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martedì 14 aprile 2009

Centro storico:un grido di allarme! Occorre fare qualcosa, subito!....

di Carmine Senatore

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Oreste Mottola , quasi mese fa, si doleva del fatto che al tempo degli avvenimenti menzionati in un post da Bruno Di Venuta junior, lui era adolescente. Lo stesso naturalmente si dica di Bruno nei miei riguardi. I ricordi, come si sa, lasciano impronte e non sono mai temporalmente definiti. I luoghi descritti come le immagini, che ne sono il ricordo sbiadito ,possono a volte sovrapporsi. Alcuni giorni fa, ho approfittato di un paio di ore di sole, per fare un giro per il centro storico. Che squallore!.. Ho incontrato facendo tutto il giro solo tre persone. Un centro che un tempo era pieno di vita! Il silenzio intorno, lo spopolamento ,mi hanno dato un senso di desolazione e di morte e hanno suscitato in me emozioni e sensazioni strane . Sono riapparsi nella mia mente immagini in un coacervo più o meno confuso. Ho rivisto davanti , quasi un delirio a occhi aperti, un luogo pieno di vita. Ho sentito nelle narici l’odore di stallatico lungo la strettoia dei Di Vernieri, l’odore inebriante e della pasticceria Iorio, le voce del banditore “Luigi all’ossa” che annunciava, dopo uno squillo di tromba che il pescivendolo era arrivato. Ho rivisto luoghi e personaggi che sono stati parte integrante di una comunità. Quanti ricordi ! Ecco il macellaio Turillo, la figura piccola e rotondeggiante di Gerardo Morra, Enrico Guerra col suo immancabile bastone, il mulo di Antonio Pacifico,con la barda montata di due tavole sulle quali poneva la sua mercanzia, e….. i luoghi : la cantina di Peppe di Matteo, il Sieggio con le donne che attingevano l’acqua, gli stridii e le voci dei bambini che si recavano a scuola, il rumore incessante e stridulo della segheria dei Marra…. E poi gli animali che venivano direttamente macellati in loco , la carne tagliata su un tronco di legno e pesata su bilancia a doppio braccio,da una parte, la carne avvolta in una carta (una carta molto doppia ,in parte assorbente e di colore giallastra) dall'altra i pesi in ferro rigidamente controllati periodicamente dall'ufficio misure e pesi . Si trattava ovviamente non di carne di vitello,ma di castrato, pecora , agnello .La corsa alla bevuta del sangue, quando incominciò ad essere macellato qualche vitello dai Baione, perché si riteneva fortemente medicale per gli anemici. Inutile parlare del’abbondanza di mosche, che venivano tenute lontane con mazzetti (credo) di felci. Rivedo” Sciarrillo”, Giovanni Pacifico,il mio sarto, che dopo aver fatto colazione, il più delle volte pane e frittata o pane con cicoria, beveva l’acqua da una “cocoma”, probabilmente per tenerla fresca. La mattina era quasi un rituale…. Un via vai continuo di persone che si recavano ,chi, al municipio , chi, all’Ufficio Postale. Ancora nelle radici l’odore del ragù domenicale .E poi ……mille ricordi ancora.

1 commento:

  1. E si, caro Oreste, a leggere la "Collina degli Ulivi" ci si commuove sempre, i ricordi sono ricordi, ma quanta energia danno nel proseguire il cammino di ognuno di noi, essi sono come l'aria che quando ci manca la cerchiamo, disperati, attraverso qualsiasi varco di un "passato" il quale alimenta, inconsapevole, la forza del nostro presente.
    Sere fa mi trovavo in un Paese del Cilento e guardando le viuzze, i vicoli, le case non potei fare a meno di ritornare con la mente al Centro Storico di Altavilla e, colmo di una estraneità dal presente mi allontanavo sempre più dalle voci dei presenti che intorno a me si confondevano con le grida di quando noi in giovane età si scorazzava tra un vicolo all’altro, tra i richiami dei vicini i quali con spirito materno o paterno ci rimproveravano per lo schiamazzo che producevamo; oppure, sentir risuonare nella mente i racconti “antichi” che qualche anziano ci elargiva con tanto accanito sentimento.
    Quello che tu hai sopra descritto, è un po’come la vita di ognuno di noi, vita passata ma sempre presente nei nostri ricordi e ciò è di un meraviglioso incredibile.
    Il Centro Storico di Altavilla: comincerei, caro Oreste, ad organizzare una sana, culturale e propedeutica passeggiata nel centro storico invitando un po’ di gente, discutendo, scambiando opinioni, ricordi, e per lo più discutere su cosa realmente ci sarebbe da fare per riqualificare una parte di storia di centinaia e centinai di Altavillesi. E, chi meglio di Te può proporre questa iniziativa? inoltre sarebbe anche bello raccogliere tutte le storie, i ricordi, di epoche vissute, diverse per ognuno ma sempre uguali nella loro caratteristica naturale: l’amore per il proprio Paese.
    Sarebbe bello anche implementare un tavolo di discussione e reagire contro un degrado che porta solo all’annientamento della storia, della cultura, del sociale.
    E’ un impegno che un po’ tutti dovremmo prendere, e ognuno dovrebbe dare il suo contributo, ma non solo per Altavilla, ma per tutti i Paesi detentori di bellezze, arte e storie, cose che abbandonarle a se equivale a rinnegare una parte di se stessi.
    Con profonda Stima,
    Cordialmente
    Glicerio Taurisano

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