Vitantonio fin da piccolo ha avuto la passione di recuperare tutti quegli oggetti di cui le persone si disfano
Vitantonio Tortorella di mestiere fa il rigattiere. Per alcuni è un semplice "robivecchi", ma lui, questo mestiere, lo fa da sempre, con passione. Una passione che viene da lontano, da quando ragazzino, inizia a raccogliere tutti quegli oggetti di cui le persone si disfano. Di casa in casa, di garage in garage, tra soffitte polverose e cantine da rassettare. Non ha ereditato questo mestiere ma va fiero della sua attivitá, apprezzata da una clientela mista, composta soprattutto da appassionati di antiquariato, amatori dei vinili dalle copertine integre oramai surclassati dai moderni cd, collezionisti di libri ingialliti dal tempo.
Di tutto un po’, ma l’arte prevale di gran lunga, colorando la sua bottega nel cuore di di Sicignano degli Alburni.
Libri col dorso in pelle o cartone, riviste d’epoca, stampe, dipinti e quadri, oggetti e complementi d’arredo, soprammobili, orologi, monili, lampade ed illuminazione, giocattoli, strumenti musicali, tappeti, cornici, piccole collezioni, mobili in stile e d’ epoca oppure antichi: Tortorella li cerca, li trova e li restaura, mettendoli così a dispsizione dei suoi clienti o dei curisoi che, ogni giorno, affollano la sua bottega solo per il gusto di ricordare qualcosa attraverso quegli oggetti, quei colori un po’ ingialliti dal tempo.
Perché, alla fine, per Vitantonio Tortorella, il passato non è solo passato, ma ricordi, testimonianze che vanno conservate e trasmesse fedelmente ai posteri.
Come la prima bicicletta a motore costruita negli anni ’50 con un gruppetto di amici, un grammofono degli inizi del ’900, una serie di attrezzi in rame per la cucina, ritrovati in una vecchia credenza, restaurati e tirati a lucido, un monopattino intarsiato del ’45 in legno con rotelle in ferro, dei campanacci di qualche vecchio pastore, una culla antica in vimini e legno, un acchiappatopi in legno ancora perfettamente funzionante.
E non manca un dispensatore di insetticida in ferro di quelli che ormai si vedono solo nei film, ferri di cavallo, un fornello che si usava per riscaldare il latte ai bambini nell’immediato dopoguerra, una museruola per i buoi e selle di asino.
E ancora: un ferro da stiro a carbone degli inizi del ’900 di un vecchio sarto dal peso di dieci chili, il "cardalana" e le "trennole", una sorta di campana che si usava nel periodo Pasquale, durante la cerimonia del Venerdì Santo.
Nella piccola bottega del rigattiere si trova anche una vecchia televisione, la prima acquistata a Sicignano degli Alburni, datata 1953, un giradischi e poi bauli, bauletti, cassoni dell’800.
«E’ una vita che raccolgo materiale - racconta Tortorella - li restauro su un vecchissimo banco da falegname trovato qualche anno fa mentre ero in giro per il Cilento».
«La gente - sottolinea - ha passione, è curiosa e spesso si intrattiene ore anche solo ad ammirare i vecchi pezzi. Ho passato una vita intera a raccogliere pezzi d’antiquariato e vecchi arnesi. E diciamo che adesso ho ritagli di una vita passata».
Nella bottega si trovano anche "mangiadischi", dischi in vinile, gli introvabili 33 giri, vecchi attrezzi da lavoro, centinaia di foto d’epoca, catini per le conserve, setacci per le farine e libri impolverati.
«Ormai è un mestiere che vogliono fare in pochi quello del rigattiere - spiega Tortorella - un mestiere fatto soprattutto di passione. Bisogna trovare il tempo per scovare vecchi mobili, libri antichi, stampe che poi bisogna vendere ad altri appassionati come me. Insomma, un mestiere fatto di fatica che nessuno, ormai, vuol fare più».
Caterina La Bella
(21 novembre 2008)
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