di Carmine Senatore
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Siamo agli inizi degli anni 60, un giovane intellettuale salernitano, in seguito alla vincita del concorso direttivo,viene nominato direttore didattico delle locali scuole elementari di Altavilla Silentina. Il suo nome:Diodoro Mastandrea. Si installa in quel di Altavilla ,in una stanza dell’allora affittacamere Suozzo, e pranza nella nascente trattoria Rufo. Vive la vita quotidiana dei professionisti e degli studenti universitari altavillesi. Con loro gioca a boccie e a scopone, non per puro diletto ma per guadagnarne l’amicizia e la stima. Con la sua Volkswagen , maggiolino, di color verde, lo si vede per le strade del paese a ritorno dalle visite scolastiche, non solamente burocratiche , ma anche per dare consigli pedagogici ispirati all’innovazione e alla ricerca didattico-metodologica,. Subito rivela sua indole: un giovane intellettuale che aspira a cambiare e a modificare la vita di una comunità. Si circonda di giovani professionisti e studenti universitari altavillesi e ne alimenta aspirazioni e curiosità intellettuali. Dà vita e rigoglio al centro di lettura, mirabilmente diretto da un giovane maestro Giovanni Sambroia. Subito ne fa un luogo non solo lettura, arricchendone la biblioteca con nuovi testi non solo letterari ma anche con saggi storici e di politica, ma una sala di conferenza e di discussioni. La sua formazione era quella di un uomo che si era formato su classici dello spiritualismo cattolico, da Maritain a Devaud,vicino politicamente al popolarismo cattolico. Un giovane intellettuale cattolico , aspirante per sua indole alla politica militante, viene portato per la prima volta ad Altavilla. E’ Ciriaco De Mita che diventerà presidente della democrazia cristiana e segretario nazionale. Le idee, le proposte ,gli ideali suscitarono in noi ,anche di sinistra, novità ed entusiasmo. Abituati come eravamo alla politica clientelare della Democrazia cristiana ,diretta e manomessa dalla Coldiretti, la sua azione e il suo modo di fare ci sembrarono un’assoluta novità nel panorama politico altavillese. Una serie di conferenze tenute da noi stessi seguite da discussioni e dibattiti erano all’ordine del giorno. Tutti ne fummo coinvolti. Anche Don Amedeo Molinara , con tutti i pazienti da assistere, fu investito in questa avventura. Grazie ai suoi consigli un gruppo di giovani , tra i quali, io stesso, Peppe Galardi, Mario Guerra,aderimmo al movimento di collaborazione civica, in origine un’associazione milanese che successivamente si occupò dell’educazione degli adulti. Il movimento si era esteso anche e soprattutto nel mezzogiorno con l’obiettivo di elevare culturalmente le masse popolari meridionali. Incominciammo ad avere qualche finanziamento . Con esso aprimmo un centro diretto validamente da Peppe e comprammo libri di letteratura neorealista . I libri di Sciascia,Silone,Pavese,Calvino,Garcia Marquez ,Hemingway, Proust,Bulgakov entrarono a far parte del nostro patrimonio culturale. Io e Amedeo Cennamo andammo a convegno a Roma per dibattiti e convegni. Era un proliferare di idee e di iniziative. Chiedemmo cataloghi e libri in omaggio alla varie case editrici. La innata iniziativa al fare di Diodoro ,il suo continuo correre da una parte all’altra ,gli causarono un incidente automobilistico dal quale uscì indenne grazie alla robusta carrozzeria della sua auto. Non rimase molto ad Altavilla, ma i semi della sua azione aprirono nuovi orizzonti , coinvolgendo i giovani altavillesi nella cultura e nell’arte. Come maestro di ruolo lo ritrovai a Battipaglia nel 1965. E anche lì fece sentire la sua autorità morale e culturale, lasciando nella comunità scolastica un profondo ricordo. Poi, ne ho perduto le tracce…..
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