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lunedì 11 maggio 2009

I partiti politici e il partito del “predellino” di Carmine Senatore

I partiti politici e il partito del “predellino”

di Carmine Senatore

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I partiti politici hanno il compito di formare elettori dal punto di vista ideologico e politico. Questa ruolo è riconosciuto dalla nostra Costituzione come un valore pregante della nostra democrazia. Essi selezionano i candidati da presentare nelle liste elettorali in occasione delle elezioni politiche o amministrative. Sono essi con le loro strutture centrali e periferiche a garantire un’attiva partecipazione del popolo alla vita di un Paese. Si rende necessaria, poiché la partecipazione non può essere continua, la mediazione, di cui essi costituiscono l’anello di congiunzione tra le istituzioni rappresentative e la volontà popolare. Un partito politico non nasce come ”tallo da nuda terra”, ma è la conclusione di un processo storico-culturale, fatto di elaborazioni filosofiche, di lotte, di ideali ,di dibattiti e di discussioni interne , a volte aspre ,ma sempre nel segno di contribuire alla crescita della democrazia. Così è stato il modo col il quale è nato e si consolidato il partito dei lavoratori socialisti . Questo il processo è comune anche negli altri partiti a cominciare dal movimento cattolico a finire a quello laico-repubblicano di origine mazziniana. Non si può parlare di partito cattolico senza la “Rerum novarum” di Leone XIII, con la quale i cattolici rientrano a partecipare alla vita politica italiana, del movimento sindacale cattolico,delle leghe bianche , di Don Sturzo, di Grandi e di De Gasperi. E’una storia gloriosa, fatta di lotte e di passioni civili, nobilitata dalla lotta al fascismo e alla partecipazione alla Resistenza. Il modo nascere del partito popolare e della democrazia cristiana è analogo anche agli a partiti e in particolare al movimento dei lavoratori socialisti, anzi per certi aspetti anticipano di molto la partecipazione alla lotta per la conquista e il riscatto dei lavoratori. Inizia con la congiura “degli Eguali”, che ebbe in Francois-Noel-Babeuf il principale esponente. Egli raccolse intorno a sé un gruppo di democratici di ispirazione comunista , tra i quali Buonarroti, Maréchal, Darthé. Le loro idee, ispirate all’egualitarismo sociale e con la rivendicazione dell’abolizione integrale della proprietà fino ad arrivare all’equa ripartizione di terre e di beni. Per queste loro idee furono processati e condannati a morte. Babeuf e Darthè vennero condannati a morte, alcuni, come Buonarroti furono esiliati gli altri, tra cui Vadier, incarcerati. Nel 1848 esce il “Manifesto del partito comunista” di Carlo Marx. La critica di Marx si sposta così ai "diritti dell'uomo", essi sono il prodotto storico della rivoluzione americana e di quella francese , in essi quindi si cela una mistificazione: l'uomo, soggetto di questi diritti, non è altro che l'individuo privato della società civile e perciò caratterizzato da interessi particolari, celati sotto una fasulla universalità. Il soggetto dell'emancipazione umana sarà il proletariato, classe in cui l'essenza dell'uomo è andata completamente perduta e che per ciò stesso può riappropriarsene. L'unico intoppo è rendere cosciente il proletariato di aver perso la sua essenza e quindi del suo scopo rivoluzionario. La diffusione non fu solo di tipo politico-sociologico, ma anche scrittori con i loro romanzi contribuirono a propagare le idee di eguaglianza. Dostoevskij ci offre ne “I demoni” un immagine chiara e incisiva delle idee rivoluzionarie attraverso il rapporto tra Stepan Verchovenskij e il figlio Piotr, prototipo del rivoluzionario russo dell’800. Di conseguenza il movimento anarchico si sviluppò e nacque seguendo le stesse orme del socialismo e delle accuse che questo rivolse contro il liberalismo. La Comune di Parigi rappresentava il primo tentativo di una gestione del potere attuata direttamente dalle masse popolari nell'intento di sanzionare in modo definitivo la fine del vecchio mondo governativo e clericale, del militarismo, del funzionalismo, dello sfruttamento, delle speculazioni, dei monopoli e dei privilegi. La nascita nel 1992 a Genova del partito socialista, seguita dalla scissione di Livorno con la nascita del Partito comunista,l’uccisione di Amendola da parte dei fascisti , l’incarcerazione di Gramsci, la lotta di liberazione sono tutte tappe di questo percorso. Le lotte contadine per la conquista delle terre,la nascita e l’affermarsi dei sindacati operai, i morti di Reggio Emilia e di Genova sono stati nel dopoguerra momenti di lotta di tutto il movimento operaio, di cui il PCI era il principale rappresentante. La nascita di un partito, quindi, è frutto di elaborazioni teoriche ,di lotte e di sacrifici spinti, in alcuni casi, fino all’olocausto della propria vita. Vedere, quindi, nascere un partito, quello PDL, su nessuna idea ed elaborazione teorica, fa nascere la profonda ribellione verso il nome “partito” che si dà questa organizzazione. Spacciarla col nome di “partito” è quantomeno improprio. Si parla così del “partito immagine”, del “partito del predellino”, del “partito senza congressi”,del “partito del padrone”. Domina in esso una figura populista e macchiettistico-caricaturale. Emerge un populismo che può se, non ostacolato, diventare dittatura. E’ un’organizzazione che ha ridotto la società italiana in una società “unimodale”, con un’ideologia dominante del “chi più ha, più può”. E’ contro queste forme di degenerazione che la lotta è aperta e che chiama tutti a contrastarla con un’azione energica e risoluta..L’attuale “dittatura dolce” ( come dice Michele Nigro),instaurata dal cavaliere, riesce a nascondere , dietro un’edulcorata e fasulla personalizzazione delle esigenze del consumatore ,la più ipocrita massificazione mai attuata nella storia su un piano non solo economico ma prima tutto sociale e ideologico. …Ed è per questo che sono e rimango anti-berlusconiano.

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