Titolo :"nonnofavolando"
Autore : Vincenzo Cantalupo
Edizioni: Centro Culturale Studi Storici "IL SAGGIO"
Il libro mi è piaciuto e…. ne ho goduto. E’ piaciuto, in quanto le “fiabe-favole” hanno risvegliato il mio interesse per la capacità di far riflettere sul perché ci assomigliamo tanto e di far emergere l’esigenza di trovare in esse risposte legate ai nostri più intimi segreti e alle nostre più sconosciute ombre. Sembrano come Jung… storie che raccontano i nostri Archetipi, il nostro inconscio collettivo.
Il genere letterario oscilla fra quello di una favola tradizionale e quello di una fiaba. Rispetto,infatti, alla favola tradizionale non fornisce un insegnamento di carattere morale o didascalico evidente. Piuttosto è molto vicino alla fiaba, che di solito manca di un intento didascalico evidente, anche se in alcune tale intento è talmente evidente che ne impedisce il pieno godimento.
I personaggi assomigliano a quelli delle favole tradizionali ,antropizzati, però, che non rappresentano, se non raramente, le virtù e i vizi umani. I due fratelli, protagonisti, non sono comprimari. Infatti mentre uno è soggetto attivo, partecipa, si meraviglia, gode, l’altro è spettatore passivo, che l’autore giustifica con la sua tenera età, mentre sappiamo che i fanciulli , pure a quest’età, sono capaci di sentimenti e di emozioni. Il mondo fantastico è quello della tradizione fatto da protagonisti che sono animali con caratteristiche tipiche della specie, ma capaci, qui è il fantastico, di parlare e di dialogare. I rapporti, come quelli alimentari, sono stravolti: un mondo , pur negli intenti dell’autore,di evitare rapporti di cannibalismo, rappresenta, contrariamente, un mondo destinato alla scomparsa.
Molto bene la rappresentazione delle atmosfere fatte di suoni, di rumori, di danze , di colori, che con la loro sintesi di intuizione fantastica e consapevolezza logica rende l’uomo capace di esprimere il mistero, il dolore e la bellezza della vita. Vi è poi un filone tradizionale già sperimentato e rimasto nella coscienza dell’autore. Mi riferisco alle entrate nel mondo fantastico, siepi e armadi che si schiudono. Chi non ricorda le magiche atmosfere del “Orizzonte perduto” di Frank Capra con Ronald Colman..?
Per quanto riguarda l’entrata in campo delle fiabe tradizionali, essi conservano le loro storie e la loro fisionomia. In questo vi è la diversità con il mondo suggerito da Rodari dove i personaggi ,mediante un meccanismo di “estraniazione” si rapportano tra loro con caratteristiche diverse, interagendo secondo fisionomie opposte a quelle tradizionalmente rappresentate.
Qualche osservazione, infine, sugli animali protagonisti. Che cosa è “ un asino” per un bambino del nostro tempo? Sicuramente “una bestia rara”, così come per noi , quando eravamo fanciulli “l’ornitorinco”. Il mondo degli animali oggi è fatto di cani, di gatti e di qualche colombo,però visto,come l’animale che imbratta ringhiere e balconi e come oggetto di maledizioni delle madri.
Mi sembrano fiabe con argomenti di un mondo fantastico di tanti anni fa, vissuto dall’autore con nostalgia e malinconia. E poi vi è l’assenza degli oggetti di gioco dei bambini d’oggi. Dove sono le “Barbie”, gli “Hello Kitty “,i “Gordon” , i “joystick” , che rappresentano i giochi con i quali essi operano?
Al di là di queste osservazioni, l’autore denota un’ottima padronanza dei mezzi linguistici usati in forma piana e semplice , con un linguaggio senza fronzoli e, pertanto, adeguato agli interlocutori a cui il libro è soprattutto indirizzato.
Molte belle ,piene di fascino,ed adeguate le immagini della “ Shutterstock”. Le fotografie,in bianco e nero, infatti, esprimono la loro essenza e tutta la loro bellezza. Assumono, contrariamente a quanto si crede, un fascino eterno. Con esse si riesce a fermare il tempo come nelle scene romantiche o le scene che rappresentano una situazione nostalgica. In questo senso rappresentano una scelta felice e ne va dato merito all’autore e al curatore grafico del libro.
Carmine Senatore
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