontariamente nel cestino delle carte o a lasciar cadere la sigaretta fumata solo per metà, vicino a una delle tante pile di libri accatastate nella stanza con la speranza nutrita, tra il dormiveglia e il sonno, di un liberatorio incendio?
L’uomo non mosse neanche un muscolo mentre le prime fiamme cominciarono ad alzarsi lentamente ma con voracità tra alcuni poemi latini e i romanzi del miglior noir americano: l’incendio forse era cominciato proprio tra quei due generi letterari. Chissà…
Le alte lingue di fuoco lambivano prepotentemente il soffitto della stanza e non trovando sfogo verso l’alto ritornavano vorticosamente accelerate verso il basso e il centro della camera da letto, incontrando altro materiale libresco non ancora combusto e letto.
Mentre la temperatura all’interno della stanza aumentava in maniera vertiginosa, l’uomo sentì che una profonda e salvifica gioia s’impadroniva finalmente della sua mente stanca e spenta da troppo tempo. Le pagine ripiene di parole e frasi pensate da Altri, pagine che in fondo l’avevano annoiato durante quegli ultimi sterili anni da pseudolettore, cominciarono, grazie all’effetto purificatore del fuoco, ad assumere un aspetto omogeneo e straordinariamente diafano. Quelle stesse pagine ora riaffioravano nella mente dell’uomo bianche e libere, lavate dall’inchiostro e pronte ad essere riscritte da avide penne infuocate.
La tomba di carta ardeva vivacemente, accogliendo in un ultimo abbraccio rovente il suo solitario costruttore.
A causa del forte calore alcune finestre dell’appartamento, esplodendo, lasciarono uscire all’esterno con violenza tutta l’energia fino a quel momento accumulata, sotto forma di fiamme selvagge e vampate di calore che furono avvertite anche dagli inquilini dei palazzi più vicini, affacciati sui balconi per osservare il terribile spettacolo.
Non si sa bene se fu a causa dello spavento provato dai curiosi presenti che si trovavano per strada al momento dell’incendio o se si trattò semplicemente di un effetto ottico provocato dalle fiammate che illuminavano la fredda notte della città, ma alcuni di questi testimoni metropolitani avrebbero poi confidato, ai vigili del fuoco intervenuti, di aver visto “cose strane” quella notte durante l’incendio: pezzi leggeri di cenere infuocata a forma di lettere dell’alfabeto fuoriuscivano dalle finestre insieme alle fiamme e al fumo, trasportate dalla brezza verso sconosciuti limbi letterari… Ma il fumo, si sa, quando raggiunge gli occhi è capace di giocare dei brutti e dolorosi scherzi. Oppure si era trattato di un fenomeno surreale che sarebbe stato meglio non condividere con gli altri e in particolar modo con la stampa?
Le parole non lette e tenute prigioniere per anni negli scaffali impolverati avevano ritrovato, indispettite, la strada per ritornare nel ciclo infinito e arcano delle idee. Lì dove, probabilmente, sarebbero state rispettate e trattate in maniera degna.
Il fuoco, uno dei peggiori nemici della carta, aveva svolto, in quel caso, un’importante operazione di liberazione e la sua azione apparentemente distruttrice avrebbe permesso la nascita di altri libri e la crescita umana e culturale di nuovi appassionati e instancabili lettori.

[1] Adulterazione del più noto “Essere o non essere” di origine scespiriana.

martedì 19 maggio 2009

Quel secondo Festival della canzone, quando Giovanni scappò...

DAVIDE PACIFICO
IL secondo festival della canzone altavillese, realizzato dal circolo culturale "tre torri" si svolse verso la fine degli anni settanta ( più o meno dicembre 1977) nella sala "La cisterna" di Altavilla.
Una trentina le canzoni in in gara, con due serate di eliminatorie e una serata finale, fra queste ricordo soprattutto " o cane e mast'andrea" di manuccio o tabaccaro di cerrelli e la mia " altavilla tutto questo sei tu" ma presentata come di autore anonimo, in quanto in quegli anni mi vergognavo di aver scritto una canzonetta. Non ricordo il titolo della canzone vincitrice insulsa ancora più della mia, mi spiace.
Quello che ricordo è che la mia canzone fu oggetto di discriminazione da parte dei benpensanti in giuria, infatti pur avendo superato in semifinale la canzone poi vincitrice e anche la seconda classificata,in finale arrivo' terza e provoco' una piccola sollevazione fra il pubblico che la voleva vincente. Ma a quell'epoca una canzona scritta da uno di lotta continua ( nel frattempo purtroppo qualcuno aveva svelato l'identità dell'autore)e cantata da ragazzi coi capelli lunghi vicino a quell'area non poteva vincere un festival organizzato da gerardo di verniere.
Alla fine ci fu uno strascico. Giovanni Verrone, redarguito dal papà (proprietario del locale) per aver partecipato alla protesta scappo' di casa e fu poi da noi recuperato sul lungomare salernitano dopo due giorni.
Un bel casino vero?
Ciao Davide.

Quando una “musica nuova” soffia sui lidi della storia…

Quando una “musica nuova” soffia sui lidi della storia…
(Roma, 30 aprile 2009)
di Antonietta Broccoli

È sorprendente scoprire come la vita ci sottoponga i giorni e le emozioni sempre in modo diverso e quali e quante sfaccettature, simili ai colori di un ventaglio vezzoso, riempiano i nostri istanti che viaggiano sulla navicella del tempo.
C’è sempre qualcosa di nuovo, di meravigliosamente sconosciuto e puro che può annidarsi nella realtà quotidiana, nella girandola d’incontri che caratterizza la vita e le dà un senso.
E già gli incontri che danno compiutezza e risalto a un percorso, a un itinerario ideale che si snoda per luoghi e persone conosciute negli anni; gli incontri, che pongono le basi per la crescita, la realizzazione più vera.
L’associazione culturale “Musica Nova” di Altavilla Silentina (Sa) è una di quelle realtà del salernitano che ha fatto degli incontri un obiettivo e dell’esperienza una conquista sul campo a suon di musica e cuore.
Proprio la sinergia perfetta tra musica e cuore, i due importantissimi elementi che la qualificano da circa otto anni, le ha consentito di progredire e di gettare ponti lì dove le distanze e le circostanze lo vietavano con la sola forza delle canzoni che viaggiano nell’etere alla velocità dell’impegno e della passione.
Sfogliando l’album degli eventi realizzati che contempla tours in terre splendide come l’Ungheria, la Calabria, la Valtellina e buona parte della regione Campania, la mente non può non sostare a Roma che ha visto “Musica Nova” protagonista.
Il 30 aprile 2009, infatti, su invito del gruppo religioso “Gli Araldi del Vangelo”, il coro polifonico ha avuto il privilegio di animare una celebrazione, in onore alla Madonna di Fatima, nella bella Parrocchia di S. Achille Martire nel quartiere Montesacro. La Parrocchia, affidata al Terzo Ordine Regolare di S. Francesco d’Assisi, è stata dedicata a S. Achille, santo patrono di Pio XI, il pontefice artefice, a Roma, di una rinascita del culto e dell’organizzazione ecclesiale.
La messa è stata intervallata da brani liturgici e grandi opere di compositori immortali che contraddistinguono il repertorio del coro campano; grande attenzione è stata data ai particolari e ai singoli momenti della liturgia che hanno beneficiato di melodie cristalline e suggestive molto apprezzate dall’assemblea.
Al termine della celebrazione, un lauto rinfresco ha coronato la concreta amicizia che si stava creando e, in generale, ha messo in evidenza un avvenimento gioioso che aveva in sé la promessa di un arrivederci.
Inoltre, quest’occasione sarà precorritrice di una collaborazione anche con il coro “Ethos” di Roma che vanta un interessante programma di canti medievali e rinascimentali a tre voci.
Il coro “Musica Nova” ha fatto sua quest’ulteriore opportunità che le è stata offerta e la farà fruttificare con la consueta costanza e valore affinché tutti possano continuare a godere e testimoniare la sua arte.
Come sempre, la “musica nuova” soffierà e troverà uno spirito pronto ad accoglierla.
Ancora una volta, come una freccia dorata che si fa strada tra i sentieri dell’aria.

lunedì 18 maggio 2009

Oggetto: Primarie on line/3 - ecco la rilevazione settimanale

Romilda NIGRO
3 Preferenze (9%)
Maria Sofia CHIUMIENTO
7 Preferenze (21%)
Carmen GALLO
12 Preferenze (36%)
Annamaria VISCARDI
5 Preferenze (15%)
Milva CARROZZA
0 Preferenze (0%)
Sonia DI FEO
6 Preferenze (18%)

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NOVITA' : debutto con il blog vecchio stile, ovvero IL MIO DIARIO IN PUBBLICO
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In Standby

di Carmine Senatore

Vescica piena, arsura (avevo mangiato fave e pancetta)…. Mi sveglio,mezzo assonnato e barcollante… La tenue luminosità dei due led dei condizionatori mi guida. Nel bagno la luce dello scaldabagno ..Un tenue rumore appena percettibile mi guida verso il frigorifero… Aprendolo una luminosità accecante mi invade ( l’occhio non si era ancora adattato). Dallo studio da un video registratore un led e un andare e venire luminoso “classic…. rock…” Nel tinello un cordless con telefono in ricarica e un telefonino in carica. Di fronte il led del Dvd. Il video registratore che segnava l’orario 02.44. Router e modem accesi (da qui parte tutto l’apparato telefonico interno)… Passando davanti allo sgabuzzino una lucina: è quella di un congelatore a pozzo.

Non ho usato chiedere a mio figlio, pure lui ingegnere elettronico, per pudore e riservatezza. Ma,Fabio Jab Mc, quanto mi costa?

Risparmiare, si può!.....

Il primo (e unico) festival della canzone altavillese

Il primo (e unico) festival della canzone altavillese

di Carmine Senatore

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“Altavilla, Altavilla

Paese di canti e musica

Ti vede illuminata il marinaio

Ti ammira verso il cielo la pianura

……………………

Chi ha incontrato in te

Un grande amore

Non lo può scordare

E star lontano” Cosi recitava la canzone prima classificata al I festival della canzone altavillese. Scritta dal veterinario Sacco e musicata dal maestro Alessandro Di Verniere, la canzone ebbe subita un gran successo e fu cantata da tutti gli altavillesi e divenne il simbolo della piccola cittadina. Recentemente dal gruppo”Altavilla viva” sotto la presidenza del nostro concittadino Ezio Marra,la canzone è stata registrata da una cantante professionista ed diventato l’inno ufficiale dell’Associazione. E’ l’inverno del 1957. Da qualche mese è terminato il festival della canzone di Sanremo. Per la prima volta gli organizzatori avevano deciso di far cantare i brani a cantanti debuttanti, per fare in modo che il festival tornasse ad essere un "concorso di canzoni" e non una gara fra interpreti . Vince Aprite le finestre cantata da Franca Raimondi (Chi la ricorda più?.). La febbre contagia tutti gli italiani. Sotto l’egida dell’azione cattolica, viene organizzata anche nel nostro paese il I° festival della canzone altavillese. Professionisti e cittadini comuni, poeti in erba, e maestri e intenditori di musica, vengono messi a dura prova nella composizione. Attilio Senatore, Giuliano De Rosa,il veterinario Sacco, Alessandro Di Verniere, il maestro Suozzo sono gli artefici del festival. Il tifo della cittadinanza , per l’una o l’altra canzone assume “una febbre “ che poco a poco coinvolge tutta la comunità cittadina. Organizzatore e presentatore della manifestazione è Manuccio Di Lucia, giovane studente universitario in giurisprudenza, abile nell’eloquio e padrone dei mezzi espressivi. Le voci di Emilio Giannella ,quella di Attilio Senatore , di Bruno Mazzeo e Giuliano de Rosa danno al festival un’eco che rimarrà nel tempo. Tutte le canzoni del festival vennero registrate su un registratore “Geloso” a nastro,uno dei primi prototipi del tempo. Due giovani,parenti di Duccio Baione, provenienti da Roma,sono i tecnici del suono. Per molti settimane le canzoni vengono cantate e i motivi,anche se accennati, diventano patrimonio di tutta la comunità cittadina.

Sei un vero serrese se...

Sei serrese se….. dopo il ponte di Sele c’e’ New York!!
Sei serrese se …quando entri al circolo del chiola senti un odorino e non capisci cos’e’ !!!
Sei serrese se ...non hai mai visto la lontra nel fiume Sele !!
Sei serrese se …quando esci sei obbligato ad offrire, minimo , tre sigarette!!
Sei serrese se …quando vai al bar di Pecci c’e’ Rosetta che ti sorride pur capendo un cacchio di quello che vuoi !!!
Sei serrese se …almeno una volta hai dovuto rispondere alle domande di Donato lo sguazzo : la mafia mì vol fa for?? Graziella m’ vol???
Sei serrese se … vai al bar di fiorello e parli del Napoli !!
Sei serrese se ….quando vai al bar di gerry devi aspettare 10 minuti per un caffe’ pur non essendoci fila !!
Sei serrese se …almeno una volta non hai incontrato Maria del bar dei giovani che giocava al lotto !!
Sei serrese se …all’ufficio anagrafe hai dovuto aspettare una settimana per la carta d’identita’!!!
Sei serrese se … ai comizi dell’ass.Del Sozzo hai contato tutti i suoi errori !!!
Sei serrese se …quando entri in un negozio il buon giorno e’ una bruttissima parola!!!!
Sei serrese se …almeno una volta hai giocato a carte dal chiola !!!
Sei serrese se … quando vai dal chiola hai dovuto pagare la consumazione a qualche imbecille!!
Sei serrese se …hai visto una sola parita dell’asd Serre!!!
Sei serrese se …hai conosciuto il grande Giovanni cacapann!!!
Sei serrese se …hai conosciuto la mitica Pina !!!
Sei serrese se …quanti cafardi !!!!
Sei serrese se … tir i capidd e t’ fac mal u’ cuodd!!
Sei serrese se…alle fiere di san martino e santa lucia non puoi certo mancare !!!
Sei serrese se ….ngul che vient!!!!
Sei serrese se ….qualche volta il tuo paese ti manca …ma solo qualche volta !!!
Sei serrese se ....almeno una volta sei entrato nel vicolo lampioni....!!!!!!
Sei serrese se …almeno una volta hai fatto le 5 di mattina in piazza o sulla costa!!
Sei serrese se …hai sgommato al vallone della madonna!!

Sei serrese se sai che il numero del diavolo è il numero del tuo paese.....666

sei serrese se...hai mangiato almeno una volta lo sfilatino addò falopp!

Sei serrese se...... Nerone ti ha bucato il pallone!!!!!

Sei serrese se.... non mangiavi la granita a do mast'pepp'

Sei serrese se... scendevi nei vicoli con le porte aperte e dovevi dire sempre buongiorno o buonasera

sei serrese se le curve del marzo per te ormai sono un rettilineo......e chi viene a trovarti bestemmia turco...

sei serrese se....quando eri bambino hai abbuscato da armando paolino

sei serrese se..... alla festa della madonna.....peroni e peperoni

sei serrese se... dai un foglio a righe a luciano,

sei serrese se... vai a vedere la partita milan juve il 10 maggio con luciano siamo 276 e mancano 10 persone x arrivare a 500

Sei serrese se.... all'esclamazione "Graziell" rispondi immediatamente " è raccha è racchia" (citazione Donato u sguazz)

Sei serrese se... conosci a memoria tutta la filosofia del mitico cornetto

Sei serrese se.... almeno una volta hai giocato a pallone sulla mitica costa

sei serrese se...per spiegare una parentela hai usato frasi come: " 'U figlj' 'ra sora 'ru marit' r' zié Maruzza!"...mentre potevi semplicemente dire : "Il nipote acquisito di zia Maria!" :)))

...se la Pasquetta la passi all'area pic-nic del fiume Calore...

...se hai seguito almeno una lezione di aerobica sotto la costa con la mitica pazza Luisa Cornetta e ti 6 fermato poi a giocare una partita di pallavolo...

...se hai preso una cannata in testa da Don Luigi alle scuole medie! :P

sei serrese se...dal giorno di Santa Cristina al 31 Agosto i "Caraibi" li sposti qui!

sei serrese se sai che il numero del diavolo è il numero del tuo paese.....666

sei serrese se...hai mangiato almeno una volta lo sfilatino addò falopp!

sei serrese se...... Nerone ti ha bucato il pallone!!!!!

se, quando i tuoi amici che non ci sono mai venuti, stanno male quando fanno "le curve del marzo", tu ridi loro in faccia! ahah

Se almeno una volta hai detto: "Si tnessm u cors ca ten Pustiglion già l'avessm cunsumat a ffurij r j annanz e rret!"

sei serrese se..sei orgoglioso dell' Alburni jazz festival!

da piccolo hai corso almeno una volta ncopp a cost...

se serrese se....tutti lo disprezziamo ma tutti ci stiamo...

Sei serrese se...quando ti capita di andare a Messa, non riesci a contare quanti sono gli "ecco!" di fila pronunciati dal parroco! "ecco, ecco, ecco, ecco, ecco, ecco......!!!!!!!!!!!!"

sei serrese se..."stu paese è nu' stress"

sei serrese se....appena arriva nu furestier' gl fai le solite domande peggio della carta verde per entrare negli Stati Uniti: - Chi si? -A chi si figl'? -quann' si' arrivat'? -quann' te ne vai? -tien'i'terr'? e ad ogni risposta l'intercalare tipico è"...mi fa piacere...bene bene..."

sei serrese se... i cornetta s'a cummannan!

Sei serrese se... ovunque vai trovi un altro serrese!!

sei serrese se ... essere fidanzati ..non ha prezzo con master card!!!!!

se serrese se...nun sai tutt i cazz ra gent...

se serrese se.il 15 agosto durante i fuochi d'artificio li vai a vedere n'gopp a p'scher...

sei serrese se...la notte di natale corri in chiesa solo perchè ci vanno tutti!

sei serrese se...non ti stanchi mai delle poesie di bruno u' rezz!!

Sei serrese se...sei in grado di fottere il prossimo

sei serrese se...almeno una volta hai litigato in piazza...

Sei serrese se.....inevitabilmente ti accorgi che l'intero paese è a conoscenza di tutto ciò che fai...e di ciò che NON fai...

sei serrese se.............non hai fatto almeno 50 giri del paese con la macchina in una sera sperando di trovare qualcosa di nuovo!

Sei serre se.....almeno una volta non hai fatto la stretta del serraglio a 80 km/h è nel bel mezzo della stessa hai incontrato sbindozzi (u' sorccc!) che nn ti fa passare

Sei Serrese se........due cani si incontrano uno e di Serre l'altro di Aquara(ha un osso in bocca):

il cane di Serre: di dove sei? il cane di Aquara: di Aquara !! L'osso cade dalla bocca del cane di Aquara ,e il cane di Serre afferra l'osso. il cane di Aquara:tu di dove sei?

il cane di Serre: rrrrrrrrrrrrrrrrrrr Serrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!!!!!

Se serrese se....almeno una domenica non la passi in mezzo alla piazza!!

Sei serrese se...almeno una volta nella vita sei entrato nel vecchio bar di mastupepp vicino ai fierr!!!

Sei serrese se…aspetti con trepidazione i fuochi d’ artificio nella notte del 15 d’agosto convinto di assistere al più sorprendente spettacolo pirotecnico del mondo, e alla fine, comunque siano andate le cose, hai sempre da ridire!

se serrese se... almeno una volta del 2 millennio hai provato la sensazione di stare senza acqua o energia elettrica e non xkè stavi nel deserto ma solo perchè stavi in casa al tuo paese!!!

sei serrese se... durante le processioni senti le vecchiette che sparlano di quella li con la minigonna..ma a mamm e u padr nun a uardn quann ess a chesta??

quando torni e nn trovi niente....................sei contento lo stesso.........ma quando vai via lo sei di piu'!!!!!!!!!!!

sei serrese se... sei orgoglioso del detto:"megl nu muort ind a cas ca nu s'rres annanz a port!" ^_^

non sei serrese se ...la tua famiglia non ha un soprannome ...!!!

ALTAVILLA SILENTINA. I CARABINIERI HANNO DEFERITO PER INQUINAMENTO AMBIENTALE IL TITOLARE DELL’AZIENDA AGRICOLA ZOOTECNICA “G.M.”

Il 17 maggio, alle ore 09,00 circa, ad Altavilla Silentina – località “Tenimenti”, nel corso di servizio teso a contrastare l’inquinamento ambientale, i carabinieri della compagnia di Eboli, sottoponevano a sequestro probatorio l’impianto di smaltimento di reflui zootecnici realizzato abusivamente dall’azienda agricola zootecnica “G.M.” che si estende su di una superficie di circa 15.000 metri quadrati, con circa 550 capi bufalini, deferendo in stato di liberta’ il titolare dell’azienda G.M., di 38 anni , del luogo, per avere violato le seguenti norme: - decreto 7 aprile 2006 (norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento); - art. 124 comma 1 sanzionato dall’art. 137 comma 1 d.l.vo 3 aprile 2006 – n.152, perche’ in qualita’ di titolare di impresa attivava uno scarico non autorizzato di siero di latte frammisto a sostanze acide, effluenti zootecnici e prodotti usualmente utilizzati per la pulizia delle strutture industriali in uso nelle sale di mungitura, nonché per il lavaggio della pavimentazione; - art. 124 comma 1 sanzionato dall’art. 137 comma 1 d.l.vo 3 aprile 2006 – n.152, perche’ in qualita’ di titolare di impresa attivava uno scarico non autorizzato e quindi un illecito smaltimento di percolato liquami, provenienti dalle aree di stabulazione; - art. 6 comma 1 a), b), e comma c) del d.l., vo 172/2008, perchè in qualità’ di titolare di impresa abbandonava, scaricava e depositava sul suolo, nel sottosuolo in modo incontrollato, rifiuti speciali non pericolosi ed in particolare reflui zootecnici (parti palabili e non palabili, liquami, urine etc. provenienti dall’attivita’ di allevamento bufalino); - art. 674 c.p., perche’ a seguito della condotta assunta, concorreva a traverso il getto e lo scarico di effluenti di allevamento e rifiuti speciali pericolosi, a deturpare l’ambiente circostante l’allevamento zootecnico da lui condotto; - art. 192 comma 1 e 2 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, per avere realizzato un deposito incontrollato di rifiuti ed in particolare effluenti zootecnici sul nudo terreno. Alla luce delle palesi violazioni accertate, atteso anche la gravità e l’entità del fenomeno di inquinamento accertato, i Carabinieri procedevano al sequestro dell’intera area con circa 550 capi bufalini facendo carico al proprietario di rispettare la normativa vigente in materia di tutela e benessere degli animali (alimentazione, pulizia e mungitura degli stessi), diffidandolo a chiudere le tubazioni che consentono lo scarico delle acque reflue nel canale consortile. All’azienda venivano apposti i sigilli. Intanto, i Carabinieri della Compagnia di Eboli, grazie alla loro presenza capillare sul territorio, proseguano l’attività di monitoraggio delle aziende agricole zootecniche finalizzate al rispetto della normativa vigente in materia di inquinamento ambientale del suolo, sottosuolo e delle acque.

lunedì 11 maggio 2009

Primarie on line altavillesi- Questa volta solo "concorrenti" donna

Sono Sonia Di Feo, Romilda Nigro, Carmen Gallo, Annamaria Viscardi, Milva Carrozza ed Annamaria Viscardi. Vai sul blog
www.mottolaoreste.blog.tiscali.it
e vota!

Metà..e metà - l'ufficio postale di una volta

di Carmine Senatore
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Centro della vita pubblica ed economica,luogo di attesa e di speranza, questo è l’ufficio postale nei piccoli paesi.
Nel mio l’ufficio si trovava al limite della piazza ,laddove iniziava la discesa del quartiere “ Franci”. Il direttore,un uomo grande e grosso, con le orecchie a sventola , era l’effettivo padrone dell’ufficio che egli portava avanti insieme alla moglie ed un altro impiegato assegnato da poco.
Durante lo spoglio della posta l’ufficio rimaneva fino a quando tale incombenza non fosse completata.
Il postino aveva una memoria di ferro: ricordava a memoria i nomi di tutti quelli che avuto una lettera o una raccomandata . Una prima distribuzione avveniva davanti all’ufficio. Guardava tutti gli astanti e assegnavano loro una lettera,un giornale o una raccomandata. Poi iniziava lo smistamento iniziando dalle viuzze del centro storico.
Era stato ricavato da un locale terraneo detto fuori squadro, perché la sua planimetria non aveva alcuna forma geometrica .Infatti non era né un quadrato né un rettangolo. Aveva due grandi portoni: uno che immetteva sulla via principale e l’altra verso un oliveto. Erano stati ricavati due locali: uno rettangolare più grande per l’Ufficio postale, un altro irregolare per salotto per barbiere con doccia , naturalmente a pagamento.
Prima di diventare Ufficio postale era stato adibito a stalla e successivamente per dormitorio per rom e zingari.
Il tempo era arrivato: occorreva utilizzarlo e si pensò ad una ristrutturazione delle parti interne. Fu dato incarico a mastro Emilio su progetto di uno dei rampolli del proprietario. Divisioni,intonaci,impianti elettrici ,un rudimentale impianto idraulico e pitturazione: tutto affidato alle mani di mastro Emilio, che durante il lavoro,si accompagnava cantando, avendo una bella voce, le melodie del tempo.
Io aspettavo Bruno con la sua seicento bianca per andare a scuola. Scendevo da casa e aspettavo la sua venuta e attendevo proprio nel luogo sede della ristrutturazione, per ascoltare la sua voce ;anzi il più delle volte anticipavo per ascoltarlo. Si usavano per le divisioni i “quattro fori”, mattoni leggeri in laterizio. La tecnica consisteva nel legare con la calce i vari mattoni che venivano disposti in fila. Alla fila successiva si iniziava con i mattoni sfalsati per concatenarli meglio. Occorreva pertanto ad intervalli un mezzo mattone. Osservavo:martellina, mastro e mattone. Uno,poi l’altro,poi un altro ancora. Ma mezzo mattone mai. Colpi mal assestati,imperizia e frettolosità li mandavano in mille pezzi .Fui costretto ad intervenire. Mi feci dare la martellina. Colpetti per sentirne la compattezza e poi otto colpi ben assestati. Ed ecco le metà. In dieci minuti ne feci più di venti. Ammirazione e sorpresa da parte di mastro Emilio. Un suono di clacson. Era Bruno. L’acquisto del giornale, del pacchetto di pavesini e via…..

I partiti politici e il partito del “predellino” di Carmine Senatore

I partiti politici e il partito del “predellino”

di Carmine Senatore

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I partiti politici hanno il compito di formare elettori dal punto di vista ideologico e politico. Questa ruolo è riconosciuto dalla nostra Costituzione come un valore pregante della nostra democrazia. Essi selezionano i candidati da presentare nelle liste elettorali in occasione delle elezioni politiche o amministrative. Sono essi con le loro strutture centrali e periferiche a garantire un’attiva partecipazione del popolo alla vita di un Paese. Si rende necessaria, poiché la partecipazione non può essere continua, la mediazione, di cui essi costituiscono l’anello di congiunzione tra le istituzioni rappresentative e la volontà popolare. Un partito politico non nasce come ”tallo da nuda terra”, ma è la conclusione di un processo storico-culturale, fatto di elaborazioni filosofiche, di lotte, di ideali ,di dibattiti e di discussioni interne , a volte aspre ,ma sempre nel segno di contribuire alla crescita della democrazia. Così è stato il modo col il quale è nato e si consolidato il partito dei lavoratori socialisti . Questo il processo è comune anche negli altri partiti a cominciare dal movimento cattolico a finire a quello laico-repubblicano di origine mazziniana. Non si può parlare di partito cattolico senza la “Rerum novarum” di Leone XIII, con la quale i cattolici rientrano a partecipare alla vita politica italiana, del movimento sindacale cattolico,delle leghe bianche , di Don Sturzo, di Grandi e di De Gasperi. E’una storia gloriosa, fatta di lotte e di passioni civili, nobilitata dalla lotta al fascismo e alla partecipazione alla Resistenza. Il modo nascere del partito popolare e della democrazia cristiana è analogo anche agli a partiti e in particolare al movimento dei lavoratori socialisti, anzi per certi aspetti anticipano di molto la partecipazione alla lotta per la conquista e il riscatto dei lavoratori. Inizia con la congiura “degli Eguali”, che ebbe in Francois-Noel-Babeuf il principale esponente. Egli raccolse intorno a sé un gruppo di democratici di ispirazione comunista , tra i quali Buonarroti, Maréchal, Darthé. Le loro idee, ispirate all’egualitarismo sociale e con la rivendicazione dell’abolizione integrale della proprietà fino ad arrivare all’equa ripartizione di terre e di beni. Per queste loro idee furono processati e condannati a morte. Babeuf e Darthè vennero condannati a morte, alcuni, come Buonarroti furono esiliati gli altri, tra cui Vadier, incarcerati. Nel 1848 esce il “Manifesto del partito comunista” di Carlo Marx. La critica di Marx si sposta così ai "diritti dell'uomo", essi sono il prodotto storico della rivoluzione americana e di quella francese , in essi quindi si cela una mistificazione: l'uomo, soggetto di questi diritti, non è altro che l'individuo privato della società civile e perciò caratterizzato da interessi particolari, celati sotto una fasulla universalità. Il soggetto dell'emancipazione umana sarà il proletariato, classe in cui l'essenza dell'uomo è andata completamente perduta e che per ciò stesso può riappropriarsene. L'unico intoppo è rendere cosciente il proletariato di aver perso la sua essenza e quindi del suo scopo rivoluzionario. La diffusione non fu solo di tipo politico-sociologico, ma anche scrittori con i loro romanzi contribuirono a propagare le idee di eguaglianza. Dostoevskij ci offre ne “I demoni” un immagine chiara e incisiva delle idee rivoluzionarie attraverso il rapporto tra Stepan Verchovenskij e il figlio Piotr, prototipo del rivoluzionario russo dell’800. Di conseguenza il movimento anarchico si sviluppò e nacque seguendo le stesse orme del socialismo e delle accuse che questo rivolse contro il liberalismo. La Comune di Parigi rappresentava il primo tentativo di una gestione del potere attuata direttamente dalle masse popolari nell'intento di sanzionare in modo definitivo la fine del vecchio mondo governativo e clericale, del militarismo, del funzionalismo, dello sfruttamento, delle speculazioni, dei monopoli e dei privilegi. La nascita nel 1992 a Genova del partito socialista, seguita dalla scissione di Livorno con la nascita del Partito comunista,l’uccisione di Amendola da parte dei fascisti , l’incarcerazione di Gramsci, la lotta di liberazione sono tutte tappe di questo percorso. Le lotte contadine per la conquista delle terre,la nascita e l’affermarsi dei sindacati operai, i morti di Reggio Emilia e di Genova sono stati nel dopoguerra momenti di lotta di tutto il movimento operaio, di cui il PCI era il principale rappresentante. La nascita di un partito, quindi, è frutto di elaborazioni teoriche ,di lotte e di sacrifici spinti, in alcuni casi, fino all’olocausto della propria vita. Vedere, quindi, nascere un partito, quello PDL, su nessuna idea ed elaborazione teorica, fa nascere la profonda ribellione verso il nome “partito” che si dà questa organizzazione. Spacciarla col nome di “partito” è quantomeno improprio. Si parla così del “partito immagine”, del “partito del predellino”, del “partito senza congressi”,del “partito del padrone”. Domina in esso una figura populista e macchiettistico-caricaturale. Emerge un populismo che può se, non ostacolato, diventare dittatura. E’ un’organizzazione che ha ridotto la società italiana in una società “unimodale”, con un’ideologia dominante del “chi più ha, più può”. E’ contro queste forme di degenerazione che la lotta è aperta e che chiama tutti a contrastarla con un’azione energica e risoluta..L’attuale “dittatura dolce” ( come dice Michele Nigro),instaurata dal cavaliere, riesce a nascondere , dietro un’edulcorata e fasulla personalizzazione delle esigenze del consumatore ,la più ipocrita massificazione mai attuata nella storia su un piano non solo economico ma prima tutto sociale e ideologico. …Ed è per questo che sono e rimango anti-berlusconiano.

LE BOCCE DI MICHELINO di di Carmine Senatore

LE BOCCE DI MICHELINO
di Carmine Senatore

Si giocava . Principale attività dei ragazzi… . Il gioco si chiamava “arreto o mierco”. Consisteva nell’utilizzare un piccolo coccio di terracotta rozzamente quadrato ( 5cmx 5cm)detto appunto “mierco”. Dietro di esso, mantenuto rigidamente in piedi o con un poco di arena, ogni giocatore metteva una moneta di 5 o 10 £. Il gioco consisteva nell’abbattere con una pietra piatta detta appunto “staccia” il “mierco” e coprire con essa la moneta che ne rappresentava anche il premio . Il gioco passava al giocatore successivo fino all’esaurimento delle monete. Colpo maestro: abbattere contemporaneamente il “mierco” e coprire con la “staccia” le monete. Ci si riusciva , però occorreva grande perizia ed abilità, lanciando la “staccia” immediatamente a monte dell’attrezzo di terracotta e coprendo le monete. Le” stacce” inoltre per noi ragazzi venivano utilizzate a mo’ di bocce, usando un coccio più piccolo come pallino. Questo ,perché era difficile procurarsi le bocce di legno. Chi aveva le bocce era invece Michelino, il cui padre falegname gliele aveva costruite modellandole da pezzi cubici di legno.. Era un ragazzo con gravi handicap . Si muoveva con difficoltà. Lo sguardo era rivolto verso l’alto e braccia che si contorcevano ad ogni movimento. Aveva difficoltà nei movimenti, esprimeva ed organizzava le reazioni del corpo in maniera lenta e scoordinata. Debole, per non dire assente il tono muscolare , che rappresenta l’attività primitiva e permanente dei muscoli ed adattato ai bisogni della postura e degli atti motori e comportamentali. La sua postura era dinoccolata e incerta ,in quanto mancanti o per dire assenti i rapporti tra i vari segmenti corporei, inseriti nello spazio. Mancante quasi del tutto la coordinazione motoria; era evidente la incapacità di compiere con armonia ed adeguata misura qualsiasi movimento. Quello ,che era peggio, era strano ed imprevedibile nel comportamento. Nessuno dei miei compagni voleva giocare con lui. Il campo da gioco era uno spiazza sterrato dietro al monumento. Era il luogo preferito da noi ragazzi,in quanto non passavano né automobili, per la verità assai poche, né motocicli né biciclette. Ogni tanto qualche carro guidata da qualche cavallo o asino transitava. Si interrompeva e poi , dopo il passaggio, si riprendeva. I nostri genitori sicuri del luogo. Anche Michelino veniva portato dai genitori, qualche volta vigilato qualche volta lasciato solo. Guardava, curioso,voleva partecipare. Io,impietosito,cercai di giocare con lui. Non l’avessi mai fatto!. Ad un certo punto mentre giocavo a bocce , mi sentii arrivare una palla di legno sul viso in prossimità dell’orecchio. Per poco non svenni. Sangue copioso e dolore lancinante per molti giorni. Nei giorni seguenti, ogni volta che lo vedevo cercavo di evitarlo. Il mio senso di compassione mi aveva giocato un tiro mancino. Nei giorni seguenti i genitori cercarono di non farlo più uscire. Dal suo balcone ci guardava…. Quanta tristezza!

mercoledì 6 maggio 2009

I ricordi e la loro rappresentazione di Carmine Senatore

I ricordi e la loro rappresentazione

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I costumi, gli usi, le tradizioni,il folklore, le persone, le vicende,le emozioni , i sentimenti rappresentano il bacino di alimentazione della nostra memoria e della nostra coscienza. Sono questi gli elementi , modificati dagli eventi che si susseguono , la materia prima delle nostre rimembranze. Dopo essersi sedimentati nella nostra coscienza , si compattano , si cementano insieme ad altri fatti , precisi nel tempo e nello spazio ,e danno origine ai nostri ricordi che in relazione allo loro stato diventano più o meno precisi . Sono frammenti, proprio per aver subito queste fasi, in ognuna delle quali avvengono azioni di trasformazioni, a volte di tipo superficiale, senza intaccarne la qualità, a volte di trasformazioni profonde ed irreversibili. Spesso essi si stratificano nella nostra mente senza subire alcuna trasformazione, talvolta in condizioni particolari subiscono modificazioni e si mescolano tra di loro e da questo slittamento perfino eventi precisi vengono alterati .Prima di stratificarsi subiscono profondi fenomeni di erosione che li smussano, li levigano e li arrotondano e, con fenomeni di lento trasporto, si incastrano fra di loro. Nel momento che vengono depositati essi si imprimono in funzione della loro pregnanza , quelli più grossolani più in superficie, quelli più sofisticati in maniera talmente cambiata da rassomigliare solo superficialmente ai ricordi originari. Vi sono poi eventi talmente traumatici che ne sconvolgono non solo la memoria ma anche la loro temporalità, mettendo quelli più antiche in superficie e quelli più recenti in profondità. Gli eventi macroscopici ,che a questi ricordi si accompagnano sono la guida della loro temporalità, sono eventi che hanno una valenza ben definita nello spazio e nel tempo e ne definiscono una correlazione specifica con altri eventi che sono verificati in altre parti. A volte questi eventi mancano e se ne rende difficile la collocazione, se non la semplice equivalenza relativa che ci permette di affermare se un evento si è verificato prima o poi. Talvolta, anche se il bacino di alimentazione dei ricordi è simile per tutti quelli che hanno avuto la stessa matrice, ognuno,poi, nella sua memoria e in relazione ai percorsi individuali li incamera in modo diverso fino al punto da farli apparire diversi. A volte sono raccordati da versioni romanzate ataviche, frutto di impressioni e di emozioni suscitate , non sempre reali, spesso sognate o immaginate. Se i bacini di alimentazioni sono diversi è ancora più difficile correlare gli eventi e i ricordi che ad essi sono legati. Fare poi una correlazione assoluta con definire età precise è ancora più problematico. E solo tecniche, sofisticate, di psicanalisi, possono farle emergere e situarle e riferirli a momenti bel definiti ed identificabili. E anche in questo caso, per la incertezza delle tecniche e spesso per imperizia professionale, li rende improbabili, confusi ed incerti. Spesso le stratificazioni sono di piccolo spessore, in quanto vissute non pienamente ma maniera distratta e superficiale. E anche la memoria collettiva , proprio perché rappresentazione vista con occhi differenti, conferisce incertezze e dubbi ed è causa di dibattiti e di discussioni. Gli eventi di largo raggio vengono resi parziali , perché vissuti con emozioni e sensazioni differenti e diverse. Narrare significa ricordare, ma ricordare significa anche romanzare. I principi di sovrapposizione, per cui ciò che si deposita prima è più antico e quello che si deposita più recente, e quello di correlazione , che ne indica l’equivalenza cronologica, se è valido per le serie naturali, non è valido per i ricordi e le testimonianze, in quanto mancano gli eventi a cui riferirli . Sono quei ricordi sterili o ,come si suol dire ,privi di memoria e di riferiment

martedì 5 maggio 2009

Il mio orto di Sgarroni e quello di Michelle Obama alla Casa Bianca

Il mio orto di Sgarroni e quello di Michelle

di Carmine Senatore

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Col sole e con l’acqua, quanta magnificenza! Cento metri quadri, grande come una serra, questo il mio passatempo. Posto a mezza costa ,circondati dai grandiosità dei Monti Alburni,il fiume Calore nella valle: questo lo scenario! Lattughe, indivie, rucola, radicchi,scarole,spinaci, piselli e fave, la produzione. E’ una delizia per gli occhi e un piacere dell’anima. Croce e delizia: delizia nel piantarli e vederli crescere, croce, a causa di talpe e chiocciole. Quanto mi costa?Non lo so! Il piantare, il concimare,il veder sviluppare sono la massima ricompensa. E’ il mio orto!. Nulla nei confronti dell’orto di Michelle alla casa Bianca. Un pezzo di giardino, trasformato in orto,è la sua incombenza quotidiana insieme alle figliolette. E’ proprio il caso di dire che la rivoluzione ecologica comincia dal basso, diciamo pure dall’orticello di casa. Ma non si tratta di una casa qualunque, bensì del luogo massimo del potere americano: si sta tingendo sempre più di verde, dopo l’insediamento della famiglia Obama.
La first lady Michelle ha infatti deciso di dare il buon esempio al suo popolo, minacciato in egual modo da obesità ed effetti del riscaldamento globale , autorizzando la creazione di un orto nei giardini dell’ala Sud della villa palladiana. La moglie dello “abbronzato” Obama,con scarpe da ginnastica, Jeans, maglietta, é alle prese con zappa e vanga. Dopo aver concimato con stallatico (ama il cibo biologico) , zappa, sarchia,pianta e raccoglie le verdure che poi cucinerà e gusterà con tutta la famiglia. Vi è poi anche un problema energetico:consumare più verdure e meno carne è un modo per una riduzione consistente delle emissioni. Un esempio per tutti e un semplice commento: Obama ha scelto quale ministro per l'energia il premio Nobel per la fisica Steven Chu…..noi abbiamo Scajola e la Prestigiacomo.... E' quanto dire! .…E la ricerca? Psicologi psichiatri affermano: “Coltivare l’orto allunga la vita”. E' il risultato di uno studio dell'Università di Uppsala in Svezia, durato ben 35 anni , ed ora pubblicato sul British Journal di marzo. Secondo i ricercatori chi fa giardinaggio o una attività sportiva di modesta intensità guadagna circa un anno di vita rispetto a chi rimane inattivo.. Io e i contadini del luogo dovremmo essere “immortali”(!?)

lunedì 4 maggio 2009

Il portafoglio di Carmine Senatore

di Carmine Senatore

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In pullman pregustavo la delizie delle arie de ”Il ratto del Serraglio” cantate dalla voce calda e melodiosa di Jane Archibald nella parte di Konstanze , il tutto condito dall’abile direzione di Jeffrey Tate. Stato di benessere spirituale accompagnato dal rito dell’acquisto da Pintauro delle sfogliatelle per la mia nipotina e non solo. L’ordine con l’immancabile domanda (“A che ora le mangiano? ’), la preparazione del pacchetto,e il pagamento….Una sorpresa,a primo acchito stordente!...... e il portafoglio? Dopo qualche istante la constatazione :non lo avevo più. Sì, proprio lui! Il mio…. Mi sono reso conto subito dei fastidi che avrei avuto: patente, carta di riconoscimento, patentino, blocchetto degli assegni, bancomat e carta di credito. Sarebbe stata una vera ed accidentata maratona : dai carabinieri alla denuncia di bancomat e carta di credito. Per me abituato ad una certa passività : un vero supplizio!...No,il denaro, no: non era la cosa più importante. Il biglietto dello spettacolo, almeno, era al sicuro e una consolazione ..non avevo neanche il telefonino che abitualmente metto insieme. In quel momento ho visto davanti agli occhi l’ilarità dei miei amici quando lo aprivo. La caratteristica: il suo gonfiore, giustificato dal fatto di essere un uomo di “affari”, tra pagamento di bollette, di spazzatura, di trattoristi e di potatori. L’ilarità subito sostituito “dal che fare?”. Telefonare a casa per sapere se l’avevo lasciato lì….ma come telefonare? Mi viene incontro l’immancabile Aldo, mi presta soldi e telefonino. Chiamata casa …silenzio. Infine chiamo mio figlio…. . L’attesa, se pure breve di durata, mi sembrò lunghissima. Finalmente la risposta: l’avevo lasciato nel cassetto insieme al telefonino. Un oggetto, inconsciamente, trascurato, se pure importante, non tanto per i soldi quanto per la nostra identificazione. In esso c’è la storia di ognuno di noi: la banca sulla quale abbiamo il conto, la foto, gelosamente custodita della mia nipotina, la patente per guidare ( sarebbe stata la perdita quasi irreparabile ,un vero calvario, tra denunce,ai carabinieri, nuova richiesta alla motorizzazione, carta bollata per il permesso provvisorio). Un mondo!.... Ho provato un sensazione strana . mi sono sentito privato di un parte di me. Il mio atteggiamento e comportamento è cambiato all’improvviso. Mi muovevo come se fosse stato privato degli arti per camminare. Anche se , comunque, non avrei comprato nulla, mi ha dato un sensazione di malessere,come se fossi stato privato della capacità di muovermi. E’ mai possibile che siamo schiavi di un portafoglio? A queste considerazioni, una riflessione: e quelli che non ce l’hanno? E a quelli, sempre più numerosi, in cassa integrazione, che devono vivere con 700 € al mese, ai tanti disoccupati , ai tanti precari ,che cosa può servire un portafoglio, se in esso non c’è poco o niente...? In quel momento ho provato un attimo di ribellione istintiva,che si è trasformata in rabbia, sempre più razionale man mano che il tempo passava…La prevaricazione dell’avere ci contamina come se fosse una febbre. Chi non ha danaro (rappresentato simbolicamente dall’oggetto) , viene espulso da una società che sempre più è basata su colui che ha , che possiede. L’empatia materialistica tra simili per il denaro esclude chi non ce l’ha. Ho sentito il bisogno di liberarmi di questa prigionia e il rifiuto del feroce ingranaggio consumistico è diventato motivo dilagante della mia protesta . Solo intellettuale….L’ho e continuo ad averlo.

Bellezze nascoste ad Altavilla Silentina - 1609-2009 Compie 400 anni il polittico della Chiesa del Carmine - di Bruno Di Venuta

Bellezze nascoste ad Altavilla Silentina
1609-2009 Compie 400 anni il polittico della Chiesa del Carmine.

di Bruno Di Venuta
La chiesa del Carmine sorge in prossimità della Piazza Umberto I° di Altavilla. Presenta una sola navata e, molto probabilmente, nasce come cappella del Convento carmelitano fondato, prima del 1600 (forse nel 1580) , da padre Teodoro Perillo Altilio maestro e dottore in Sacra Teologia proveniente da Napoli e già priore del convento del Carmine di Napoli. Eì’ una chiesa tutta da scoprire perché presenta aspetti e fatti ancora sconosciuti agli altavillesi che prossimamente pubblicherò in un mio specifico lavoro fatto in questi anni grazie alla disponibilità e alle informazioni fornite da diversi confratelli.

All' origine, la chiesa aveva un solo altare con il solo quadro della Madonna, molto bello, di autore Anonimo e data di realizzazione sconosciuta. Proprio il quadro della Madonna è inserito al centro dello splendido polittico che sovrasta l’altare maggiore al quale si accede attraverso due gradini delimitati da una balaustra in marmo policromo del 1874 che riporta nei due laterali lo stemma in bronzo del Comune di Altavilla.

Il polittico, retto da una struttura lignea poggiata su due “spuntoni in pietra” che fuoriescono dalle mura antiche della chiesa, è stato realizzato nel 1609 e firmato da Vito Bucinen (erroneamente tradotto in passato come Vito da Buccino). Il polittico è composto da 6 dipinti, delimitati da due colonne e travi in legno il cui fondo azzurro è impreziosito da rilievi in legno dorato, che circondano lo splendido quadro della Madonna. Su una di queste tele, precisamente nella parte sinistra del polittico è riportata la dicitura: “P(?)VS De Vito Bucinem pinxit 1609” .
Il Quadro della Madonna, chiuso in una vetrata, è posto al centro del polittico tra le figure di santi carmelitani tra i quali spiccano San Pietro martire e San Simone Stock (protettore dell’Ordine Carmelitano). Nella parte inferiore del dipinto sono presenti due riquadri, in quello sinistro è riportata la seguente dicitura:
“ALTA SVPPLEX VILLA CORDE IAMEN ALTIOR IPSA ECCE DAT VIRGO MAGNVM PIETATIS OPVS IMPVLIT HOC, PIETAS, CHARITAS, RELIGIO, SUMMA VT TV IN CAELIS MONUMENTA DARES A. D.”
Nel riquadro destro invece è riportata la dicitura: “O DIVVM DIGNATA, CHORO TV VIRGO BEATA TV NOS DIVA OVE SUPPLICIBUS FAVE TV DVX PRAESIDIUM, DECVS TOTIVS ORBIS IACET VILLA STRATA, NISI TVA LEVETVR OIE 1609” ”
Nella parte superiore del polittico sono raffigurati altri due santi carmelitani che delimitano un dipinto rettangolare nel quale è rappresentata l’adorazione dei Magi. Appena sotto il quadro della Madonna, tra SAN PIETRO E SAN SIMONE, è posto il dipinto nel quale sono rappresentate le Anime purificate del Purgatorio che, grazie alla Madonna del Carmelo, spiccano il volo verso il Paradiso.
Nella parte inferiore del polittico, non visibili perché sovrastati dalla struttura lignea dell’altare, sono raffigurati 5 miracoli della Madonna del Carmine. I miracoli sono inseriti tra i due basamenti sui quali poggiano le colonne. Su entrambi i basamenti è stato disegnato uno stemma che contiene tre torri la prima delle quali, quella più a sinistra, è sormontata da una stella mentre quella centrale è sormontata da una croce.

I cinque miracoli raffigurati sono degli ex-voto, ovvero rappresentano una una forma di fede alla Madonna per un miracolo o una grazia ricevuta. Sicuramente non sono riferiti a fatti locali in quanto non esiste alcuna documentazione per gli episodi dipinti e raffigurati, ma certamente sono riferiti a miracoli ‘storici’ della Madonna avvenuti in diverse località.
I miracoli rappresentano:

 L’Impiccato a cui si rompe la corda
 Lo sventurato caduto nelle mani dei briganti
 Lo scampato naufragio
 Il salvataggio dall’incendio
 Lo sventurato caduto nel pozzo

Domina il polittico un cristo risorto ligneo, probabilmente di scuola napoletana del ‘700 che si erge tra due angeli disegnati in due riquadri posti in alto sui lati del polittico.

E’ veramente un’opera eccezionale, un’opera assolutamente da vedere, valorizzare e soprattutto da tutelare.
La descrizione appena fatta non esprime il valore reale dell’opera; esperti carmelitani, da me contattati a Roma, sono rimasti senza parole nel vedere questa composizione artistica. Ha suscitato grande ammirazione il dipinto che raffigura la Madonna del Carmine che viene descritto come una esatta riproduzione dell’icona di S.Maria detta “La Bruna” ovvero la piu’ antica immagine mariana adottata dai carmelitani. L’appellativo è dovuto al colore scuro con cui è raffigurata la carnagione della Madonna e l’originale di questa icona, coronata per decreto del Capitolo Vaticano l’11/7/1875, si conserva nella Basilica del Carmine Maggiore di Napoli.
Grazie proprio agli esperti e ai loro consigli, ho presentato le copie delle foto presso l’Archivio Nazionale Carmelitano di Roma al fine di censire anche i dipinti della chiesa del Carmine di Altavilla Silentina ed evitare, come già successo per le alcune chiese altavillesi, che valide opere e testimonianze storiche si volatilizzino per molteplici fattori tra i quali spiccano interventi di recupero o di manutenzione fatti in modo scellerato anche con la complicità e l’indefferenza di noi cittadini.

Bruno Di Venuta jr.

Politica e trasformismo, opinione di Carmine Senatore

di Carmine Senatore

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Elezioni 2009? Candidature ultimate. Chi era di destra è diventato di sinistra,chi era di sinistra è diventato di destra. Domina il più bieco trasformismo. E’iniziato Mastella, seguito da Dini, che ha accettato la candidatura di Forza Italia, a distanza di meno di un mese… Si pensava che Mastella avesse avuto il pudore della delusione e della meditazione. Invece non era così…Il silenzio era dovuto alle vicende giudiziarie sue e della moglie .Passata la tempesta, eccolo di nuovo in campo: candidato alle europee con la PDL. Ed ora, a candidature ultimate, quanti “salti della quaglia”! Persone che l’altra volta avevano votato a sinistra ora sono candidati o votano per la sinistra, altri che erano stati eletti a sostegno del sindaco uscente sono passati candidati con la sinistra , anzi con l’estrema sinistra. Questo non vuol dire che non si possa cambiare idea. Ad ognuno è consentito, sulla base di riflessioni e considerazioni, cambiare opinione. Ma questo richiede almeno una meditazione profonda . Nella sua solitudine ognuno fa il bilancio della non più condivisione. Come si può cambiare la propria storia,i propri principi e i propri ideali e portarsi su posizioni completamente differenti? O forse ideali e principi erano messi da parte ed emergevano solo il senso del potere e dell’ingordigia personale. Ognuno di noi , quando un avvenimento ci tocca e ci fa pensare, si chiude in se stesso a riflette sugli errori …. E’ implicito nel cambiamento profonda tristezza e solitudine… Ma la gran parte sorgono come araba fenice dalle loro ceneri pronti ad una nuova avventura. In questi ultimi anni è cambiato il concetto di politica,non più come servizio, ma come realtà per soddisfare e risolvere interessi personali. Dai partiti ideologici si è passati al partito fatto di spettacolo e per risolvere problemi individuali. Si portano in parlamenti uomini che dovrebbero stare nelle patrie galere, insieme a mafiosi, ladri ed esportata tori di capitali nei paradisi fiscali . Il partito,organizzazione massimo della democrazia,è diventato luogo di nomine e di festini. Il partito del “predellino”, nato nella piazza ,ne è l’esempio più clamoroso. Un partito, se veramente vuole essere tale,nasce da ispirazioni ideali , frutto di elaborazioni e di riflessioni collettive, rafforzato da lotte di massa e da sacrifici spinti fino all’olocausto individuale. Ne sono corollari necessari: dibattiti,politiche ,scontri ,anche a volte aspri, congressi ed elaborazioni di idee e di propositi. Da tutto questo nasce un classe dirigente, capace di portare con disciplina istanze e politiche elaborate. Da questo tipo di politica, nasce il trasformismo, come fenomeno deteriore della politica. Alla politica, come servizio, se ne sostituisce una basata sull’interesse personale e sul soddisfacimento della propria sete di potere.