Pubblicato su carta sin dal 1993, è uno dei più longevi periodici dell'area della Piana del Sele e Cilento. La Collina degli Ulivi online vuole essere ancora di più un luogo di informazione, ascolto e diffusione di idee, anche attraverso l'interazione in tempo reale con i suoi lettori in ogni parte del mondo.

lunedì 23 marzo 2009

Ricordo del sindaco Tedesco. Dal '60 al '75 è stato sindaco. Sono molti a rimpiangerlo perchè esempio di impegno e di realizzazioni.

ANTONIO TEDESCO
Dal '60 al '75 è stato sindaco di Altavilla Silentina. Sono molti a rimpiangerlo perchè esempio di impegno e di realizzazioni.
Rispettava gli avversari politici.

di ORESTE MOTTOLA
Quando arrivò anche ad Altavilla la ventata del Sessantotto ed un bel pò di ragazzi s'innamorò delle bandiere rosse, i benpensanti locali reagirono spaventati. Nelle famiglie si fece sentire la stretta repressiva ed il conflitto diventò anche politico oltrechè generazionale. Il ragionier Antonio tedesco, sindaco dc del paese fm dagli anni '60, fu allora che passò molte sere in piazza a passeggiare e a discutere con i "contestatori" Walter Taurisano e Renato Fasano. Lui era fatto cosi, non amava lo scontro ma il confronto. Voleva capire.
E cosi come quella volta che gli proposero la candidatura al Senato e lui rifiutò imbarazzato. "Non è cosa per me", disse. Ecco, aveva forte il senso dei propri limiti, qualità assai rara tra i politici che abbiamo conosciuto dopo. Ma non avendo una grossa cerchia familiare e non facendo il medico si doveva conquistare con l'impegno amministrativo i voti. E fu lui che portò l'acqua ad Altavilla, cosi come le fognature e la pavimentazione delle vie del centro storico e la costruzione dell'attuale Municipio.
Certo, aveva i suoi difetti, infatti era un pò accentratore e negli interventi nel centro storico non tenne molto in distinzione tra antico e vecchio. Ma c! quelli che sono venuti dopo di lui hanno consumato veri e propri scempi. E sulle questioni edilizie Tedesco fu figlio dei suoi tempi e non fece la scelta del Piano; Regolatore Generale preferendo accontentarsi di un modesto Piano di Fabbricazione. Sul Comune di Altavilla non giravano certo i miliardi e per poter far arrivare nelle campagne assetate almeno l'autobotte doveva usare i fondi dell'Eca, l'Eni te Comunale di Assistenza presieduto da don Domenico Di Paola. " L'uomo che aveva dominato la scena politica per : più di quindici anni: primo Presidente della Comunità Montana del Calore Salemitano e Vice Presidente del Consorzio Acquedotti, non veniva dall' Altavilla bene, quella dei nobili natali. Tedesco era figlio di Vito, salumaio, cantiniere e pescatore di trote nel Calore e della serre se Lisetta Passannanti. Per diventare ragioniere studiò per corrispondenza e sostenne l'esame di maturità da privatista. Poi mise su un recapito del Banco di Napoli che si occupava soprattutto di cambiali. A queste attività aggiunse poi un negozio di mobili ed elettrodomestici e la rappresentanza della Varotto Mulini di Varese. E s'identificò cosi tanto con la missione di sindaco che quando nel 1975 perse le elezioni, ne ebbe tanto dispiacere che dopo poco mori. Nella sua mente c'era ancora un vasto programma di opere pubbliche da realizzare. Con Saverio Reina, Sabatino D'Auria, Arturo Mazzei, Antonino Di Matteo e Giovanni Sambroia fu tra i fonda tori della Democrazia Cristiana ad Altavilla. Ma la Dc qui cominciò ad imporsi quando i suoi giovani leoni cominciarono a collegarsi con i nuovi capi salemitani e così Peppino Pipolo divenne il fiduciario di Valiante, Arduino Senatore di Scarlato, Oscar Cimino di D'Arezzo. Antonio Tedesco invece aveva buoni rapporti con tutti e preferi coltivare l'amicizia del senatore Indelli, lo storico animatore della battaglia per dare alla provincia di Salerno, l' acqua del fiume Sele. E Altavilla soffriva ancora della cronica mancanza di un allacciamento idrico. L'esordio in politica di Tedesco passò comunque attraverso le storiche fazioni della Stella e dell' Orologio . Lui faceva parte del raggruppamento che faceva capo al professore Donato Galardi e che aveva come avversario il notaio Fra!lcesco Mottola, che dal 1911 fino alla seconda metà degli anni '50 (salvo brevi interruzioni) aveva governato il Comune. Solo il celebre don Ulderico Buonafme una volta s'inventò il terzo incomodo, ma con poca fortuna: la lista del Mulino, che ebbe come capolista una donna, una delle prime laureate in medicina d'Italia, la dottoressa Belmonte, la mamma del docente universitario e poeta Renato Aymone. La lotta politica era allora dominata da una rustica coreografia. Si faceva molto uso di improvvisati cortei e sfIlate. E quelle campagne elettorali monopolizzavano l'attenzione di tutti. Gli sfottò si stampavano alla tipografia Cennamo di Piazza Antìco Sedile e diventavano volantini che subito vedevano la risposta dei colpiti. Come al ping pongo In questo singolare genere letterario i dominatori indiscussi erano Bruno Mazzeo, Germano Di Lucia e Arnaldo Di Matteo, con quest'ultimo che animava la lista della Campana che raccoglieva la sparuta sinistra altavillese (soprattutto i socialisti di Daniele Guerra) ed i liberali. Ed una volta fu proprio Antonio Tedesco ad attaccare violentemente Daniele Guerra, il leader locale dei socialisti che lui definì uno che "spella, impenna e succhia ", alludendo agli omaggi in uova e polli di contadini e braccianti a chi compilava le loro domande per ottenere l'indennità di disoccupazione agricola. Ma il sindaco sottovalutò la veemente reazione di Esterina, la moglie di Daniele Guerra. Ma tranne che per quest' episodio, i rapporti tra Tedesco e Guerra furono sempre improntati alla correttezza ed alla collaborazione. Il paese, gli interessi di Altavilla, venivano sempre messi sopra a tutto.

Oreste Mottola
oreste@unicosettimanale.it

Nessun commento:

Posta un commento