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mercoledì 15 aprile 2009

Centro storico: una passeggiata e poi una discussione sul che fare

di GLICERIO TAURISANO

E si, caro Oreste, a leggere la "Collina degli Ulivi" ci si commuove sempre, i ricordi sono ricordi, ma quanta energia danno nel proseguire il cammino di ognuno di noi, essi sono come l'aria che quando ci manca la cerchiamo, disperati, attraverso qualsiasi varco di un "passato" il quale alimenta, inconsapevole, la forza del nostro presente.
Sere fa mi trovavo in un Paese del Cilento e guardando le viuzze, i vicoli, le case non potei fare a meno di ritornare con la mente al Centro Storico di Altavilla e, colmo di una estraneità dal presente mi allontanavo sempre più dalle voci dei presenti che intorno a me si confondevano con le grida di quando noi in giovane età si scorazzava tra un vicolo all’altro, tra i richiami dei vicini i quali con spirito materno o paterno ci rimproveravano per lo schiamazzo che producevamo; oppure, sentir risuonare nella mente i racconti “antichi” che qualche anziano ci elargiva con tanto accanito sentimento.
Quello che tu hai sopra descritto, è un po’come la vita di ognuno di noi, vita passata ma sempre presente nei nostri ricordi e ciò è di un meraviglioso incredibile.
Il Centro Storico di Altavilla: comincerei, caro Oreste, ad organizzare una sana, culturale e propedeutica passeggiata nel centro storico invitando un po’ di gente, discutendo, scambiando opinioni, ricordi, e per lo più discutere su cosa realmente ci sarebbe da fare per riqualificare una parte di storia di centinaia e centinai di Altavillesi. E, chi meglio di Te può proporre questa iniziativa? inoltre sarebbe anche bello raccogliere tutte le storie, i ricordi, di epoche vissute, diverse per ognuno ma sempre uguali nella loro caratteristica naturale: l’amore per il proprio Paese.
Sarebbe bello anche implementare un tavolo di discussione e reagire contro un degrado che porta solo all’annientamento della storia, della cultura, del sociale.
E’ un impegno che un po’ tutti dovremmo prendere, e ognuno dovrebbe dare il suo contributo, ma non solo per Altavilla, ma per tutti i Paesi detentori di bellezze, arte e storie, cose che abbandonarle a se equivale a rinnegare una parte di se stessi.
Con profonda Stima,
Cordialmente
Glicerio Taurisano

1 commento:

  1. I Centri Storici della Provincia di Salerno, Valorizzare più che Riqualificare.

    Il Centro Storico rappresenta una parte importante del tessuto sociale, ma anche della storia di una città o di milioni di cittadini che in tali ambienti hanno vissuto la loro vita, ambienti i quali, oggi, rappresentano scrigni di ricordi e di valori.
    Queste realtà, nel presente, versano in un stato di profondo degrado e dimenticanza, sia per motivi di carenza di servizi che per le pessime condizioni di spazi comuni. Ma nell’era del progresso e dell’evoluzione qualcosa si doveva pur sacrificare, ed ecco che storia, cultura, ricordi e ambienti vengono, attraverso un processo non propriamente Umano, ma quasi naturale, gettati nella grande vasca del dimenticatoio. E, …pur vero è che l’Uomo, può agire su questo “evento” il quale ha declassificato, negli anni, “l’anima” delle città in territori non più idonei alla vita quotidiana, ma può e deve agire con la semplice manifestazione di volontà ed interesse collettivo.
    Sarà il mio, un personale quanto limitato pensiero ma, se un centro storico rappresenta “l’anima” di una città, lo scrigno dei ricordi, la storia di intere generazioni e la cultura di intere popolazioni, e lo abbandoniamo a se, allora forse vorrà dire che stiamo uccidendo noi stessi.
    Oggi, sempre più spesso si parla (in tutta la nazione) di “riqualificazione” del centro storico, una piccola quanto breve ricerca, in tal senso, ha prodotto migliaia di informazioni inerenti a progetti, intenzioni, finanziamenti etc. per “riqualificare” il centro storico di questa o quell’altra città; una riqualificazione che per la quasi totalità ha interessato più l’aspetto strutturale della viabilità urbana (spesso con progetti neppure idonei) piuttosto che interessarsi al recupero di strutture esistenti, di monumenti, di creare o incentivare le “botteghe” di antichi mestieri, di esaltare il contenuto storico e culturale delle aree urbane e così via, fino ad ottenere un vero e proprio marketing territoriale al fine di produrre turismo e commercio per i raggruppamenti urbani “antichi”.
    Leggere o sapere di centri storici abbandonati è come cancellare una parte di sé, è come denigrare dalle proprie origini e dalla propria storia dell’essere, non possiamo prenderci, noi “attuali” la libera licenza di distruggere un passato che, per tanti ed ovvi motivi ci appartiene e che costituisce, per il nostro presente, una spinta propedeutica per incamminarci verso il nostro futuro, il quale non deve assolutamente essere costruito solo su evoluzioni, progressi e spesso ambigue prospettive di ricrescita sociale.
    E’ sul credere di certi valori che si costruisce il futuro e si arricchisce il presente, è sulla “valorizzazione” delle ricchezze naturali e non, storiche e sociali che si amplifica il concetto di cultura, assumendone la forma più coesa tra storia e cittadino, tra arte e ricordi, tra passato e futuro.
    Quindi, Valorizzare più che Riqualificare e la differenza non è poca, occorre che tutti ci si autoproclami custodi di valori, di storia e cultura, occorre prendere iniziative serie e durature per i centri storici delle nostre città, dei nostri paesi.
    L’allarme che risuona su tutto il territorio nazionale è di vero abbandono, da parte delle popolazioni, delle aree urbane storiche, per lo più situate in collina, per insediarsi in spazi più pianeggianti e urbanizzati con nuove tecnologie e ciò non fa altro che incrementare un totale distacco con il passato, la storia e la cultura di ogni singola comunità. Se a questo, poi, ci si aggiunge anche la totale assenza di progettazione di valorizzazione da parte delle Istituzioni, il danno è bello e che fatto.
    L’Imput, potrebbe essere iniziare con “salubre” passeggiate nei centri storici, viverli, rendersi conto e far rendere conto ad eventuali ospiti delle ricchezze e delle storie che una città possiede, scambiarsi le visite tra paese e paese, argomentare, scambiarsi racconti e cultura. Fotografare i centri storici e istituire una mostra permanente, un sito web, organizzare convegni, incentivare allo studio architettonico delle strutture abitative, degli spazi, delle realtà monumentali religiose e non, facendo così conoscere non solo alla Nazione ma anche ad altri Paesi le enormi ricchezze che la Provincia di Salerno conserva al suo interno.
    Occorre lavorare per un progetto unico di valorizzazione delle ricchezze della nostra provincia, interessando Comuni, Provincia e Regione, Enti Turistici, Musei, Trasporti, Associazioni, cominciare ad individuare, classificare e distinguere le aree urbane storiche come veri e propri territori da vivere, abitare e proporre come mete turistiche, in pratica, distinguerne le tipicità per ogni singola area, progettando una rete comunicativa che interessi le attività promozionali ai fini del marketing territoriale; definire, quindi, obiettivi di miglioramento ambientale, economico e sociale del territorio, per soddisfare le aspettative e le esigenze di ogni singola comunità.
    Coordinare la valorizzazione attraverso un unico soggetto istituzionale che oltre a organizzarne le attività sia anche promotore, nonché, laboratorio di idee attraverso progetti, studi e ricerche.
    Occorre creare “coincidenza” di interessi, ovvero finalizzare i diversi attori preposti verso un unico obiettivo, l’accoglienza e l’estetica, la gestione e la comunicazione; solo attraverso una coesa appartenenza al senso e al criterio di “fattibilità” e “volontà” saremmo capaci, non solo di riservare una parte principe della vita di ognuno di noi, ma anche e soprattutto di valorizzare i nostri paesi, le nostre contrade, i nostri centri storici.

    Glicerio Taurisano

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