Pubblicato su carta sin dal 1993, è uno dei più longevi periodici dell'area della Piana del Sele e Cilento. La Collina degli Ulivi online vuole essere ancora di più un luogo di informazione, ascolto e diffusione di idee, anche attraverso l'interazione in tempo reale con i suoi lettori in ogni parte del mondo.

giovedì 9 dicembre 2010

Scomparso Benito Ingenito, editore del Giornale di Eboli

Benito Ingenito, editore del Giornale di Eboli, è scomparso nei giorni scorsi. Così vogliamo ricordarlo...

Al mio amico Benito
di Diomira Cennamo
"Devo darti una brutta notizia". Questa volta, la notizia, riguardava te.

A volte le parole finiscono. E a te, alla persona che mi ha permesso, con una fiducia mai prima conosciuta, di rendere pubbliche le mie parole sull'agognata carta e di acquisirne il titolo, voglio dedicare un'immagine. L'ho vista in questi giorni, i giorni in cui sei andato via da questo mondo caotico, dove le notizie, belle e brutte, non mancano. Mi piace pensare che dietro a quel blu, sullo sfondo dei nostri affanni, ci fossi tu.

La tua dolce determinazione e la tua mite allegria mancheranno a molti.

Grazie di tutto, Benito.







A Benito

di Tiziana Rubano

Da giorni lo cercavo per parlargli, il cellulare spento. Non richiamava. Strano, non è da lui, ho pensato, sempre così preciso, attento, educato. La solita mail mensile in cui comunicava la chiusura del giornale con la preghiera di affrettarsi nell’invio degli articoli non arrivava. Insolito. Potere del social network, apro, un saluto di un collega, lo scopro così. Povera illusa convinta di aver azzerato con internet la vile distanza. Uno scarto di ore e la certezza che essere lì è altra cosa. Aspettavo una chiamata mentre Eboli già lo piangeva. E oggi lo piango anch’io, sola dove nessuno lo conosce, mentre leggo l’ultimo suo regalo, la presentazione della mia rubrica “L’IBRIda” e salvo in un file unico le mail e i suoi messaggi per fingere che sia sempre lì, con l’agenda sotto il braccio e la cravatta colorata, a organizzare dibattiti. Non ti preoccupare, sii ottimista, non è un problema, risolviamo, le parole che ricorrono in quei brevi dialoghi in rete per rendere più sereno il mio percorso di formazione. Negli ultimi tempi però era lui a chiedere, a informarsi, e solo ora capisco. Caro Benito come rimpiangerò quel caffè non preso, quante volte rimandato per la mia solita fretta! Ne berrò uno nel bar che sai, pensando a te, alla fiducia incondizionata che mi hai donato senza conoscermi, alle porte che con un semplice gesto mi hai spalancato, alla tua umanità, così rara, al tono paterno della tua voce. Ora brancolo nel buio senza appigli a cui aggrapparmi. Guida la mia penna anche da lassù. Ciao Benito, che vuoto.

Assenza de L'Auriga Cilento alla Sagra della Cultura

LETTERA APERTA AI SOCI


ASSENZA DE L’AURIGA CILENTO ALLA MANIFESTAZIONE “LA SAGRA DELLA CULTURA”


Ai soci de L’Auriga Cilento


In riferimento ai manifesti affissi nella giornata di ieri in cui si comunica alla cittadinanza il programma della manifestazione denominata “Sagra della cultura” e alla diffusione dell’evento attraverso i canali web ci preme informare i nostri soci − alcuni dei quali hanno interpellato il consiglio direttivo per avere ragguagli circa la nostra assenza − quanto segue:




  • In data 16/11/2010 alle ore 13 circa è stato consegnato, presso l’abitazione altavillese della suocera del presidente Bruno Di Venuta, l’invito a partecipare alla riunione di presentazione del progetto che si sarebbe tenuta la sera stessa (!) alle ore 18. Sebbene sia fatto noto che parte del direttivo risieda altrove, siamo riusciti ugualmente a presenziare all’incontro grazie alla disponibilità dell’amica e socia Emiliana Di Feo, la quale ci ha in seguito riassunto quanto proposto in tale sede.



  • Alla prima riunione ne è seguita un’altra, il 23 novembre (data tristemente simbolica), organizzata probabilmente con il passaparola, alla quale non siamo stati invitati; nonostante ciò e pur non condividendo pienamente le premesse iniziali, abbiamo ritenuto corretto renderci disponibili credendo nella forza che la sola sinergia può dare, la stessa che si decanta oggi nella pubblicità dell’evento (leggi su www.vivialtavilla.it).



  • Il giorno 29/11/2010 è stata inviata, mezzo posta elettronica, la seguente lettera all’attenzione di Padre Costantino Liberti e del Sig.Gerardo Di Vernieri e per conoscenza ai presidenti delle associazioni coinvolte, sperando in una risposta celere considerando i tempi di lavoro e il breve periodo a disposizione:


Con la presente vogliamo ringraziare per l’invito rivolto alla ns. associazione che, come tutti Voi, ha a cuore la tanto aspirata riapertura delle due chiese del nostro amato centro storico. Con l’occasione vogliamo altresì comunicarvi che l’Auriga Cilento, a malincuore, non riuscirà a partecipare fisicamente all’evento in quanto occupata nell’organizzazione di altre attività che si terranno durante il periodo natalizio dentro e fuori il nostro comprensorio territoriale. Dunque per gli impegni prima intrapresi, lo scarso preavviso e le residue risorse operative residenti in loco, siamo costretti, nostro malgrado, a dare un contributo “limitato” alla causa che potrebbe svolgersi nelle seguenti attività/modalità:



1)       Pubblicizzare e diffondere l’evento tramite i nostri canali web e le fonti giornalistiche conosciute e con le quali collaborano alcuni dei nostri soci.


2)       Sensibilizzare gli iscritti - e non - all’Associazione, in particolare i non residenti ad Altavilla, ad attivarsi e coinvolgere amici e parenti lontani a contribuire economicamente per il fondo “Montiamo l’Organo di San Biagio” (dicitura puramente indicativa) attraverso un’apposita pagina sul nostro sito contenente un form da compilare con i dati di chi intende effettuare la donazione.


3)       Invogliare anche solo all’acquisto dell’opuscolo i non residenti ad Altavilla Silentina tramite le stesse modalità di cui sopra. Per queste iniziative, che riteniamo opportune per sensibilizzare anche i cosiddetti “emigranti”, è indispensabile procedere con il consenso del Parroco Don Costantino Liberti, al quale chiediamo l’autorizzazione a procedere come comunicato e, eventualmente, ad aprire un apposito conto corrente postale/bancario sul quale versare le offerte.In alternativa siamo disponibili a fornire gli estremi del nostro conto corrente bancario fornendo settimanalmente, al Parroco e al direttivo responsabile dell’iniziativa, le informazioni in merito alle adesioni pervenute. Al fine di presentarci ai nostri interlocutori in modo trasparente sarebbe inoltre corretto pubblicare, in concomitanza alla richiesta fondi, la rendicontazione delle spese sostenute fino ad oggi per l’organo e i contributi già acquisiti. A vostra disposizione per chiarimenti e in attesa di conferme inviamo distinti saluti e ne approfittiamo per augurare a tutti Voi un felice esito per l’iniziativa intrapresa.


Il presidente de L’Auriga Cilento


Bruno Di Venuta


Alla proposta di cui sopra non è pervenuto alcun riscontro né all’indirizzo di posta elettronica dell’associazione né ai nostri numeri di cellulari, motivo per cui abbiamo ingenuamente creduto che la manifestazione non avesse luogo (per via del maltempo? del crollo del muro che limita in parte l’accesso al centro storico?).


Nella giornata di ieri, 5 dicembre 2010, siamo venuti a conoscenza dell’affissione delle locandine e, nota più dolente, del convegno sulla Madonna del Latte che si terrà in data 8 dicembre, statua per il cui rientro ci siamo adoperati per mesi (leggi sul sito). La buona educazione richiedeva una convocazione anche solo per questo appuntamento; non per renderci merito, cosa che crediamo di non avere, ma in rappresentanza dell’unico a cui spettano gli elogi: l’instancabile prof. Paolo Tesauro Olivieri, il quale dall’arrivo della statua a Salerno ha monitorato le fasi di restauro, sollecitato il rientro e, infine, indirizzato e supportato il nostro ultimo interessamento.


Ritenendo superflui eventuali commenti, vi salutiamo caramente.


Consiglio Direttivo


L’Auriga Cilento


Sagra della Cultura: sinergia per il recupero della chiesa di San Biagio

di Gerardo Di Verniere

Sagra : questa parola ha monopolizzato le manifestazioni di presunta promozione turistica di quasi tutti i paesi del nostro comprensorio, manifestazioni che, tranne rarissimi casi, si limitano a proporre degustazioni, spesso di dubbia qualità, di prodotti  che a volte non  ci appartengono (sagra dello struzzo, sagra della birra etc.).


Il prezzo accessibile completa poi l’opera facendo affluire nei nostri paesi una massa di visitatori, attratti dalla prospettiva di saziarsi con pochi euri,  che  nemmeno si accorgono delle bellezze del posto che li ospita e lasciano solo il degrado disseminando stoviglie di plastica dappertutto, anche su quei monumenti che ne testimoniano la storia e la cultura.


Compiuto il rituale e dandosi appuntamento alla prossima sagra ci lasciano  per ritornare, solo dopo un anno,  se la sagra mangereccia si ripete. Con questo sistema i nostri paesi vengono ricordati non per quanto hanno di bellezza naturalistica, di arte, di storia di tradizioni ma per un prodotto alimentare al quale sono, riduttivamente, abbinati ( il paese del peperone, della melanzana, della cicerchia etc.), quale fosse l’espressione unica degli sforzi produttivi di quel posto.


Per i più, che identificano con il termine sagra l’abusata celebrazione gastronomica di prodotti alimentari, l’accostamento di questa parola con la cultura potrà sembrare quantomeno blasfemo e fuori luogo. In verità  la parola “ sagra” individua una festa popolare con intento celebrativo ed educativo( già in passato è stata usata per celebrare cose e fatti ben diversi da quelli alimentari).


In effetti il primo scopo di questa manifestazione  è proprio quello di riappropriarci di radici e tradizioni culturali che  hanno da sempre contraddistinto il nostro paese e che ci hanno permesso di fregiarci del prestigioso titolo di “città”. Questo è un messaggio rivolto soprattutto alle ultime generazioni, cadute in una insolita apatia, che si limitano, quasi esclusivamente,  a sollevare problematiche servendosi soprattutto di internet,   demandandone la risoluzione ad altri. Recuperiamo la capacità di essere noi stessi attivi ed autonomi nell’intervenire,  contribuendo direttamente a migliorare la vivibilità di questo posto che tutti dichiariamo di amare. Troppa gente, specie in prossimità di tornate elettorali, dichiara amore per questo paese , quasi nessuno dimostra poi  di averne nei fatti concreti.


La promozione turistica del posto rappresenta, logicamente, il secondo scopo della manifestazione. Altavilla Silentina è sicuramente uno dei territori con maggiore ricchezza e varietà di peculiarità turistiche , qualità poco sfruttate anche perché è un paese poco conosciuto; questo in gran parte è dovuto ad un motivo geografico in quanto, principalmente il capoluogo,  non è ubicato su importanti direttrici di passaggio : per Altavilla non si transita, bisogna venirci apposta.


Il tentativo di questa manifestazione è anche quello di attivare un flusso di  “visitatori di qualità” in grado di cogliere le peculiarità del territorio e divenire, di conseguenza, un’importante cassa di risonanza in grado di colmare, almeno in parte, le lacune appena evidenziate.


Ultimo scopo, ma solo in ordine cronologico, è  reperire dei fondi da destinare alla riapertura della Chiesa di San Biagio, un gioiello del barocco che amiamo paragonare ad uno  scrigno pieno di arte, storia, tradizioni e religione.


Gioiello riportato, quasi interamente, all’antico splendore, come si può evincere da questa foto.


Al nome “SAGRA DELLA CULTURA” avrete certamente notato l’apposizione di un sottotitolo particolarmente significativo: Sinergia per il recupero della chiesa di San Biagio. Questa manifestazione mira infatti  anche a recuperare un momento di reciproca collaborazione da parte di un associazionismo, portato ad una vocazione solista, e di una  cittadinanza  che, contrariamente a quanto accadeva in passato, è poco incline a partecipare attivamente  a qualsiasi manifestazione. Voglio ricordare che la vera forza trainante delle prime edizioni di “Atmosfera Natalizia” è stata la partecipazione attiva di tutti  alla riuscita dell’evento. La calda atmosfera, che veniva piacevolmente recepita dai visitatori ,derivava anche dai tanti, variegati addobbi natalizi che ogni casa, quartiere o negozio del centro storico, spontaneamente proponeva   e dalle luminarie, parto della nostra fantasia e del nostro impegno.


E’ arrivato forse il momento di scuoterci da quel torpore assistenzialistico che ci attanaglia e ci fa pretendere, molte volte fuori luogo, che tutto ci venga dall’amministrazione comunale. Riappropriamoci di quello spirito di iniziativa che ha da sempre contraddistinto la nostra collettività!

La manifestazione

La manifestazione mira a mettere insieme due “contenitori” culturali .

Il primo, di tipo  fisico, è il centro urbano di Altavilla Silentina (via Roma, piazza Umberto I ed il Centro Storico) l’altro, definibile con una terminologia abbastanza in uso, di tipo immateriale,  è l’insieme degli incontri, dei convegni e degli eventi vari.

Quello fisico parte da via Roma, posto ideale per godere di un spettacolo mozzafiato che il nostro paese offre quotidianamente : un panorama unico. L’occhio spazia sulla Piana del Sele e sul golfo di Salerno, delimitato dalla Costiera Amalfitana e da Capri;  su questo scenario poi, tutte le sere, è possibile godere di tramonti suggestivi e mai uguali, una vera manna per gli amanti della fotografia.


In un angolo di Piazza Umberto I è ubicata la Cappella del Carmine, altro gioiello d’arte che proporremo alla visita degli ospiti.


Il centro storico ospiterà la maggior parte delle mostre e delle esposizioni di arte e artigianato lungo un percorso, definito “percorso della sapienza antica”, che proporrà la progressiva e piacevole lettura di canti e proverbi tradizionali. Questi canti e proverbi saranno oggetto di una piccola pubblicazione, intitolata “Farina del nostro sacco”, che sarà possibile avere, previa offerta libera, nel corso della manifestazione. Il danaro così raccolto sarà devoluto per San Biagio così come quello che deriverà dalla vendita del libro “Le novelle dell’acqua fetente” che l’autore, padre Candido Gallo, con l’aiuto de “I Lions” , ha  ripubblicato destinandolo a questa nobile finalità.


Il contenitore “immateriale” contemplerà una serie di eventi diversi distribuiti nei vari giorni meglio dettagliati nel successivo programma.


Ci saranno tre “incontri”   con personalità di assoluto livello.

Per la storia e l’archeologia avremo il piacere di ascoltare la dottoressa Marina Cipriani  che ha riportato l’area archeologica ed il museo di Paestum ai primissimi posti nella classifica dei siti più visitati d’Italia.


Per le scienze ci onorerà della sua presenza il prof. Gaetano Guerra , altavillese di nascita, docente di chimica delle macromolecole all’Università di Salerno nel cui curriculum vitae brilla, tra l’altro, il conferimento da parte del Presidente della Repubblica del Premio Linceo 2003.


Il terzo incontro vedrà protagonista una leggenda dello sport famosissimo anche a livello mondiale, Carmine Abbagnale, uno dei “fratelloni di Castellammare di Stabia”, oro europeo, mondiale ed olimpico nel canottaggio.


Per quanto riguarda i convegni  uno interesserà una  produttività tipica della piana del Sele , la carne bufalina inserita nel contesto della dieta mediterranea; un altro, di


interesse comprensoriale, vedrà coinvolti i rappresentanti delle varie istituzioni locali in una discussione mirante a far decollare un importante progetto di infrastruttura turistica, pronto ad essere presentato a finanziamento, quale la pista ciclabile “Da Paestum al Parco del Cilento”.


Il terzo, riguardante l’arte sacra, proporrà una “lettura” della statua lignea della “Madonna del Latte” , fresca di restauro, secondo gli aspetti artistico, religioso e culturale. Un altro significativo tassello del nostro patrimonio riportato al primitivo splendore.



Sostegno fondamentale a questa manifestazione viene dal supporto garantito dal sito “vivialtavilla.it”, ideato e realizzato da Antonio D’Andrea, che permetterà anche agli altavillesi   residenti in altre parti d’Italia o all’estero di seguire gli eventi proposti.


Su questo sito, tra l’altro , al termine della manifestazione, sarà pubblicato anche l’opuscolo “Farina del nostro sacco” che potrete  stampare per conservarlo e farlo conoscere.


Ad altiora


ALTAVILLA SILENTINA 7-12 DICEMBRE 2010


SAGRA DELLA CULTURA


SINERGIA PER IL RECUPERO DELLA CHIESA DI SAN BIAGIO


PROGRAMMA:

martedi 7 dicembre

ore 17.30 inaugurazione manifestazione con presentazione dell’opuscolo “Farina del

nostro sacco”

ore 18.00 presentazione sito internet “vivialtavilla .it “ a cura di Antonio D’Andrea

ore 19.00 apertura percorso “antica sapienza” ed  enogastronomico

ore 20.00 inaugurazione mostra di pittura”Altavilla Silentina : città tra le città” di Alfonso Mangone

mercoledi 8 dicembre

ore 10.30        INCONTRO CON:

dott.Marina Cipriani

Responsabile museo ed area archeologica di Paestum

Ore 18.00        Convegno:

“La Madonna del Latte” : arte, cultura e religione



Ore 18.30       Concerto del coro “ Musica  Nova”



giovedi 9 dicembre

Ore 18.00      Incontro con Sindaci, Provincia, Comunità Montana ,

Ente Parco sul tema : “Necessità di realizzare infrastrutture in grado di mettere in rete il territorio per promuoverne un serio sviluppo turistico: la pista ciclabile  “Da Paestum al Parco del Cilento”





venerdi 10 dicembre

Ore 18.30             INCONTRO CON :

prof. Gaetano Guerra

(docente di chimica delle Macromolecole –Università di Salerno - Insignito dal Presidente della Repubblica del Premio Linceo nel 2003)



ore 20.30      Un’ora con il gruppo musicale  “Blueyes”

sabato 11 dicembre



ore 18.00  Selezione 5^ edizione “Campania Festival”



domenica 12 dicembre

ore 10.00           Convegno: “Carne bufalina e dieta mediterranea”





ore 12.00             INCONTRO CON:

Carmine Abbagnale (Campione d’Europa, Campione del Mondo, Campione Olimpico di canottaggio)

ore  19.00     Concerto del coro “Gruppo Armonia” Amici di Don Giustino





A partire dall’inaugurazione della manifestazione sarà attivato un percorso che permetterà di fruire

di :

-un panorama unico con la visione pomeridiana di tramonti mozzafiato (via Roma)

-visita alla Cappella del Carmine, piccolo scrigno d’arte

-visita alla chiesa di S.Antonino dove sarà esposta la statua cinquecentesca de “La Madonna del Latte”

-“Percorso dell’antica sapienza” all’interno del Centro Storico con punti espositivi di arte,

artigianato e tipicità

-Personale di pittura “Altavilla Silentina : città tra le città”  di Alfonso Mangone

-“Il borgo antico” un “cafè” anni cinquanta

-La bottega del rame



Enogastronomia:

Lungo il persorso sarà possibile degustare, presso punti ristoro segnalati, tutta una serie di piatti locali realizzati con   prodotti  tipici del comprensorio.



N.B: Il percorso ed i punti ristoro saranno aperti, tutti i giorni dal 7 al 12, anche nella mattinata;

per dettagli, aggiornamenti del programma, organizzazione di visite guidate ed  ulteriori

informazioni basterà accedere al sito:

www.vivialtavilla.it





Gerardo Di Verniere  con la collaborazione di :

Padri Vocazionisti,“Altavilla Viva”, Associazione “Argonauta”, Antonio D’Andrea, “Pagine del Cilento”, “Musica Nova”, “ Gruppo Armonia”, Congrega del Carmine, Amministrazione Comunale, cittadinanza di Altavilla Silentina.

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venerdì 26 novembre 2010

Altavilla crolla a colpi di inerzia

Se questa è l'immagine della fine di un'amministrazione durata dieci anni, allora è particolarmente evidente che le iniziative che questa amministrazione pretende di vantare non si possono definire strutturali. Guardate qua cosa sta succedendo al muro situato tra la piazza e l'arco di Suso, che apre al centro storico, in una zona che, tra l'altro, è tra quelle di maggior flusso.


Un muro non diventa così da un giorno all'altro. Amministrare in questo modo una cittadinanza è criminoso. E se a queste inettitudini aggiungiamo quelle che riguardano la situazione disastrosa della rete stradale (ricordando che il nostro sindaco è diventato consulente per la sicurezza stradale alla Provincia di Salerno), allora è giusto affermare che occorre lasciare il posto a chi davvero abbia intenzione di amministrarlo questo paese, anziché lasciarlo deperire a colpi di inerzia, mettendo in pericolo - come in questo caso e in quello dell'incuria delle strade - la sicurezza pubblica. Il solo pensare di restare, a queste condizioni, è un atto criminale.



martedì 23 novembre 2010

L’Auriga Cilento: per non dimenticare le vittime del terremoto del 1980 e lo scempio post sisma.

23 novembre 1980 - 23 novembre 2010: 30 anni da quei terribili novanta secondi che diedero brutalmente il colpo di grazia ad una terra già in ginocchio. Quasi tremila morti, paesi rasi al suolo, famiglie spezzate, vite distrutte, abitazioni sventrate. E al dramma del fato si aggiunse la desolazione delle ore successive quando fra le macerie e i rantoli dei superstiti il giorno portò alla luce i colpevoli di una catastrofe figlia della solita Italia e non del solo Sud: sottosviluppo, clientelismo, speculazione, sfruttamento e impoverimento del territorio.


A quei disperati momenti in cui fu evidente la mancanza di ogni forma di preparazione ad un evento di tale portata seguirono giorni di fuggi fuggi generali di sindaci spaventati e politici minacciati. Altri invece rimasero ancorati alle loro sedie per sfruttare ignobilmente la tragedia. Furono stanziati 70.000 miliardi di lire che si dispersero in mille rivoli inghiottiti dall’ avidità di una classe politica che sulla disperazione degli sfollati cercò di costruire il suo futuro. La tragedia dell’Irpinia, Salernitano e Basilicata divenne in poco tempo il simbolo di una nazione corrotta: appropriazioni indebite di denaro pubblico, allargamento a dismisura delle aree terremotate, spreco.


Ma non solo.


In Campania, il decennio seguente si tinse di rosso: feriti magistrati, uccisi consiglieri comunali di opposizione, assessori, consiglieri regionali e funzionari di polizia, minacciati giornalisti. Tutto mentre si quadruplicava la vendita di Volvo, Mercedes e si innalzavano ville maestose. Entrare fra i comuni terremotati significava godere di contributi statali che si fermavano nelle tasche di pochi. Anche ad Altavilla Silentina in quella tremenda serata si sentì forte la scossa delle 19 e 35. La gente terrorizzata si radunò in piazza. Due furono le vittime per un tragica sorte che li legò per sempre e tanti i ruderi dalle crepe sottili che si trasformarono in abitazioni signorili. Braccianti onesti dalla dignità contadina cacciarono malamente addetti alla rilevazione danni invitandoli a recarsi dai senzatetto dell’Irpinia; intanto uomini facoltosi ristrutturavano seconde case.


Nel nostro paese il lungo periodo post sisma, controverso, disonesto e oscuro definito “terremoto infinito” è oggi riassumibile nelle porte chiuse delle due chiese del centro storico in cui dovrebbe sbattere tutta la rabbia della cittadinanza.


Negli ultimi mesi grazie all’interessamento della sovrintendenza, della diocesi, del parroco e di alcune associazioni locali qualcosa si è smosso e la riapertura teorizzata per decenni potrebbe, a breve, trovare una via definitiva ma quei muri sacri abbandonati dall’Ottanta fra l’indignazione, la rabbia e lo scoramento di molti prima e la rassegnazione di alcuni, ma non tutti, dopo rimarranno per sempre come una vergogna che peserà sulla coscienza di chi ha colpa.


Ma chi ha colpa?


Le classi politiche che si sono succedute e - in periodi non elettorali - hanno preso le distanze definendole di “non appartenenza comunale”? I vescovi? I parroci precedenti all’attuale? Privati senza scrupoli? La popolazione omertosa o quella indifferente? A distanza di tanto tempo è forse inutile andare a scoperchiare pentoloni che bollono ancora ma non possiamo dimenticare.


Martedì 23 novembre sarà soprattutto il giorno del ricordo delle vittime di un destino crudele, vittime di una sorte avversa e di uno Stato che giocò sulle loro vite e i cui segni, dopo trent’anni, sono ancora visibili. L’Auriga Cilento



lunedì 8 novembre 2010

Serre. Manifestazione contro la nuova discarica a Macchia Soprana

Con la nuova emergenza rifiuti a Napoli, ritorna lo spauracchio discarica nella vicina Serre. Un Palmiro Cornetta come sempre grintoso e determinato in questo servizio di Pagine del Cilento conduce il corteo dei suoi cittadini.
http://www.youtube.com/v/WmJIriMPF9c?fs=1&hl=it_IT

venerdì 5 novembre 2010

Riscende in campo l'Altavillese Calcio

Oltre un decennio di assenza, ma la formazione è di nuovo pronta per scendere in campo, nonostante l''incompiuto' campo sportivo di San Francesco. Le interviste agli organizzatori e al sindaco nel servizio realizzato da Pagine del Cilento.
http://www.youtube.com/v/1LYF-O4vnOY?fs=1&hl=it_IT

Libertà e moti cilentani. Il racconto dell'evento

Pagine del Cilento ha realizzato un servizio sulla manifestazione culturale dell'Associazione Argonauta tenutasi sabato 31 ottobre ad Altavilla. Di seguito il video.

http://www.youtube.com/v/yTIrcgCm5pA?fs=1&hl=it_IT

lunedì 1 novembre 2010

Firma la petizione per dire "NO alle discariche di Macchia Soprana e Valle della Masseria a Serre (SA)"

Sottoscrivere questa petizione non vuol dire solo salvare una popolazione, ma anche salvare un territorio che ha già dato tanto per il problema rifiuti in Campania. Infatti nel raggio di pochi chilometri si contano diverse discariche, alcune anche abusive. Un territorio stanco che non vuole pagare per una cattiva gestione dell'emergenza rifiuti e che in prima persona ha cercato di risolvere attuando un efficiente raccolta differenziata...

Leggi l'articolo completo e, se sei d'accordo (come non esserlo?), firma la petizione!

giovedì 21 ottobre 2010

Prossimamente su questi schermi: Cilento

Cresce l'interesse verso il nostro territorio e lo dimostrano una serie di passaggi televisivi a breve sulle principali reti italiane e su alcuni canali internazionali.


News dal Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano

Dopo le riprese effettuate per le trasmissioni Mare Latino su Rai 1,  Mezzogiorno in Famiglia su Rai 2, Abissi, Uno Mattina, Week End su Marco Polo tv (414 d Sky), Ambiente Italia su Rai 3 e sul canale nazionale “Russia 2”, che viene visto in 80 regioni della Federazione russa da più di 100 milioni di spettatori, e sui canali “ La Russia 24 ” e “ My Planet “,  il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ritorna sugli schermi televisivi delle famiglie italiane per dare modo al grande pubblico di “gustare”, anche solo con gli occhi, scorci dell’area protetta più grande d’Italia, riconosciuta patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Sabato 23 ottobre, alle ore 11,00, su Retequattro la trasmissione  “Ricette di Famiglia”dedicherà un’intera puntata alla Provincia di Salerno ed in particolare al Parco. Il noto programma, condotto da Davide Mengacci, condurrà gli spettatori alla scoperta delle eccellenze e tipicità enogastronomiche proprio nei luoghi in cui, grazie agli studi dello scienziato statunitense Ancel Keys, è nata la Dieta Mediterranea.
L’attualità, la politica, la cultura di questo territorio saranno di nuovo protagonisti martedì 26 ottobre alle 12,45 su Rai 3 con “ Le Storie – diario italiano “ condotta dal popolare giornalista e scrittore Corrado Augias.
Il meraviglioso patrimonio di storia, natura e cultura del Parco terrà invece incollati allo schermo tutti gli appassionati la mattina di domenica 31 ottobre su Rai 1, attraverso le riprese, in corso in questi giorni, delle telecamere di “Linea Verde”, che per il secondo anno consecutivo ha scelto il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Grazie all’elicottero, messo a disposizione dal Corpo  Forestale dello Stato, si potranno ammirare spettacolari immagini dall’alto ed ancora una rappresentazione delle produzioni tipiche del territorio, che sono alla base dell’alimentazione e dello stile di vita mediterraneo.

giovedì 14 ottobre 2010

Venti di rinascita ad Altavilla Silentina? Rientrata la “Madonna del Latte” e via al confronto per la riapertura delle chiese chiuse dal terremoto

Sarà che le prossime elezioni bussano alla porta e di questi tempi i volenterosi spuntano come funghi, sarà che i cittadini più sensibili da anni sbraitano e si indignano, sarà che le associazioni locali non si fermano più alla critica in piazza ma denunciano e protestano, il fatto sta che Altavilla Silentina comincia ad essere interessata da un leggero, tenue, quasi impercettibile per la verità, venticello di cambiamento che invita all’ottimismo. Il mese scorso abbiamo pubblicato la segnalazione dell’associazione L’Auriga Cilento che invocava il ritiro immediato della statua “Madonna del Latte” da anni dimenticata nel laboratorio di restauro della dott.ssa Marina Imparato e voilà, in tempi celerissimi e grazie all’intervento di Padre Costantino Liberti e della Diocesi, l’icona sacra è tornata a casa nella chiesa del convento di San Francesco. Quello che induce ancor di più a guardare al futuro in modo fiducioso è che l’agognato rientro è stato comunicato durante un incontro ufficiale fra Diocesi, Comune, Soprintendenze BSAE e BAP e associazioni che si è svolto il 28 settembre proprio al Convento e in cui si è discusso di “Chiese di Altavilla Silentina - ipotesi di interventi”. Si è dato il via così, finalmente, al confronto per la riapertura delle due chiese altavillesi - San Biagio e Sant’Egidio - chiuse del terremoto del 1980. In definitiva, in questa prima riunione, si è concordato che i progetti e gli interventi futuri sui beni ecclesiastici altavillesi saranno seguiti direttamente dalla Diocesi nella persona dell’arch. Rammauro e dalla dott.ssa Felici della Soprintendenza, i quali provvederanno a far sapere agli interessati gli aggiornamenti e le vicende che scaturiranno dall’evolversi della situazione. Si è parlato a lungo anche dell’eventualità di lavorare ad un itinerario storico-culturale-religioso che partendo dal Feo arriverebbe a San Biagio ridonando in questo modo al paese il titolo di “città delle chiese”. Anche la canonica di Sant’Egidio potrebbe tornare in vita divenendo oratorio o museo storico. Le idee non mancano, ora bisogna trovare i fondi. Tiziana Rubano


sabato 9 ottobre 2010

Ad Albanella fiaccolata per le vittime del canale

Per fortuna la gente sta iniziando a prendere consapevolezza della tragedia permanente che rappresentano le strade comunali e provinciali del nostro territorio. La strada provinciale 316 viene solitamente percorsa anche da noi altavillesi per raggiungere Capaccio. La fiaccolata è stata organizzata dall'Associazione "Insieme per crescere". Di seguito il video del servizio della trasmissione Pagine del Cilento.


http://www.youtube.com/v/gdTy2BN1cdk?fs=1&hl=it_IT&rel=0

venerdì 8 ottobre 2010

Cilento Express...ione di inefficienza

Pubblico volentieri la lettera pervenuta in redazione. L'autore è un caro amico del Nord che, ospite ad Altavilla, è incappato in un disservizio che poteva costargli un posto di lavoro... Inefficienza? Superficialità? A volte basta una disattenzione per avvalorare l'immagine stereotipata che si conosce del Sud e questo a discapito di chi lotta quotidianamente per screditarla.

Il Sud è un posto magico. Lo dico da nordico, che ogni tanto deve depurarsi dal nord isterico e petulante. Ho origini perfettamente oriunde, quasi con baricentro esatto: madre siciliana, padre toscano e nato in Piemonte. E proprio in Piemonte, dove risiedo, dovevo recarmi a fine agosto, interrompendo la vacanza cilentana, per la prova scritta di un concorso pubblico.

Cerco su internet, strumento ormai affidabile proprio perché alla rapidità nel reperire informazioni, unisce l’idea che quelle stesse informazioni siano le più aggiornate a disposizione.

Devo recarmi a Capodichino, all’aeroporto di Napoli per un low cost che mi porterà nella capitale sabauda in capo a un’ora e mezza. Da dove mi trovo, Altavilla, scopro che, per non scomodare troppo i miei ospiti, posso prendere un autobus e questo autobus si chiama Cilento Express.

Leggo Wired, una rivista mensile di tecnologia alla quale sono abbonato. Sono indietro e ho in mano il numero di febbraio 2010. Una rivista che sembra di filosofia per certi articoli. Proprio in quello che sto leggendo, si parla di un aliante solare, un progetto per volare con la sola energia del vento e del sole intorno al mondo. Si parla anche di una mongolfiera…

Fantastico: mi faccio portare all’ora giusta alla fermata di Agri Paestum, quella più vicina a dove mi trovo. Arriviamo sul luogo, un agglomerato di negozi e negozietti su uno stradone, con vocazione da centro commerciale. Entro e chiedo dove ferma il bus, non essendoci la “palina”, un posto che possa essere identificato come punto di sosta del bus in questione.

Il primo negoziante mi guarda e sorride, come se gli avessi chiesto se ha visto transitare qualche marziano con l’ombrellone sotto il solleone d’agosto. Ma ancora non mi dice che forse il bus in questione non passa. Dovrò arrivare al terzo negozietto con un proprietario un po’ più loquace e disponibile, per avere il dubbio insinuato esplicitamente: “guardi che forse questo autobus non passa più: è da molto che non lo vedo da queste parti”. Ottimo, anche se intanto il tempo passa e le possibilità di raggiungere Napoli si assottigliano. Chi mi accompagna, ci mancherebbe, si offre pure di portarmi direttamente a Napoli.

E per questo il Sud è un posto magico.

Ma sarebbe anche un posto meno surreale se, a fronte di una ulteriore ricerca su internet – ho un telefono di quelli moderni che si possono collegare al web – e, grazie a un’amica che mi ospita, arriviamo a fare la stessa telefonata e scopriamo la stessa cosa: il Cilento Express non esiste.

Non esiste più dal 2007. Siamo nel 2010 e, alla faccia della rapidità nell’inserire le informazioni e aggiornare il web, sono passati tre anni. Fate una prova e sulla oracolare pagina di Google inserite “Cilento Express”: vi dà ventinovemilacinquecento risultati in zerovirgolasedici secondi.

Interessante per una cosa che non esiste, non trovate?

“Bertand Piccard vede nel volo in mongolfiera una splendida metafora. Come si dirige una mongolfiera? Sapendo che l’atmosfera è fatta di diversi strati di vento, che soffiano tutti in direzioni diverse. «Quindi se vogliamo cambiare traiettoria, dobbiamo cambiare quota. Nella vita, ciò significa salire a un livello psicologico, filosofico e spirituale più alto», dice Piccard. Come si fa? Come si traduce la metafora in qualcosa di più pratico e quotidiano? In mongolfiera è facile: basta lasciar cadere la zavorra […] e si sale.”

Tutto bene quel che finisce bene: ho preso un affidabile treno esistente e resistente, nonostante tutto il male che si può dire, senza sbagliarsi di troppo, sulle ferrovie. Sono arrivato al pelo a Napoli, al pelo a prendere la navetta per l’aeroporto, al pelo per il check-in e per l’imbarco. Mi sono rilassato solo una volta seduto nel claustrofobico spazio assegnatomi dentro l’aeromobile. È il risultato che conta e qui concordiamo tutti. Ma sarebbe bello se almeno su questo il Sud magico diventasse tanto magico da dare il “colpo di reni” finale che, curiosamente consiste in questo caso, semplicemente nella cancellazione di informazioni sbagliate. Anche senza sostituire nulla: nessuno di noi teme l’horror vacui, ma teme moltissimo l’essere indotto volontariamente all’errore.

Penso alle parole che seguono ancora in quell’articolo che in aereo – non proprio una mongolfiera – riprendo in mano: «La gente parla di “spirito pionieristico” pensando che i pionieri sono quelli che sviluppano idee nuove. Non è così. Le idee nuove sono facili da avere. I pionieri sono quelli che hanno il coraggio di buttare fuori bordo molta zavorra. Abitudini. Certezze. Convinzioni. Dogmi. Paradigmi. E quando lo facciamo la vita non è più solo una linea che si sviluppa in una direzione o in una dimensione: diventa l’insieme di tutte le possibili linee che vanno in tutte le direzioni, in tutte le dimensioni».

Chiudo la pagina che sono già in quelle tre dimensioni, fisicamente intendo. L’aeromobile va, nel cielo azzurro sopra il mar Tirreno in direzione nord. Penso che non ci sarebbe niente di pionieristico nell’abolire le tracce web del Cilento Express. Penso che sarebbe bello se la zavorra di quei ventinovemilacinquecento risultati in zerovirgolasedici secondi di Google diventassero zero.

Che bello sarebbe se in questo modo una microscopica, ma comunque significativa, frazione del dogma “il Sud che non funziona” venisse abbattuto.

Luciano Celi

mercoledì 6 ottobre 2010

Il rugby in "Terra di bufali"

Il torneo di rugby organizzato dal sito www.rugbista.it, dedicato al nostro territorio e simbolicamente ispirato agli animali possenti che vi si allevano, è stato un successo


In pochi ci credevano, in pochi pensavano si potesse fare, invece la determinazione di chi ci credeva in questo evento ha avuto la meglio. Tante le difficoltà degli organizzatori, come del resto succede a tutti quelli che nel nostro territorio cercano di costruire qualcosa, ma tutte risolte brillantemente con il supporto di istituzioni, imprenditori ed amici. Ma un’avversità su tutte sembrava di voler ostacolare l’evento, il meteo. Due giorni di pioggia intensa nel salernitano, fino a domenica mattina hanno rallentato ma non fermato i preparativi. Quando al mattino presto sono arrivati al campo di Borgo Carillia per preparare il terreno sembrava impossibile si potesse riuscire, invece nonostante la pioggia ininterrotta sono stati montati i pali e tracciate le linee. In tanti hanno chiamato per sapere se si effettuasse il torneo, ed a tutti, nonostante un cielo scuro, è stato risposto che pioggia o non pioggia si giocava, gli unici a non chiamare erano i rugbisti, che non si sono posti il dubbio. Perché rugbisti gli organizzatori e rugbisti gli atleti, che hanno una certa similitudine con i Bufali, cioè non ci si ferma davanti a niente, determinazione, forza e coraggio sono alla base del gioco del rugby. Poi il tempo è cambiato, la pioggia è terminata ed è uscito un bel sole, fortuna ? Certo che sì, ma importante è stato non scoraggiarsi e farsi trovare pronti al via. Cosi alle 13 tutto pronto ed è stato dato il via al primo torneo di rugby ad Altavilla Silentina.


Circa 200 atleti divisi in 6 squadre, tutte partecipanti al campionato di serie C Campano: Avellino, Battipaglia, Fortore di Benevento, Nuceria, Salerno e Wasps Stabia. Il torneo si è svolto con sei partite di qualificazioni e poi le finali per la classifica finale.


Alla fine la vittoria è andata al Salerno, secondi i Wasps, terzi il Nuceria e poi Battipaglia, Avellino o Fortore.


Tante le persone intervenute, incuriosite da questo gioco di cui si sente spesso parlare, ma che non viene praticato ad Altavilla, difficile contare quante persone c’erano, anche perché il torneo si è svolto a porte aperte, il pubblico era anche a bordo campo.


Le premiazioni sono state presiedute da Donata Carrozza in rappresentanza dello sponsor Caseificio la Contadina, Guido Contini (tra gli organizzatori del torneo) del Consorzio di carni Bufaline, Al.B.A. , Gennaro De Falco, presidente del Comitato Campano di Rugby e Christian Sabia, presidente della Pro Loco di Altavilla, che ha patrocinato l’evento, e Vincenzo Mordente, noto organizzatore di eventi sportivi di successo.


Alla fine gran terzo tempo, cioè il momento di socializzazione post partita che nel rugby è un’istituzione, con prodotti tipici locali, mozzarelle di bufala e salumi bufalini. I rugbisti hanno gradito ed onorato le prelibatezze.


Alla fine è Salvatore Lucia, tra gli organizzatori del torneo a tirare le somme dell’evento: “Abbiamo centrato gli obiettivi che ci hanno spinto a creare questo evento, avvicinare il rugby ed Altavilla. I rugbisti si sono mostrati interessati al territorio ed ai prodotti locali, tutti i partecipanti ci hanno chiesto di ripetere il torneo, anche squadre che non sono intervenute ci hanno chiesto di essere invitate alle prossime edizioni, perfino squadre estere hanno fatto questa richiesta . Ci hanno chiesto anche di effettuarlo su più giorni, cosi da avere la possibilità di visitare il territorio. Allo stesso tempo abbiamo presentato il rugby agli altavillesi che ci hanno chiesto informazioni sul gioco, le regole ma anche i principi morali che lo sostengono. Che nasca un amore tra Altavilla ed il Rugby ? Chi sa, speriamo. Noi abbiamo fatto il primo passo, i principi del rugby sono Avanzare, Sostenere e Continuare, abbiamo seguito alla lettera i primi due principi del nostro gioco, ora ci tocca continuare, avanzare e sostenere".


Foto: dal torneo altavillese "Terra di Bufali"

Francesco Mottola, altavillese docente universitario, ordinato diacono dal cardinale Sepe


Domenica 26 settembre 2010 si è svolta alla Chiesa Cattedrale dell’Arcidiocesi di Napoli l’Ordinazione Diaconale di Francesco Mottola, nipote di “Don Ciccio” (più volte podestà e sindaco di Altavilla Silentina, dove era nato nel 1881 e morto nel 1958).


Il Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, ha conferito in una coinvolgente cerimonia liturgica l’ordinazione diaconale a Federico Battaglia, Francesco Del Vecchio, Andrea Di Genua, Antonio Luiso, Francesco Mottola, Michele Pezzella. Così Francesco Mottola aveva comunicato ai cugini il suo percorso e la sua scelta: “Solo pochi anni or sono mi sono accorto di essere stato scelto dal Signore sin da giovanissimo ma senza che ciò risultasse a me chiaro. Dopo i relativi studi teologici e la necessaria preparazione sotto la guida di esperti sacerdoti e di un arcivescovo, sono oggi alla soglia dell’Ordine Sacro del Diaconato e del Presbiterato”.


Due lauree: Giurisprudenza e Lettere moderne. Ricercatore universitario di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara dall’1988, poi di Paleografia latina. Professore a contratto di Metodologia per l’edizione delle fonti documentarie medievali (1987-88) presso la stessa Facoltà, professore affidatario di Paleografia e Diplomatica e Paleografia latina dal 1991 al 1998 e dal 2004 in poi; di Archivistica dal 1993 al 1995 e dal 2003 in poi; di Paleografia latina presso la Scuola di Specializzazione in Studi storico-religiosi della predetta Università (1998-2001); di Diplomatica dal 1999 al 2007. Professore di Paleografia e Diplomatic» presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia dell'Università della Basilicata, sede di Matera.



giovedì 30 settembre 2010

Chiese di San Biagio e Sant’Egidio. Siamo ad una svolta?

Partito ufficialmente il tavolo tecnico sulle chiese chiuse da trent'anni

Si è tenuto il 28 settembre, presso il Convento San Francesco di Altavilla, l’incontro sulle ipotesi di interventi sui beni ecclesiastici altavillesi, organizzato dall'Ufficio Beni Culturali della Curia Diocesana di Vallo della Lucania. Di seguito vi proproniamo il report dell'incontro a cura dell'associazione L'Auriga Cilento, che si è fatta promotrice della strutturazione di strategie di recupero delle chiese inagibili dal terremoto del 1980.


Al tavolo dei lavori erano invitati il sindaco di Altavilla, il parroco e le associazioni culturali, oltre alle Soprintendenze BSAE e BAP di Salerno. Erano presenti il parroco, don Costantino Liberti, la Diocesi con l’architetto Raffaele Rammauro, la dottoressa Maria Giuseppina Felici della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici, l’architetto De Feo della Soprintendenza per i beni artistici e paesaggistici, il presidente del consiglio comunale Enzo Baione e il dirigente dell’Ufficio tecnico Alessandro Fusco: Diverse le associazioni locali presenti: MusicaNova con Renato Mazzei, AltavillaViva con Piero Lettieri e Claudia Fusco, L’Auriga Cilento con Arcangelo Bellissimo, Maurizio Di Masi, Sergio Di Masi, Marco Polito, Amedeo Cennamo e, come privato cittadino, Gerardo Di Verniere.


Fra gli interventi sottolineiamo quello del signor Di Verniere che ha illustrato il suo impegno personale, profuso sin dal lontano 1986, relativamente al restauro delle chiese altavillesi e delle loro opere interne, sostenendo di aver lavorato sempre in simbiosi con la Diocesi e la Soprintendenza. A questo proposito, Felici e Rammauro, non avendo in questi anni mai ricevuto documentazione in merito al progetto della sistemazione della pavimentazione avvenuta in San Biagio, si sono riservati di controllare nei propri archivi quanto sostenuto dal Signor Di Verniere.


I rappresentanti dell’Auriga Cilento, ringraziando i promotori dell’incontro, iniziativa che negli ultimi mesi avevano più volte sollecitato, hanno chiesto a Felici se sia possibile spostare i 50 mila euro – già stanziati secondo quanto riferito dal delegato della BSAE nel convegno altavillese da loro promosso il 20 agosto 2009 - per il consolidamento della chiesa di Cielo e Terra, su almeno una delle chiese altavillesi chiuse, in particolare quella di Sant’Egidio che si presenta in una situazione migliore rispetto a quella di San Biagio e potrebbe quindi essere riaperta in tempi brevi e con stanziamenti relativamente bassi.


A tal proposito è stato sottolineato che la Chiesa di Cielo e Terra è di proprietà comunale, ed il Comune su tale immobile ha già ottenuto un finanziamento di circa 800 mila euro, destinati al recupero della struttura e alla creazione di un museo. Felici, non essendo al corrente del finanziamento riferito dal delegato della BSAE, si è impegnata ad effettuare le dovute ricerche per verificare quanto sostenuto dal suo delegato, e se tale notizia fosse confermata provvederà sicuramente a far spostare su S.ant'Egidio tale contributo.


Rammauro, nel prendere la parola, ha proposto alcuni canali di finanziamento – fra l’altro già suggeriti dall’Auriga nel convegno promosso nell’agosto del 2009 - e cioè:


- attingere ai finanziamenti ARCUS presentando un progetto globale per il recupero di tutti i beni storici altavillesi, per richiedere un finanziamento del 70-80% dell’investimento totale, purché il progetto venga presentato entro il marzo del 2011.
- utilizzare il filone relativo ai finanziamenti previsti per i contributi dell’8 per mille dai contribuenti. Indipendentemente dalle strade intraprese è indispensabile però garantire la somma restante, non copribile dai finanziamenti pubblici, attraverso altre fonti.


L’architetto della Diocesi ha poi sottolineato la bellezza e l’importanza storica della Casa Canonica di Sant’Egidio dove ha scoperto - dietro la carta da parati che riveste le pareti - degli affreschi molto belli, oltre agli altri affreschi conosciuti, come quello situato dietro la pala di San Francesco presso il Convento. Queste affermazioni hanno destato stupore e meraviglia anche nell’arch. De Feo, della soprintendenza BAP.


L’Auriga Cilento e MusicaNova si sono dichiarati favorevoli alle proposte di Rammauro, chiedendo però che il tutto sia realizzato e gestito da chi ha competenze in merito, ovvero dalla Diocesi stessa o dalla Soprintendenza. Il Comune di Altavilla ha dato la disponibilità nel collaborare, ma ha precisato che attualmente non ha fondi a disposizione per questo tipo di interventi.


Nelle conclusioni si è concordato che tutte le progettazioni e gli interventi futuri sui beni ecclesiastici altavillesi saranno seguiti direttamente dalla Diocesi (nella persona di Rammauro) e dalla Soprintendenza (Felici), i quali provvederanno a comunicare tutti gli aggiornamenti e le vicende che scaturiranno da queste decisioni concordate. Entrambi hanno sottolineano che in queste occasioni sono molto importanti gli aiuti esterni che possono arrivare da Associazioni locali, imprese e cittadini.


Don Costantino ha comunicato che servono ancora 18 mila euro per completare il pagamento del restauro dell’organo di San Biagio e ha chiesto alle associazioni e ai cittadini di mobilitarsi per trovare questi fondi. Con l’occasione ha comunicato che la statua della Madonna del latte è rientrata al Convento San Francesco a seguito del restauro effettuato a Salerno, mettendo fine ad una vicenda durata diversi anni.

martedì 28 settembre 2010

La Madonna del latte torna ad Altavilla

Dopo la segnalazione dell'Associazione L'Auriga Cilento (ne abbiamo parlato in questo post), l'effigie lignea di una dolcissima Madonna che allatta il suo bambino, ha fatto ritorno ad Altavilla, dove fu creata da uno scalpello di ben quattro secoli fa.


L'opera d'arte era rimasta in un laboratorio di restauro di Salerno per ben sette anni: vi era giunta nel 2003 per un restauro ultimato nel 2007. Ma da allora, complici forse i cambi di guardia nella curia altavillese, della statua si erano perse le tracce.


Fa sapere l'associazione presideuta da Bruno Di Venuta: "Subito dopo la nostra segnalazione, il parroco, Don Costantino Liberti, si è attivato per  farla rientrare dal laboratorio di restauro di Salerno in cui giaceva da diversi anni. Ringraziamo la Diocesi e Don Costantino per la sensibilità dimostrata".


La Madonna sarà visitabile presso il Convento di San Francesco. Speriamo che,  insieme ai quadri del Peccheneda, trovi la sua giusta valorizzazione artistica.

venerdì 24 settembre 2010

Altavilla tra i luoghi del cuore FAI



Abbiamo pensato di iscrivere il nostro borgo al progetto "I Luoghi del cuore" del FAI. Tra i beni maggiormente segnalati saranno selezionati quelli da recuperare. Ecco perché vi invitiamo tutti a votare.

E' semplice, basta cliccare qui. Ci si registra con un click attraverso facebook e sempre con un click si segnala il luogo preferito. Se volete potete anche aggiungere un commento alla scheda.
Proviamoci o quanto meno facciamo conoscere all'Italia il nostro bellissimo borgo medievale.
C'è tempo fino al 30 settembre.

http://www.iluoghidelcuore.it/castello_di_roberto_il_guiscardo_xi_sec_e_centro_storico_medievale

Foto: Rebecca Nolland

mercoledì 22 settembre 2010

Altavilla. L’omicidio dell’autista della Sita, nuovo articolo su “Cronaca Vera” di Massimiliano Lanzotto

Pubblico dopo aver ricevuto la segnalazione da parte di Oreste Mottola. Da altavillesi abbiamo il dovere di collaborare con la famiglia e gli avvocati alla risoluzione del caso. Chi sa parli. Omertà è colpevolezza.

di MASSIMILIANO LANZOTTO

Altavilla Silentina (Salerno). La sera del 20 dicembre 2007, come tutti i giorni, dopo aver concluso il suo turno, Antonio Mottola, 54 anni, autista delle autolinee Sita, parcheggiò il bus nella area di sosta di Campagna (Salerno): ma contrariamente alle sue abitudini, non fece ritorno a casa, in contrada Olivella di Altavilla Silentina. Dopo l’ultima corsa fermò il bus e si mise alla guida della sua automobile. Ma all’altezza di contrada Castelluccio di Altavilla, intorno alle 22, l’auto fu colpita da un proiettile di un fucile da caccia, di quelli usati per abbattere i cinghiali. Il colpo attraversò il portabagagli, il sedile posteriore e raggiunge polmone e cuore. La morte sopraggiunge poco dopo.

A distanza di oltre due anni chi ha sparato quel colpo mortale non è stato mai trovato. Il tribunale di Salerno, in assenza di prove schiaccianti, lo scorso mese di aprile ha deciso di archiviare il caso. La famiglia non si arrende, vuole giustizia e chiede che vengano riaperte le indagini. “Il lavoro investigativo deve proseguire, il caso deve essere riaperto – dice la moglie Paola Vuolo, 44 anni – Qualcuno sa, ma non vuole parlare. Di cosa ha paura. Ci sono tre figli che vogliono conoscere la verità sul destino del padre”. La donna che apprese la notizia della morte telefonando quella notte stessa sul cellulare del marito, nei mesi successivi ha ricevuto anche un avvertimento. Sul parabrezza posteriore dell’auto ha trovato un scritta inequivocabile tracciata nella polvere: “Ti ammazzo”.

Delitto passionale, incidente di caccia, scambio di persona: di ipotesi sul movente dell’omicidio Mottola se ne sono fatte tante. Nessuna, però, che ha portato a un risultato giudiziario certo. I familiari – assistiti dai legali Ezio Catauro e Carmine Gallo – contestano le indagini nell’immediatezza dell’omicidio. “Perché non furono subito attivati dei posti di blocco nella zona, perché non si tenne conto delle telecamere di sorveglianza installate sulla strada provinciale Campagna-Altavilla”, si chiede il primogenito Emilio Mottola, 34 anni. “Mio padre – aggiunge – era una persona mite, ma potrebbe essere successo qualcosa o che abbia preso le parti di qualcuno e si sia trovato impelagato, suo malgrado, in una situazione difficile. Sono certo che ci sono persone che sanno, ma non parlano per qualche ragione. Gli inquirenti devono tenere conto degli indizi emersi in questi due anni e fare luce sui punti oscuri”.

La vita di Antonio Mottola che i passeggeri della tratta Salerno-Campagna chiamavano “Briciola”, è stata passata al setaccio nelle settimane successive all’omicidio. I carabinieri hanno controllato le telefonate fatte e ricevute dalle utenze cellulari e seguito gli ultimi spostamenti della vittima. “Antonio era un lavoratore infaticabile, attaccato alla famiglia e ai figli. – aggiunge la moglie – Aveva l’hobby della caccia che praticava con un gruppo di amici. Per tutti era una persona alla mano che era pronto a farsi in quattro per un amico. La sua disponibilità verso gli altri era incondizionata, non faceva discussioni con nessuno, scivolava su ogni cosa perché era contro i litigi”.

Le amicizie dell’autista Sita è stata passata ai raggi X. Sono state sentite decine di persone informate sui fatti, compresi due sue ex fidanzate, lontane nel tempo. L’inchiesta che ha cambiato tre magistrati, non ha consentito di acquisire elementi sufficienti per ricostruire la vicenda e individuare l’autore del delitto. “Il caso è stato affrontato, fin dall’evento che ha determinato l’omicidio di Antonio Mottola, con troppa superficialità. – dice l’avvocato Carmine Gallo – Abbiamo avuto un’indagine parziale e, forse, poco obiettiva. Troppe insinuazioni e pettegolezzi si sono fatti, senza alcun riscontro oggettivo, che hanno confuso le indagini su un delitto rimasto ad oggi impunito. Non si è soffermati sulle contraddizioni dell’amico, figura enigmatica nell’inchiesta legata alla vittima da una fratellanza viscerale, né sull’ipotesi di un bracconiere. Infatti, la zona teatro dell’omicidio è conosciuta per la caccia al cinghiale: praticata venatoria esercitata da numerosi cacciatori del luogo. Nessuno di loro è stato mai sentito dagli inquirenti”.

Troppi sono gli aspetti e le contraddizioni nell’omicidio di Antonio Mottola che andrebbero riviste e analizzate di nuovo. Il colpo di fucile, calibro 12, ad esempio, sarebbe stato esploso a una distanza di circa 100 metri, non incompatibile con un appostamento utilizzato per la caccia al cinghiale. “Non sappiamo ancora se il colpo è stato esploso mentre l’auto era in movimento e neppure che marcia era inserita. Troppi sono gli aspetti da chiarire per non chiudere frettolosamente il caso come omicidio senza autori – aggiunge l’avvocato Ezio Catauro – Chiediamo che vengano riaperte le indagini sugli aspetti trascurati, di insistere sui punti oscuri della vicenda e sulle contraddizioni emerse nel corso degli interrogatori delle persone informate sui fatti”.

C’è una cognata dell’autista ucciso che rivela di avergli parlato in un sogno. Antonio Mottola l’avrebbe rassicurata: “ non ti preoccupare, a breve sarà scoperto il responsabile del mio assassinio”. E i sogni sono premonitori. Chissà che questo omicidio avvolto nel mistero non vanga chiarito una volta per tutte. Massimiliano Lanzotto

Cronaca Vera – n. 1972 del 23 giugno 2010, pagg. 8 e 9

martedì 21 settembre 2010

L’ angelo vassallo si è portato con sé il mio mondo di paglia

Nove colpi sono bastati per frantumare la villa di cartapesta nella mia oasi di fittizia felicità. Ci fu un tempo in cui quattro muri grezzi e un tetto aguzzo erano una dignitosa casa tenuta in ordine da un’adorabile vecchina che era anche mia nonna. L’ingresso al cortile, sul retro, era segnalato da due bastoni in legno marcio distanti a malapena la larghezza di un’automobile. Più che un ingresso era un intervallo fra la vigna e la legna accatastata in attesa di ardere in prodigiosi fuochi invernali. Non c’era il cancello verde, pesante e mobile che slitta ora su un binario lucido ad ogni colpo di telecomando e permette di tenere a debita distanza i visitatori che, nell’ordine, devono: suonare il clacson, scampanellare al citofono, farsi riconoscere ed eventualmente, dopo autorizzazione, entrare. L’ispezione dura pochi secondi perché l’apertura, da anni, è stata spostata sul davanti in modo da avere sempre la faccia al nemico, mai le spalle. Ci fu un tempo in cui l’adorabile vecchina passava il pomeriggio seduta sulla panca in ferro battuto a guardare verso la strada. Nulla ostacolava il suo campo visivo e tutti potevano ammirarla nella sua ieratica compostezza contadina. La vecchina, oggi, avrebbe sofferto di claustrofobia morsa nella stretta del recinto alto tagliato a siepe, dei piccoli ulivi piantati a tutela della privacy, delle canne di bambù che svettano alte a proteggere da sguardi indiscreti. Ci fu un tempo in cui la casa della vecchina era difesa solo da un vecchio e malconcio portone sufficiente alla sua funzione: tenere al riparo dal freddo e dal vento. La vecchina, ogni sera, d’estate, spalancava le finestre prive di inferriate permettendo alla frescura di invadere gli spazi e fissava le zanzariere. Gli insetti erano la sua grande preoccupazione. La sfida di una vita fra lei e loro. Ci fu un tempo in cui la vecchina non saltava un appuntamento con il Tg delle venti, quando era ancora un servizio pubblico, e si incupiva, non si capacitava, realizzava l’esistenza di un altro mondo dove non preoccupavano solo gli insetti. Si è vero, qualche anno prima, un alone aveva offuscato il cielo blu cobalto che copriva le loro teste, ma era stata una nuvola di passaggio, un temporale. Come si chiamava? Come lo chiamavano? Don Qualcosa. L’avevano preso proprio lì vicino. Il giorno prima l’aveva incontrato alla bottega e il giorno dopo, paft, nelle prime pagine di tutti i giornali. La vecchina non sapeva leggere, ma l’aveva riconosciuto, glielo avevano detto. L’ ing. Califano era il “professore della Vesuviana”. Mio Dio, del resto si sa che il topo si nasconde dove il gatto non lo cercherà mai. Ci fu un tempo in cui, in una terra che già nel nome rivela le attese infinite e pazienti del Sud, non si conosceva la paura. Poi arrivò la droga e lo spaccio, poi i resort e i villaggi turistici, poi i porti e gli yatch, poi i rifiuti e le discariche, e gli interessi economici. Ci fu un tempo, ieri, in cui nove colpi hanno svegliato un popolo onesto e credulone che ingenuamente si sentiva esonerato da ogni prevaricazione. Nove colpi che hanno lacerato ogni corpo cilentano e frantumato la villa di cartapesta nella mia oasi di fittizia felicità. Ci fu un tempo, non troppo lontano, in cui nella casa dai muri grezzi si spense quell’adorabile vecchina, che era anche mia nonna, beatamente convinta che il problema del Cilento fossero gli insetti. Tiziana Rubano

lunedì 13 settembre 2010

Perché la statua seicentesca della Madonna del latte non ritorna nella sua Altavilla?

Ecco un nuovo esempio di trascuratezza del patrimonio storico delle chiese altavillesi.


La statua della “Madonna del latte”, appartenente ai beni storico-artistici del Convento San Francesco di Altavilla, sebbene sia stata restaurata da oltre tre anni e non ci siano importi economici da pagare, giace ancora presso il Laboratorio di Restauro e Conservazione di Marina Imparato in VICOLO RUGGI GIOVANNI D' ARAGONA 15 – SALERNO.


Inspiegabilmente chi ha promosso e seguito la lodevole iniziativa non ha ancora provveduto a ritirare o far ritirare la statua e riportarla nella sua sede storica.


Per  la Dr.ssa Marina Imparato, che ha eseguito il restauro, manca unicamente la richiesta di restituzione - più precisamente ritiro del bene - da parte del Parroco di Altavilla Silentina. L’atteso rientro però potrà essere effettuato solo dopo l’emissione dell’idonea certificazione ed autorizzazione per il rilascio da parte della Soprintendenza di Salerno che seguirà la richiesta anzidetta.


La statua della Madonna giunge a Salerno nel 2003 insieme ad altre statue altavillesi che, prontamente restaurate, sembra siano rientrate in paese già qualche anno dopo.


A maggio 2008 il Prof. Paolo Tesauro Olivieri, storico locale residente a Salerno, pubblica un suo studio-ricerca, “Cenni sulla Madonna del latte nella chiesa San Francesco di Altavilla Silentina” nel quale riporta quanto segue: “…. Da un compaesano, tra il 2003 e il 2004 mi veniva riferito che quella icona bella, maestosa era  stata trafugata e al suo posto si trovava una statua dell’Immacolata. La notizia mi lasciò amareggiato. Essa era vera solo in parte, perché da un altro amico compaesano mi veniva riferito che l’icona si trovava in una bottega di restauro in via G. Ruggi del rione Portanova di Salerno gestito dalla restauratrice Marina Imparato…”. Per verificare la verità di quanto appreso, il professore si recò all’istante presso il Centro di Restauro seguendo poi, passo dopo passo, il restauro della statua che si completerà agli inizi del 2007. Nei primi mesi del 2008 Paolo Tesauro Olivieri scrive al Rettore del Convento San Francesco chiedendo un intervento per riportare l’opera sacra nel suo luogo d’origine. Dalla realtà odierna emerge che sulla vicenda ci sia stato un completo disinteresse.


La restauratrice Marina Imparato, contattata in questi giorni, attende tuttora che la proprietà (Curia di Vallo-Parroco di Altavilla) ne richieda la restituzione. Da ricerche effettuate dall’Auriga Cilento, sembra che nel passato si sia attivato un anonimo cittadino altavillese ( pare ex assessore del Comune di Altavilla) che dopo aver verificato il completamento del restauro, chiese di pazientare in attesa dell’ultimazione dei lavori di ristrutturazione-manutenzione della sede originaria della scultura lignea! Ancora una volta “il privato” assume arbitrariamente ruoli e decisioni che portano a disguidi, incomprensioni, inefficienze e causano astio fra cittadini-parroco-soprintendenza.


La scheda di restauro, redatta dalla restauratrice, riporta quanto segue: "La statua della Madonna del latte, con una dimensione di 1,80x0.65m, è stata realizzata, da uno scultore anonimo, nel XVII secolo. La scultura di un unico pezzo ligneo è stata ricavata da un tronco di un albero la cui essenza era la quercia, le parti assemblate erano la mano e la figura del Bambino sul lato destro….”. Secondo le tesi del Prof. Olivieri la statua potrebbe essere stata scolpita da qualche monaco “versato nell’arte del pennello e della scultura” diversi secoli fa, utilizzando un grosso tronco di legno “incavato nella parte di dietro” e, prima del restauro, non uscì mai da quella “nicchia senza altare” dell’angolo destro del tempio di San Francesco…


Come si può notare dalle foto eseguite nel giugno 2007, gentilmente concesse da Arduino Senatore, la statua è imponente e di superba bellezza.


È possibile intervenire celermente per permettere alla cittadinanza di fruire di un bene proprio?  Parroco e Diocesi possono avviare le procedure richieste?


Duole sottolineare che questa è l’ennesima dimostrazione che, malgrado l’impegno profuso vantato da qualcuno in questi mesi, perduri un’assoluta superficialità nel gestire e vigilare sui beni storico-artistici del nostro paese. Non a caso, la pubblica denuncia dell’Auriga Cilento del 20 agosto 2009 e il successivo sopralluogo della Soprintendenza eseguito il 12/12/2009 hanno evidenziato, con documentazione esplicita, lo stato d’incuria in cui versano le chiese di San Biagio e Sant’Egidio chiuse, come sappiamo, da trent’anni. La Soprintendenza, nell’occasione, chiese collaborazione e l’istituzione di un tavolo tecnico per tentare di risolvere il problema. Nella comunicazione del 27/4/2010 e nell’incontro tenutosi il 14/6/2010 con le Associazioni altavillesi, Padre Costantino Liberti, rivendicando il ruolo di legittimo proprietario (come diocesi) dei beni,  si è assunto l’impegno della convocazione del tavolo tecnico. Ad oggi siamo ancora speranzosi di ricevere l’invito.


Quali sono le motivazioni di questo ritardo se l’architetto Rammauro, direttore dell’Ufficio Tecnico dei beni culturali della diocesi di Vallo della Lucania, ha dato la sua disponibilità già dopo un proprio sopralluogo effettuato in data11 giugno 2010?


Dobbiamo continuare a percorrere ancora le solite strade ambigue e dannose che tendono a distruggere la memoria e la storia altavillese?


Noi dell’Auriga Cilento crediamo che l’interesse delle associazioni e dei cittadini, finalizzato alla tutela dei beni storici-ambientali,  dovrebbe essere visto ed accettato come una valida collaborazione nell’affrontare  e risolvere il problema e non come uno strumento di parte utilizzato per altri scopi (politici o personali)!  Per questo motivo ribadiamo ancora una volta, come già fatto nei mesi passati, il  nostro interesse a lavorare in sinergia con tutte le istituzioni, e stimolarle quando necessario, affinché siano eliminate le cause che hanno prodotto i ritardi e i danni che tutti conosciamo.


L'Auriga Cilento, Associazione per lo sviluppo e la promozione del territorio


aurigacilento@gmail.com

venerdì 10 settembre 2010

Quant’è vicino a noi Angelo Vassallo

Ci aveva fatto avvicinare di più Hemingway. Io avevo trovato quei nuovi elementi che permettevano di poter rilanciare l’idea di un soggiorno cilentano, nell’Acciaroli dei primi anni Cinquanta, dell’autore di “Fiesta”.

Al telefono gli anticipai la notizia: “Veramente dici? E falla uscire!”, non mi disse più di tanto.

Era di poche parole, Angelo Vassallo. Ma capace di impuntature a viso aperto. Come nella serata nella quale vennero presentate queste nuove ricerche sulla presenza del premio Nobel. Arrivò al limite dello scontro fisico con degli ascoltatori che rumoreggiarono, da “destra”, in seguito ad alcune parole di un relatore.

Molto pragmatico nell’agire politico quotidiano, tuttavia mai dimenticava il suo essere un uomo “di sinistra” ma mai genericamente “della sinistra”.

La sinistra di Angelo Vassallo era fatta di rigore e di originalità nel portare avanti un modello di sviluppo molto semplice: duplicare nel Cilento costiero le cose migliori che erano state realizzate nella Costiera amalfitana. Lui ci aggiungeva l’anima ambientalista, la cura dei particolari, una forte spinta etica, “al bar non accettava nemmeno un caffè”, e tutti i suggerimenti di quell’élite socio–culturale che già da diversi decenni aveva scoperto Acciaroli.

A Galdo, che è un’altra delle frazioni di Pollica, lontana però dal mare, avevo visto un caffè letterario. Libri e giornali, sigarette, la ricevitoria del lotto ed il banco solo con i libri di autori locali. Poco distante un gruppo teatrale animava serate nelle quali disseminavano tanti indizi e tutti gli spettatori erano chiamati ad individuare il colpevole. “Quel negozietto chiudeva, invece così tanti turisti ci vanno. Funziona sai…”, mi raccontava.

Questo era Angelo, uno straordinario catalogo di soluzioni, idee e provocazioni. Di pragmatismo ed utopia. E poi nessuna indulgenza al “piacionismo”. Cortesia e rispetto. Considerazione per tutto e tutti.

La serata hemingwayana andava per lunghe, lo spettacolo musicale cubano si protraeva, dovevo rientrare. Mi alzo. Vassallo mi ferma. “Sai, io sono di Altavilla”, aggiungo. “Lontanuccio, eh”, commenta.

Con orgoglio ho però visto molti miei compaesani marciare ad Acciaroli con la torcia in mano: Aldo, Lorenzo, Gianni ed altri dei quali non ricordo i nomi.

L’idea che la ferocia del malaffare anche nel Cilento abbia superato tutti i limiti è intollerabile e c’è chi ha sentito dentro di sé l’imperativo a muoversi. A dire la propria, a testimoniare di non volerci stare. C’era tanta gente comune che stava lì certo per “dovere”.

A chi oggi mi chiede: “noi cosa facciamo?” io rispondo che occorre tenere duro, indignarsi, guardarsi attorno.

Cito sempre un libro di Bruno Arpaia: “ Il passato davanti a noi”, storia di un gruppo di ragazzi che nella Ottaviano a cavallo degli anni Settanta ed Ottanta si occupano delle grandi questioni del mondo e non si accorgono che i coetanei con i quali vivono gomito a gomito, un nome a caso è quello di Raffaele Cutolo, sono diventati la nuova camorra organizzata.

Nel numero speciale che ad “Unico” abbiamo voluto dedicare ad Angelo Vassallo la tesi centrale la esprime Luciano Pignataro: nell’omologazione crescente del Cilento al resto della Campania c’è la chiave di lettura del crimine. Non vi sembri patetica la mia richiesta di stare sempre con gli occhi aperti di fronte al luccichio di diversi imprenditori. Soprattutto negli ultimi anni, Salerno e la sua provincia sono diventate silenziosamente una lavatrice del denaro sporco. Una macchina che centrifuga sempre più velocemente in ristorazione, alberghi, negozi, attività per il tempo libero, immobili e terreni. L’avamposto per gli investimenti futuri che la bellezza dell’area inevitabilmente richiamano e che le tradizionali zone campane non sono più in grado di investire. Di fronte a questi pericoli ci servono amministratori locali che non alzino solo belle bandiere e dicano parole di miele ma siano d’esempio per tutti. Come il sindaco Vassallo.

Che davvero ti sia lieve la terra, Angelo.

venerdì 3 settembre 2010

Altavilla Silentina, amministrative 2011. Quale sindaco? Parte 2

Lettera aperta ai Cittadini di Glicerio Taurisano

Abbiamo più volte visto, appurato, che nelle micro realtà la Politica non ha mai rivestito un ruolo fondamentale nelle corse, disperate a volte, verso il potere amministrativo. Ebbene, ciò è un errore storico, culturale e sociale, poiché nelle piccole realtà territoriali, la Politica, è considerata ancora “res mea”, o per essere più chiari e forse ripetitivi, “la politica che intendo” o “la politica che vorrei”. Essa non può essere considerazione personalistica ed adattabile alle circostanze opportunistiche, deve invece ricevere dagli uomini e dalle donne che la praticano, la ovvia e ordinaria interpretazione.

Occorre, quindi, iniziare da queste considerazioni se si vuole apportare beneficio, programmabilità e fattibilità all’attività politica che si svolge, occorre incominciare dalle piccole concretezze se si vuole dare alla politica il ruolo che le compete e non l’affaristico, personalistico e velleitario credito.  Da qui, la scelta di un Sindaco e di un’ Amministrazione che abbia questa cultura, che sia intriso di progettualità e pragmatismo gestionale, che sia autore ogni giorno della soluzione delle esigenze cittadine e non semplice uditore, che abbia esperienza nella gestione delle risorse umane e di beni comunitari, che sia persona di partito ma soprattutto di politica, che abbia la giusta esperienza attraverso le attività politiche svolte, anche se non amministrative, persona dunque che abbia mentalità imprenditoriale, capacità di scegliere un’amministrazione che una volta eletta sia consapevole di andare a svolgere un ruolo per la comunità intera, rimboccandosi le maniche, ogni giorno, e lavorare e produrre per il Paese. Un Sindaco che guarda con fiducia il fondamentale ruolo dei Giovani nell’intera comunità, che abbia umiltà di ascoltarli, seguirne i suggerimenti, condividerne le aspettative e risolverne le esigenze. Che guardi con interesse sociale allo sviluppo del territorio, alla sua valorizzazione, alla sua crescita. Un Sindaco e un’Amministrazione che abbia la responsabilità morale di confrontarsi con i Cittadini, che sappia stabilire un periodo amministrativo dopo di che generare opinioni, considerazioni e comparazioni sia con i Cittadini che con la Minoranza, avere il coraggio in caso di impropria e mala gestione dell’Ente di darne atto ai Cittadini e rimettere loro il mandato. Un Sindaco non solo come Figura Istituzionale ma anche e soprattutto come aggregatore di idee e progetti dei Cittadini, delle Associazioni, dei Consiglieri tutti, affinché cultura, storia, arte, territorio e ambiente si inerpicano attraverso il percorso politico-gestionale nelle direzioni delle più alte sommità di crescita e valorizzazione affinché sia possibile una rinascita di Altavilla Silentina e del suo status economico, occupazionale, culturale e sociale.

Governare è prendersi cura, amando il proprio territorio, rispettandone la cultura, la storia i percorsi che esso unitamente ai Cittadini, di ieri e di oggi, hanno compiuto nella lunga corsa verso futuri migliori che paiono mai appartenuti ad Altavilla. Un Paese che lamenta la sua esistenza, la sua considerazione, la sua rinascita è un Paese che offre a sua volta sofferenza, tocca i cuori dei suoi Cittadini le anime dei suoi Padri e preclude ad ogni sano riguardo da parte della società. Che sia, quella da venire, un’Amministrazione che guardi con interesse di sviluppo, di supporto e valorizzazione alle imprese presenti sul territorio, dando loro possibilità di crescita; all’agricoltura, con forte attenzione ai finanziamenti regionali ed europei; ai prodotti tipici locali, avendo così possibilità di produrre e localizzarne le vendite; al turismo ambientale, paesaggistico, storico, attraverso un marketing mirato che faccia da supporto e da richiamo; all’arte e alla storia che Altavilla, orgogliosa, riserva con tanta dignità, ma senza alcuna prospettiva futura allo stato attuale.

La voglia di cambiare, il bisogno del nuovo, questo è quello che emerge dal continuo ascoltare gli Altavillesi, un dire e un sostenere che però si ferma al singolo colloquio e non si propaga attraverso una ferma e netta presa di posizione comunitaria; fa male sentir dire dagli Altavillesi, tuoi compaesani, “qui non cambierà mai nulla” - non cambierà mai nulla se non lo si desideri davvero. Cos’è allora che li ostacola ad esprimere la netta volontà di cambiamento? Il disinteresse alla politica?   Le paure? I favori? Le richieste? no, oggi tutto questo deve essere superato, deve essere annientato dalla semplicità, dalla onestà e dalla propensione a voler offrire il proprio umile contributo senza riceverne personali  interessi, una lacuna che deve essere attraversata con il dialogo, la disponibilità e l’impegno verso i Cittadini.

Ecco cosa occorre a questo Paese tanto trasandato nel suo diritto sociale di esistenza, un Paese, quello di Altavilla Silentina, addirittura violentato dalla non considerazione, dalla non volontà di porlo in uno stato naturale di crescita e sviluppo; un Paese che conserva il suo scrigno di ricchezze mettendolo a disposizione di tutti, una ricchezza naturale, artistica e storica che probabilmente tante altre realtà ci invidiano.

Sia il prossimo Sindaco e la nuova Amministrazione il fulcro su cui poggiare la rinascita di Altavilla e donarle ciò che più di ogni altra cosa desidera: la dignità.

Sia nell’indole di ognuno che si appresti a governare questo Paese la moralità politica, l’impegno sociale, il prendersi cura, affinché si dia un futuro a ciò che inesorabilmente abbiamo voltato le spalle per anni e anni, senza ascoltarne il lamento di una sofferenza che tocca i cuori di chi per Altavilla e per i suoi Cittadini prova ancora rispetto, amore e indiscutibile certezza che ancora si può creare un futuro migliore. Rinasca Altavilla, rinasca l’orgoglio Altavillese.

Glicerio Taurisano

Altavilla Silentina, amministrative 2011. Quale sindaco? Parte 1

mercoledì 1 settembre 2010

Altavilla Silentina, amministrative 2011. Quale Sindaco? Parte 1

Lettera aperta ai Cittadini di Glicerio Taurisano

Primavera del 2011, gli Altavillesi saranno chiamati alle urne per scegliere un nuovo Sindaco ed una nuova Amministrazione. Fin qua nulla di sconvolgente, se non fosse che ad oggi già decine di auto candidature fanno capolino da destra a manca per ritagliarsi il ruolo di primo cittadino di un paese che, probabilmente, ha visto sfiorire sotto i propri lamenti anni e anni di ricchezza ambientale, artistica e storica.

Questa non è la solita retorica, no, vuol essere invece una propositiva sintesi di opinione che deve e vuole portare ad una riflessione politica, sociale e culturale per poi confrontarsi su idee e progetti. Dove quest’ultimi nulla hanno a che fare con i programmi elettorali poiché trattasi di surrogato di pensieri di ciò che si “vorrebbe fare” e “mai si fa” e non ciò che si  “deve fare”.

La differenza non è poca.

Altavilla Silentina merita una sintesi di riflessione di cosa ad oggi si è prodotto e cosa si potrebbe produrre in termini economici, occupazionali e sociale, grazie alle ricchezze esistenti.

Non ho nulla contro nessun ipotetico candidato a Sindaco (nomi che girano tra misteri, chiarezze, strategie, nel probabile e nella certezza) ma, come cittadino Altavillese, prima, ed Operatore Politico poi, avrei preferito, da subito, che qualcuno si pronunciasse sul futuro di questo paese considerando almeno tre cose: l’ambiente in cui si trova, le ricchezze artistiche e culturali che possiede, il centro storico da valorizzare ed utilizzare ai fini turistici. Cose che avrebbero dovuto godere della loro realizzazione già da tempo.

Troppo..?... no, troppo poco, ma preferisco ridurre a queste tre, importanti, realtà la mia opinione  per addivenire attraverso una logica politico-amministrativa in direzione di quella circolarità produttiva che ad Altavilla necessità per uscire fuori dalla staticità e dall’abbandono sempre più forte da parte di giovani talenti, cioè dei Figli di oggi e del domani e di tutti quelli che ormai hanno già sofferto per le lunghe attese di un momento migliore per ritornare alla propria casa natia.

Su quale “figura” gli Altavillesi dovrebbero porre maggiore attenzione al fine di eleggere un Sindaco (e di conseguenza un’amministrazione) che abbia sincero interesse a considerare la Cittadinanza come “strumento” attivo nella politica amministrativa?

La mia interpretazione alla gestione amministrativa dell’ Ente Comune, (non personale, ma che vede il suo realizzarsi nella più semplice delle metodologie politico-gestionale)  si intrinseca in modo caparbio nella considerazione attiva che questi debba avere verso la comunità che rappresenta, al fine di governare quello stesso ente nel senso puro della “res publica” e considerato che la cosa pubblica è cosa di tutti, occorre quindi che ogni cittadino faccia la sua, importante, parte, come appunto, effettuare una scelta di campo per le prossime elezioni: puntare al vecchio, al risaputo, alla staticità, alla solita ricerca del potere cittadino ed amministrativo, su coloro che hanno già dato (in qualsiasi termine) oppure al nuovo, al dinamismo, alle fattibilità, al pragmatismo politico e centrico per la comunità Altavillese.

Abbiamo avuto sino ad oggi, Primi Cittadini bravi e meno bravi, capaci e meno capaci, attivi e meno attivi, ma il punto ormai non è versare opinioni su ciò che è stato ma concentrarsi su ciò che “dovrà essere”.

I Cittadini Altavillesi dovranno scegliersi un Sindaco che nulla ha avuto a che fare sino ad oggi con inattive amministrazioni passate, con personalismi vari, con interessi economici o quant’altro richiamante spunti di collegamenti vari con assurde strategie di potere che a nulla portano se non alla denigrazione verso un Paese che può ancora, ma credo come ultima occasione, dare e ricevere tanto al fine di non ritrovarsi, definitivamente, nel totale abbandono.

Un Sindaco che sappia ben distinguere il favoritismo dagli interessi di una intera comunità, che sappia ben coniugare la realizzazione, la costruzione, la valorizzazione con il dovere di apportare benefit ai propri Cittadini. Un Sindaco ed un’ Amministrazione che sappia mantenere alto e pulito il significato proprio, naturale, della Politica.

Non è più tempo della politica fatta con personali considerazioni, non è più tempo della politica che non è. È il momento che Essa faccia il suo ruolo, è il momento che si riappropri (qualora l’abbia mai avuto) della sua naturale funzione.

sabato 21 agosto 2010

Mi chiamo Altavilla Silentina

Mi chiamo Altavilla Silentina.
Sono un paese con nome e cognome, e ciò è già straordinario, dimoro sopra un colle alle porte dei monti alburni, ormai da circa 1000 anni, quando i Normanni ebbero grazia di edificarmi, anche se risuonano i miei canti in epoche assai lontane specie in quel di “scanno” dove grida di battaglie paiono rimaste intrise nel mio senno. Sorrido ai miei ulivi che spavaldi si ergono ai miei fianchi orgogliosi del frutto che di loro son le sostanze. Da qui allungo il mio dolce sguardo verso ciò che di gioia mi circonda ed è splendido quel che dalla mia altura riesco ad osservare: una luminosa piana solcata dal fiume calore, sullo sfondo uno splendido mare che spesso si confonde con l’azzurro cielo, a volte faccio capolino alla bellissima isola di Capri che in lontananza sembra mandarmi soffi lievi di brezza marina. I monti Lattari e la Costiera Amalfitana, ad ogni tramonto, mi donano splendide effusioni di luce colorata ridisegnando il mio profilo e accarezzando le mie case. Mi preoccupo ogni giorno di riverire, con onesto fare, la splendida mia foresta e la verde macchia mediterranea, che instancabili mi offrono respiri puliti e senza inganni affinché io possa far respirare alle mie genti quell’aria naturale ormai in tante parti spenta.
Quanto splendido può sembrarmi questo allegro gioco della natura, sul quale cavalcano da centinaia di anni culture, storie e sofferenze di un paese ormai trascurato.
Abbasso i miei occhi guardandomi dentro e trovo enormità e somma di grandi eventi, il Guiscardo che con ardito fare riempì i miei spazi con borghi, strade e casolari; il dolore inflittomi in quel del “muro rutto” quando audaci miei paladini contro il di Svevia ebbero a dire nell’ormai lontano ‘246.
Ho avuto anche onor di aver in possesso quell’ ”Albero della Libertà” che di certo non è un pesco, quando di Giacobino mi vestirono e di rivoluzione odor sentivo.
Son stato anche feudo del Durazzo che in epoche assai lontane come Carlo III su un trono si sedette.
Son testimone, eccome, di eventi assai importanti, ne ho visto di soprusi e forse crudeltà, ma racconto anche storie con finali assai gaudenti, se penso ai Sanfedisti che da Eboli portaron sgomento, indicando il giovin Santo in un modo assai balordo ed i conti ebbero a fare con tredici pezzi di bombarda.
Sono stato visitato, in epoca più recente, da militi germani e rigidi yankee, ma il ricordo che ne serbo è assai deprimente se penso alla cappella del santo Germaniello.
Di storie ne conservo tante, belle, tristi e a volte machiavelliche, eppur mi sembra strano che di me in pochi parlano, vorrei che si dicesse, Altavilla è stata grande, ma peccherei d’ immensa arroganza; vorrei che di me si ascoltassero amabili e dolci canti, ma non trovo cantori di cui fidarmi; vorrei si dicesse che della storia sono stato un vanto ma chi dei miei figli se ne prenderà mai l’impegno?
E’ triste, e soffro di un amaro pianto, poiché di me nessuno se ne rammenda che orgoglioso e colmo di speranza racchiudo meco opere grandi: in quel di S. Egidio che fu badia, si legge storia, arte e sapere, dilungo sino a S. Francesco per raccoglier novelle di frati Cappuccini, ne godo a dismisura dell’antica arte che S. Biagio offre a chi in esso si imbatte, ritrovo un po’ più là l’antico sedile, opera di grande stile, che guarda modesto la chiesa di S. Antonino che si trova ad esso dirimpetto; apro poi la porta del mio cuore per dar visione del Carmelo, chiesa centrale assai modesta che del Polittico porta rispetto; se poi sul mio cielo vorrete montare seppur trovandovi a terra i piedi ben piantati, trovate pure la beata che del Montevergine ne è custode.
Sospiro e volgo il mio sguardo anche in piana all’antica Carillia, dove Nostra Signora vestita di bianco solca l’amore di fedeli e credenti che dopo aver tanto sofferto troviamo oggi dell’Ad Nives rispetto.
Racchiudo gaudente questo quadro stupendo in colori smaglianti di un ambiente fiorente, ritaglio nel sogno i colori del borgo per farne cornice all’antico mio centro.
Sappiate rivolgermi almeno uno sguardo poiché io ci sono e voi siete assenti, o figli di questa triste Altavilla, ridatemi prego la mia dignità, suonate le lodi del mio lungo astante e non il pianto chi si sta morendo.
Sono contento di quel che vi offro, sono felice che qui mi hanno posto, ringrazio la storia che mi ha dato passato e l’arte che mi ha dato splendore, vogliate miei figli prenderne cura poiché io mi spengo ma non per natura.
E’ un vero peccato lasciarsi andare quando combatti per chi ti ha salvato, ma sereno mi sento se muoio in ricordo di chi forse ha dato e mai riscosso almeno quel poco, quel tanto che basta, per farmi sentire del mondo un Paese.
Perdonerete se di tanto in tanto trovate le rime in questo mio pianto, ma son dovute e mai volute poiché io non cerco ne allori e medaglie, ma ciò che io sento di chiedere a voi è solo un abbraccio al mio antico splendore.

Altavilla Silentina

sabato 7 agosto 2010

Sei serrese se...

Sei serrese se….. dopo il ponte di Sele c’e’ New York!!
Sei serrese se …quando entri al circolo del chiola senti un odorino e non capisci cos’e’ !!!
Sei serrese se ...non hai mai visto la lontra nel fiume Sele !!
Sei serrese se …quando esci sei obbligato ad offrire, minimo , tre sigarette!!
Sei serrese se …quando vai al bar di Pecci c’e’ Rosetta che ti sorride pur capendo un cacchio di quello che vuoi !!!
Sei serrese se …almeno una volta hai dovuto rispondere alle domande di Donato lo sguazzo : la mafia mì vol fa for?? Graziella m’ vol???
Sei serrese se … vai al bar di fiorello e parli del Napoli !!
Sei serrese se ….quando vai al bar di gerry devi aspettare 10 minuti per un caffe’ pur non essendoci fila !!
Sei serrese se …almeno una volta non hai incontrato Maria del bar dei giovani che giocava al lotto !!
Sei serrese se …all’ufficio anagrafe hai dovuto aspettare una settimana per la carta d’identita’!!!
Sei serrese se … ai comizi dell’ass.Del Sozzo hai contato tutti i suoi errori !!!
Sei serrese se …quando entri in un negozio il buon giorno e’ una bruttissima parola!!!!
Sei serrese se …almeno una volta hai giocato a carte dal chiola !!!
Sei serrese se … quando vai dal chiola hai dovuto pagare la consumazione a qualche imbecille!!
Sei serrese se …hai visto una sola parita dell’asd Serre!!!
Sei serrese se …hai conosciuto il grande Giovanni cacapann!!!
Sei serrese se …hai conosciuto la mitica Pina !!!
Sei serrese se …quanti cafardi !!!!
Sei serrese se … tir i capidd e t’ fac mal u’ cuodd!!
Sei serrese se…alle fiere di san martino e santa lucia non puoi certo mancare !!!
Sei serrese se ….ngul che vient!!!!
Sei serrese se ….qualche volta il tuo paese ti manca …ma solo qualche volta !!!
Sei serrese se ....almeno una volta sei entrato nel vicolo lampioni....!!!!!!
Sei serrese se …almeno una volta hai fatto le 5 di mattina in piazza o sulla costa!!
Sei serrese se …hai sgommato al vallone della madonna!!

Sei serrese se sai che il numero del diavolo è il numero del tuo paese.....666

sei serrese se...hai mangiato almeno una volta lo sfilatino addò falopp!

Sei serrese se...... Nerone ti ha bucato il pallone!!!!!

Sei serrese se.... non mangiavi la granita a do mast'pepp'

Sei serrese se... scendevi nei vicoli con le porte aperte e dovevi dire sempre buongiorno o buonasera

sei serrese se le curve del marzo per te ormai sono un rettilineo......e chi viene a trovarti bestemmia turco...

sei serrese se....quando eri bambino hai abbuscato da armando paolino

sei serrese se..... alla festa della madonna.....peroni e peperoni

sei serrese se... dai un foglio a righe a luciano,

sei serrese se... vai a vedere la partita milan juve il 10 maggio con luciano siamo 276 e mancano 10 persone x arrivare a 500

Sei serrese se.... all'esclamazione "Graziell" rispondi immediatamente " è raccha è racchia" (citazione Donato u sguazz)

Sei serrese se... conosci a memoria tutta la filosofia del mitico cornetto

Sei serrese se.... almeno una volta hai giocato a pallone sulla mitica costa

sei serrese se...per spiegare una parentela hai usato frasi come: " 'U figlj' 'ra sora 'ru marit' r' zié Maruzza!"...mentre potevi semplicemente dire : "Il nipote acquisito di zia Maria!" :)))

...se la Pasquetta la passi all'area pic-nic del fiume Calore...

...se hai seguito almeno una lezione di aerobica sotto la costa con la mitica pazza Luisa Cornetta e ti 6 fermato poi a giocare una partita di pallavolo...

...se hai preso una cannata in testa da Don Luigi alle scuole medie! :P

sei serrese se...dal giorno di Santa Cristina al 31 Agosto i "Caraibi" li sposti qui!

sei serrese se sai che il numero del diavolo è il numero del tuo paese.....666

sei serrese se...hai mangiato almeno una volta lo sfilatino addò falopp!

sei serrese se...... Nerone ti ha bucato il pallone!!!!!

se, quando i tuoi amici che non ci sono mai venuti, stanno male quando fanno "le curve del marzo", tu ridi loro in faccia! ahah

Se almeno una volta hai detto: "Si tnessm u cors ca ten Pustiglion già l'avessm cunsumat a ffurij r j annanz e rret!"

sei serrese se..sei orgoglioso dell' Alburni jazz festival!

da piccolo hai corso almeno una volta ncopp a cost...

se serrese se....tutti lo disprezziamo ma tutti ci stiamo...

Sei serrese se...quando ti capita di andare a Messa, non riesci a contare quanti sono gli "ecco!" di fila pronunciati dal parroco! "ecco, ecco, ecco, ecco, ecco, ecco......!!!!!!!!!!!!"

sei serrese se..."stu paese è nu' stress"

sei serrese se....appena arriva nu furestier' gl fai le solite domande peggio della carta verde per entrare negli Stati Uniti: - Chi si? -A chi si figl'? -quann' si' arrivat'? -quann' te ne vai? -tien'i'terr'? e ad ogni risposta l'intercalare tipico è"...mi fa piacere...bene bene..."

sei serrese se... i cornetta s'a cummannan!

Sei serrese se... ovunque vai trovi un altro serrese!!

sei serrese se ... essere fidanzati ..non ha prezzo con master card!!!!!

se serrese se...nun sai tutt i cazz ra gent...

se serrese se.il 15 agosto durante i fuochi d'artificio li vai a vedere n'gopp a p'scher...

sei serrese se...la notte di natale corri in chiesa solo perchè ci vanno tutti!

sei serrese se...non ti stanchi mai delle poesie di bruno u' rezz!!

Sei serrese se...sei in grado di fottere il prossimo

sei serrese se...almeno una volta hai litigato in piazza...

Sei serrese se.....inevitabilmente ti accorgi che l'intero paese è a conoscenza di tutto ciò che fai...e di ciò che NON fai...

sei serrese se.............non hai fatto almeno 50 giri del paese con la macchina in una sera sperando di trovare qualcosa di nuovo!

Sei serre se.....almeno una volta non hai fatto la stretta del serraglio a 80 km/h è nel bel mezzo della stessa hai incontrato sbindozzi (u' sorccc!) che nn ti fa passare

Sei Serrese se........due cani si incontrano uno e di Serre l'altro di Aquara(ha un osso in bocca):

il cane di Serre: di dove sei? il cane di Aquara: di Aquara !! L'osso cade dalla bocca del cane di Aquara ,e il cane di Serre afferra l'osso. il cane di Aquara:tu di dove sei?

il cane di Serre: rrrrrrrrrrrrrrrrrrr Serrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!!!!!

Se serrese se....almeno una domenica non la passi in mezzo alla piazza!!

Sei serrese se...almeno una volta nella vita sei entrato nel vecchio bar di mastupepp vicino ai fierr!!!

Sei serrese se…aspetti con trepidazione i fuochi d’ artificio nella notte del 15 d’agosto convinto di assistere al più sorprendente spettacolo pirotecnico del mondo, e alla fine, comunque siano andate le cose, hai sempre da ridire!

se serrese se... almeno una volta del 2 millennio hai provato la sensazione di stare senza acqua o energia elettrica e non xkè stavi nel deserto ma solo perchè stavi in casa al tuo paese!!!

sei serrese se... durante le processioni senti le vecchiette che sparlano di quella li con la minigonna..ma a mamm e u padr nun a uardn quann ess a chesta??

quando torni e nn trovi niente....................sei contento lo stesso.........ma quando vai via lo sei di piu'!!!!!!!!!!!

sei serrese se... sei orgoglioso del detto:"megl nu muort ind a cas ca nu s'rres annanz a port!" ^_^

non sei serrese se ...la tua famiglia non ha un soprannome ...!!!