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martedì 31 marzo 2009

Carmine Senatore. 1956, io e la rivoluzione d'Ungheria

Ricordi di adolescente :" Sfogliando in un vecchio quaderno di appunti:la rivoluzione ungherese "
Carmine Senatore

Avevo fatto amicizia col giornalaio, un vecchio compagno di scuola, Salvatore Mazzeo. Per la verità, piuttosto che giornalaio era un sarto, che aveva collegato alla sartoria un negozio nel quale vendeva un po’ di tutto, dagli alimentari ai giornali.
La mattina mi recavo alla sartoria e leggevo i giornali del giorno. Sfogliavo qualche rivista e a volte prendevo appunti sui fatti di cronaca, che poi elaboravo con la sua fantasia.
Era l’ottobre del 1956 , un fatto mi sconvolse: l’insurrezione ungherese. Fu una sollevazione armata di spirito anti-sovietica scaturita nell’allora Ungheria socialista che durò dal 23 ottobre al 10 – 11 novembre 1956. Venne alla fine duramente repressa dall’intervento armato delle truppe sovietiche. Molti furono i morti da entrambe le parti. La rivolta ebbe inizio il 23 ottobre 1956 da una manifestazione pacifica di alcune migliaia di studenti. In poco tempo molte migliaia di Ungheresi si aggiunsero ai manifestanti e la manifestazione (inizialmente a sostegno degli studenti della città polacca di Poznań, in cui una manifestazione era stata violentemente repressa dal governo), si trasformò in una rivolta contro la dittatura di Mátyás Rákosi, una “vecchia guardia” stalinista, e contro la presenza sovietica in Ungheria. Nel giro di alcuni giorni, milioni di ungheresi si unirono alla rivolta o la sostennero. La rivolta ottenne il controllo su molte istituzioni e su un vasto territorio. I partecipanti iniziarono a rafforzare le loro politiche. Vi furono esecuzioni sommarie di filo-sovietici e membri dell’ÁVH (polizia politica, particolarmente invisa alla popolazione). Dopo varie vicissitudini il Partito Ungherese dei Lavoratori nominò primo ministro Imre Nagy che concesse gran parte di quanto richiesto dai manifestanti, finendo per interpretare le loro istanze, identificandosi con la rivoluzione in Il 4 novembre l’Armata rossa arriva alle porte di Budapest e inizia l’attacco, trovando un’accanita resistenza nei centri operai; la sproporzione delle forze in campo è tale che le resistenze hanno comunque vita breve. Questa volta inoltre le truppe sono preparate e non si faranno cogliere di sorpresa. In serata Kádár raggiunge l’Ungheria e annuncia dalla città di Szolnok, con un messaggio radio, la formazione di un “governo rivoluzionario operaio e contadino”.
La repressione feroce dell’insurrezione da parte delle truppe sovietiche fece nascere in me, pur essendo adolescente, enorme sdegno . Io, pur avendo simpatia per le idee socialiste, rimasi perplesso e gli avvenimenti fecero nascere in me sospetti su certezze e traguardi. Il mio intercultore, a cui manifestare il mio sdegno e le mie perplessità:Carmine Celentano, rigidamente ancorato alla direttive del PCI d’allora e alla simpatia per l’Unione sovietica.Carmine Celentano poi emigrato in Canada.

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