Vicende storiche del borgo Carillia di Altavilla Silentina
1939-2008
Il borgo, è situato nel comprensorio di bonifica della Piana del Sele e precisamente nella “bassa Valle del Sele”la quale ha una superficie complessiva di 40.000 distribuita tra la riva destra, con circa 24.000 ettari, e la riva sinistra ove è ubicato il borgo, con circa 17.000 ettari.
Attività della società S.A.I.M.
Con la bonifica iniziata nel 1933 (f.t. 1 ) dal regime fascista, questo territorio di circa 900 ettari venne acquistato nel 1940 dalla S.A.I.M (Società agricola industriale meridionale) guidata da Carmine De Martino la tenuta demaniale di Persano appartenente al Centro Rifornimento Quadrupedi (cavalli da sella e muli) del Ministero della Guerra. Due le aree ottenute, quella della Ionta quella dello Scanno.
Nella zona Scanno la SAIM impianta l’azienda “Alfania”. La società prevede una ”Gestione boschi” segheria e una
ft 1 ponte in legno sul fiume Calore “Gestione agricola”, (azienda Alfania) una “Gestione industriale” ( tabacchificio “ Giulio Cesare Porta” e conservificio) e una gestione per i lavori e le “Costruzioni. Si costruiscono le prime abitazioni (tra cui le palazzine di piazza Giovanni Boselli che diventerà piazza Gerardo Alfania). Nasce cosi il primo nucleo della borgata, cui si aggiungeranno le stalle e le scuderie sulla sinistra del Calore,retaggio della tenuta di Persano, che a seguito degli eventi bellici del 1942, verranno trasformate in abitazioni per 32 famiglie, sarà questo il villaggio Maria Teresa (calendario 2008 borgo Carillia 50° anniversario).(f.t. 2).
Detta società iniziò la bonifica e coltivazione dei terreni producendo in prevalenza tabacco, pomodoro, grano e leguminose varie che venivano trasformati in stabilimenti all’uopo costruiti (tabacchificio e conservificio).Va anche ricordato che nel periodo stagionale dette strutture occupavano oltre 1200 unità e aggiungendo le circa 100.000
giornate lavorative annue, impiegate dagli affittuari ft 2 1940-SAIM Azienda Alfania
e mezzadri hanno dato un grosso contributo ai problemi occupazionali non solo nel comune di Altavilla Silentina ma anche dei comuni vicino.
L’artefice principale di questo rinnovamento agricolo - industriale fu Carmine De Martino divenuto anche sottosegretario agli affari esteri nel governo De Gasperi. Va anche ricordato che il 19 ottobre 1947 Carmine De Martino con il prefetto di Salerno accompagnò la visita del presidente De Gasperi in alcune industrie ed aziende agricole del salernitano. In questa occasione il Presidente del Consiglio ebbe modo di valutare la grande importanza dell’opera di bonifica realizzata e l’esigenza inderogabile di procedere al loro completamento che era stato interrotto dagli eventi bellici. A ciò segui una ripresa dei lavori che ebbe come conseguenza una riduzione della disoccupazione legata ai lavori stessi (scavi, drenaggi, dissodamenti, canalizzazioni, costruzione di case coloniche). I contadini del posto, mezzadri ed affittuari, stipulavano con la società S.A.I.M. contratti con i quali si impiegavano a pagare la concessione della terra con contropartite in natura mediante la rimessa alla società dei prodotti ultimati (tabacco, pomodoro, ecc.) che, poi, la società trasformava.
L’azione della Coltivatori Diretti.
La Coltivatori Diretti fu fondata dall’On. Paolo Bonomi, nel 1945.
Nel 1946 apri la federazione Provinciale della coltivatori diretti a Salerno,in contemporanea viene aperta la sezione di Persano che, era ubicata in località Scanno di Altavilla Silentina. Presiede la sede provinciale Luigi De Donato mentre delegato alla costituzione della sezione di Persano è Felice Adinolfi, divenuto successivamente presidente, mentre delegato ai giovani coltivatori è Vito Cavaliere. A Salerno la Coltivatori Diretti ha una storia che ha segnato la vita di tanti uomini e donne del mondo agricolo costretti a subire prima della costituzione del sindacato sacrifici economici e umiliazioni da parte dei proprietari terrieri attraverso esosi fitti per i terreni a cui si aggiungevano le cosiddette “prestazioni” dovute ai proprietari. Le “prestazioni” consistevano nella fornitura di merce in natura ( polli, uova, ortaggi, ecc.) da recare direttamente al domicilio dei proprietari terrieri i quali, generalmente ,si trovavano a 20-30 chilometri dall’azienda coltivatrice. Inoltre, va ricordato che ai contadini era negata qualsiasi forma di assistenza sia sanitaria che previdenziale. La Coltivatori Diretti puntò sui diritti ma anche sulla responsabilità e sul protagonismo delle persone come occasione necessaria di una democrazia economica in grado di contrastare sia le ricette statalistiche che gli egoismi del neo-liberismo. Il punto di riferimento della Coltivatori Diretti è di ispirazione cristiano-sociale.(f.t. 3)
In merito, all’attività della sezione di Persano, divenuta la punta più avanzata delle lotte contadine della provincia (molte delle riunioni si tenevano nelle stalle dopo le lunghe giornate di lavoro), va ricordate che le prime rivendicazioni furano nei confronti dei proprietari della Società agricola industriale meridionale (S.A.I.M), a titolo d’esempio un affittuario della S.A.I.M. che conduceva una superficie di 30 ettari doveva corrispondere al proprietario 60 quintali di grano (con una produzione media dell’epoca di 8-12 q.li Ft 3. 1950 coop. Agr. La
per ettaro), 400 quintali di tabacco verde (con una produzione Famigliare di Felice Adinolfi.
di 120-130 q.li per ettaro) e 400 quintali di pomodoro Raccolta Bietole.
(con una produzione di 120-130 q.li per ettaro. In pratica circa il 50% della produzione era destinata al proprietario (ciò doveva avvenire anche se si era avuta un’annata difficile con produzione notevolmente ridotta).
La prima conquista della Coltivatori Diretti fu la legge sull’”Equo Canone” che fece abbassare di oltre il 60% il costo del fitto. Nel 1955 fu concessa la Cassa Mutua gratuita e all’inizio del ’57 fu concessa la pensione ai coltivatori diretti.
L’Attività dell’opera Nazionale Combattenti
La Sezione Speciale per la Riforma Fondiaria in Campania realizza l’attuazione della riforma e comprende essenzialmente: le opere di trasformazione e l’appoderamento,la dotazione di scorte poderali per l’avviamento delle nuove imprese contadine, l’assistenza tecnica e sociale degli assegnatari e la loro organizzazione economica attraverso la costituzione di cooperative e mutue. La riforma fondiaria, gestita dall’Opera Nazionale Combattenti, espropriò tutta la proprietà della S.A.I.M. esclusi gli stabilimenti, frazionandoli 1 a 10 ettari ed assegnandola ai contadini in base a ciascun nucleo famigliare. Detta scelta politica si giustificò per fronteggiare l’emergenza occupazionale scaturita dalle lotte contadine frequenti nel periodo anni '50-'60. (f.t. 4 ). Ci ò determinò una pace solidale tra la popolazione che reclamava lavoro. Al principio della costituzione del Borgo Carillia la popolazione era quasi tutta analfabeta ma nel tempo, evolvendosi il Borgo con la costruzione degli uffici, della chiesa, dell’asilo infantile,del circolo sociale, l’ambulatorio medico, la sede della cooperativa ed i magazzini, le botteghe artigiane,il campo sportivo, si ebbe un notevole cambiamento sociale che corrispose ad un’evoluzione culturale dei suoi abitanti fino Ft 4. 1950/60 Lotta contadina
ad avere giovani diplomati, laureati che oggi occupano anche ruoli di rilievo.
Il 29-6-1955, il Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste Sen. Giuseppe Medici,
(f.t. 5) grande esperto di agricoltura e titolare della cattedra di economia agraria alla facoltà di Portici, interviene alla posa della prima pietra del Borgo Carillia.
Tra il 1957-1959, giungeva a compimento il progetto di colonizzazione avviato dalla riforma fondiaria per la sistemazione idraulico-agraria e l’insediamento urbano in quell’area della Sinistra Sele, ciò dimostra che in meno due anni e mezzo sono stati realizzati grandi opere (f.t.6 ) mentre allo stato attuale assistiamo opere pubbliche
Ft 5.IL Ministro dell’agricoltura interviene iniziate e mai completate dopo decenni, (vedi
alla posa della prima pietra mercato ortofrutticolo di S. Nicola Varco di Eboli
del borgo Carillia iniziato alla fine degli anni ’80).
I risultati produttivi della riforma fondiaria, sono tali che da una produzione media di 8-12 quintali di grano per ettaro si è passati, dopo la riforma, a circa 25. Tale progresso unitario ha consentito una sensibile riduzione della superficie investita a cereali a vantaggio dello sviluppo delle colture foraggere, industriali e ortive. A confermare la portata dei risultati economici basta ricordare che si è passati da un valore di 80.000 lire circa per ettaro pre-riforma, a circa 300.000 lire post-riforma. Ft 6. 1957 Una panoramica del borgo in costruzione
Attività Industriale
Nelle vecchie strutture della S.A.I.M. (tabacchificio –segheria) sono stati istallati le seguenti industrie:
Slaicord che produce cordami e filati di alta qualità;
Socame S.p.A. opera nel settore della prefabbricazione leggera e dei componenti e attrezzature per edilizia da oltre vent’anni;
Agorà S.r.l. produzioni case mobili;
Conserve alimentari Rispoli rilevata dagli eredi della S.A.I.M. nel 1966, che lavora solo pomodoro la cui materia prima purtroppo, viene fornita da altre zone soprattutto dalla Puglia. Detto conservificio risulta l’unica struttura originale che trasformava pomodori, l’unica differenza è che la materia prima veniva prodotta in zona prevale temente presso le aziende agricole della Ionta e dello Scanno,che attualmente coltivano mais e foraggiere varie per gli allevamenti bufalini.
Ruolo del presidio militare di Persano
E’ da segnalare anche il ruolo svolto dal vicino presidio militare di Persano che per molti giovani è stato motivo di miglioramento delle proprie condizioni sociali. Diversi di essi sono diventati sottufficiali ed ufficiali con mansioni di prestigio anche all’estero. E’ da citare anche l’opera svolta dal sacerdote don Vittorio Granito, parroco del Borgo Carillia e cappellano di Persano, il quale si è prodigato per l’avanzamento culturale ed economico dei residenti aiutandoli nelle varie necessità famigliari e sociali. Non si può tacere l’opera meritoria svolta dall’arma dei carabinieri nel tutelare i cittadini operando prevenzione e fornendo aiuto alla popolazione nei momenti di bisogno. Nel borgo esiste la chiesetta dedicata alla Madonna della Neve che, secondo la tradizione, venne eretta in seguito alla visione avuta da un contadino nell’anno1893 e la cui festa onomastica si celebra il 5 agosto di ogni anno.
Conclusioni.
Con la suddivisione dei terreni da parte degli assegnatari originali, gli eredi non riuscivano più a soddisfare le loro esigenze economiche pertanto, molti componenti dei nuclei famigliari sono stati costretti a trovare lavoro altrove, con la conseguente necessità di vendere i terreni conservando solo la casa. Ciò ha fatto registrare una formazione delle aziende che in alcuni casi superano i 25 ettari, il cui indirizzo produttivo e prettamente zootecnico (allevamento bufalino), mentre la borgata ha cambiato totalmente la sua fisionomia da agricola a residenziale, sono state abbellite e ristrutturate le antiche case coloniche e, in più sono Ft 7. 2008 Centro residenziale in costruzione sono state costruite nuove villette a schiera.
Angelo Adinolfi
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