di Carmine Senatore
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
Ricordare gli amici significa ripercorrere un tratto della propria adolescenza. Il ricordo lascia in noi tracce così profonde che ne marcano per sempre e lasciano impronte indelebili anche sul carattere di ognuno di noi. I miei amici della mia adolescente provenivano da una contrada fatta di persone sane, oneste e laboriose: Sgarroni. L’inconsapevole inerzia delle amministrazioni aveva tenuto la contrada fuori dal consesso civile d’allora. Sembrava che il paese si fermasse a Cielo e Terra in prossimità del cimitero. Oltre, nessuna strada, mancanza , questa generalizzata, di acqua potabile e di luce elettrica. E’ stata, credo, l’ultima contrada ad avere l’energia elettrica. Il rispetto per gli altri, la laboriosità e anche in parte la sudditanza alla classe più abbiente esistente al tempo, ne avevano impedito qualsiasi forma di ribellione. Non così Cerrocupo, dove pure la sudditanza era più marcata, quando nel 1956 dette il colpo mortale e decisivo alla sconfitta della Stella , capeggiata da Don Ciccio Mottola. Tutti gli elettori della contrada ebbero il coraggio di scrivere sulle schede elettorali le parole “Acqua e luce”, determinando il tal modo l’annullamento delle schede in numero tale da determinare la sconfitta della lista di Don Ciccio. E’ vero anche che nella contrada , le terre avevano una fertilità minore a causa dei terreni esistenti: massi di alcuni metri cubi erano cosparsi tra i terreni argillosi dominanti . Queste condizioni geopedologiche erano state la causa del diffuso latifondo. I possedimenti dei Mazzei ne erano l’esempio più eclatante. Altre terre invece erano date in comodato d’uso. Il mio amico , il più antico,non solo per età, era Amedeo Cennamo: un ragazzo che superava in altezza e anche in intelligenza ognuno di noi. Il padre esercitava un mestiere non molto diffuso, l’estimatore di fondi rustici. Era apprezzato per la sua onestà e per la sua oggettività nella valutazione. Orbene Amedeo era stato mio compagno di classe. Di qualche anno più vecchio rispetto alla generalità della classe, era un ragazzo timido e timoroso. Ovviamente il maestro lo aveva collocato, per la sua altezza all’ultimo banco insieme ad Angelo Cennamo, entrambi con le stesse potenzialità intellettive. Studiosi e laboriosi erano, nella loro modestia ,punte di riferimento della classe. Amedeo allora molto religioso era dedito a confessioni e comunioni i quotidiane. Successivamente con la giovinezza credo si sia allontanato da tali pratiche. Era diventato maestro di ottime qualità, punta di orgoglio anche nella classe magistrale altavillese. Il rispetto della dignità umana e dei valori che ne sono alla base ne hanno mosso non l’azione magistrale ma anche il comportamento umano e civile. Da giovani, appena diplomati aderimmo alla Movimento di Collaborazione civica e nel 1961 fummo scelti dal gruppo a rappresentare il paese ad un convegno a Roma. Si era in estate. L’afa romana , che scioglieva il catrame delle strade, ci costringeva a tenere,nei momenti di pausa, i piedi in bidet per rinfrescarli. Se Amedeo era stato il primo, con chi ,invece ,il sodalizio era stato più profondo ,erano due amici inseparabili: Dante Brenga e Peppino Lettieri. Quest’ultimo figlio del “sanaporcella” un mestiere che esercitava insieme la padre. Era nato settimino e questo ne aveva impedito una crescita normale o, per meglio dire, più bassa della media. Mancando la scuola media , erano costretti a rivolgersi ad una precettrice: Olga Marra, una maestra ancora fuori ruolo, in possesso di buone conoscenze e capace di impartire nozioni fondamentali per la scuola di avviamento d’allora. Infatti la scuola media allora era divisa in due indirizzo: la scuola media tradizionale col latino e la scuola di avviamento, in genere frequentata dagli studenti provenienti dalla classe più umile, con la tecnologia e le scienze . Ci vedevamo di sera all’imbrunire con Peppe e Dante .Essi venivano la sera a piedi: Peppe da S. Martino e Dante da Sgarroni. Analogo percorso anche al ritorno. Scambiavamo quattro chiacchiere tra di noi e qualche discussione. Peppe, con l’aiuto del nonno profondamente legato al nipote , era riuscito a farsi una discreta biblioteca che mostrava con orgoglio a tutti gli amici . Sotto il pergolato a pigliare il fresco e a mangiare un’uva particolare che non ho più trovata: un moscatellone a chicchi grandi e piccoli che maturavano gradualmente. Finiranno: Dante nell’esercito dove diventerà sottoufficiale superiore e Peppino impiegato al ministero delle finanze nella lontana Treviso. Mio amico era anche Germamo di Marco, “Il compagno Di Marco” come noi lo chiamavano. Con Amedeo,suo fratello , e Germano organizzammo un gita a piedi a partire da Sgarroni sui Monti alburni con sosta in un fondo di un parente per mangiare uva moscatella. Germano era piuttosto compagno di gita , in quanto allora aderiva al Partito liberale di Valitutti. Saranno la lontana Treviso , le amicizie e le condizioni politiche che lo faranno maturare ed aderire, con tutto l’entusiasmo del neofita “ al PCI.
Nessun commento:
Posta un commento