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mercoledì 14 gennaio 2009

Realtà locali. Prospettive e leve di sviluppo

"Vede, Cucuzza..."


La settimana scorsa, nello studio televisivo di Uno Mattina, si è tenuto un incontro sul tema dello sviluppo delle comunità locali.

Si è parlato del disagio insediativo che coinvolge chi emigra dal piccolo centro alla volta della metropoli, quel senso di perdita di identità che si sperimenta lasciandosi alle spalle la comunità nativa. Ma questa sensazione di improvvisa rarefazione e smagliamento della rete delle relazioni umani che si vive nel passaggio dalla propria terra alla “terra promessa” metropolitana è così naturale e indispensabile?

A quanto pare qualcuno oggi sta iniziando a metterlo in dubbio. E si tratta proprio di una nuova sensibilità serpeggiante nella nostra società che, improvvisamente, forse esausta per i ritmi frenetici di città sempre più intasate e straripanti, inizia a rivolgere lo sguardo verso una dimensione “a misura d’uomo”.

Questa nuova sensibilità è legata a una riflessione più ampia, quella di una rinnovata esigenza di “qualità della vita”. Esiste, come tutti sanno, una apposita ricerca annuale condotta dal Sole 24 Ore (per i risultati del 2008 vi rimando qui). Ricerca che tiene conto di variabili come il tenore di vita, l’ordine pubblico, la densità di popolazione, il tempo libero, i servizi ambientali e lo stato di salute delle province italiane. Solo qualche curiosità relativa alla provincia di Salerno: se nei servizi sociali siamo nella parte bassa del tabellone (per tenore di vita siamo gli ultimi in assoluto), siamo piuttosto alti nella classifica dell’ordine pubblico. Sarà perché c’è sempre meno gente da gestire?

Cattiveria a parte, è nota la forte tendenza migratoria che caratterizza da secoli la nostra provincia (vi rimando al libro “La Merica altavillese”, di Bruno Di Venuta), messa in ginocchio da un’economia sempre più globalizzata, totalmente divergente dalla vocazione agricola del nostro territorio, fatta per lo più di piccole imprese alimentari. Vocazione apparentemente immodificabile.

Gli esperti convocati a Uno Mattina sono però tutti d’accordo nell’evidenziare che c’è una spirale subdola attiva storicamente e in particolare oggi: la cosiddetta emigrazione forzata genera a sua volta una gravissima perdita di risorse umane, intellettuali ed economiche. Che genera altra emigrazione forzata. Che genera…

Mauro Guerra, sindaco di Tremezzo, comune a ridosso del Lago di Como, evidenzia come una opportunità oggi imprescindibile per i piccoli centri sia quella di unirsi e cooperare nella gestione del territorio, utilizzando lo strumento - promosso dall’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, - delle “Unioni di Comuni”. L’Unione dei Comuni della Tremezzina, da lui stesso guidata e formata da sei comuni che raccolgono in tutto 3600 abitanti, ha ottenuto un netto miglioramento della qualità dei servizi ai cittadini, attraverso la gestione comune della polizia locale, l’ottenimento di un asilo nido intercomunale, di un servizio di assistenza domiciliare agli anziani, e grazie anche alla possibilità di partecipare con più forza ai progetti finanziati dall’Unione Europea.

Rossella Muroni, Direttore generale di Legambiente nazionale, è convinta che non sia così diffusa la capacità di accedere ai fondi strutturali europei. E’ necessario “riscoprire i talenti territoriali, che siano in grado di realizzare cose che piacciono al mondo” (qualcuno, a riguardo, parla di glocal, da global-local).

La Rete europea dei piccoli comuni mette a disposizione strutture e competenze per aiutare i comuni nella realizzazione di progetti finanziabili.

Chi avesse voglia di cimentarsi con le tematiche dello sviluppo locale potrebbe poi partecipare a “Symbola”, seminario annuale sulla qualità della vita fuori dalle città, curato da Ermete Realacci (ci farò un salto qui a Milano il prossimo maggio e vi dirò).  

Chiudo con le esortazioni di Aldo Bonomi, presidente del Consorzio AASTER (Associazione Agenti per lo Sviluppo del Territorio), secondo cui la qualità della vita è direttamente proporzionale alle dimensioni delle città, che con la continua immigrazione rischiano di diventare delle megalopoli impazzite. Proprio il 2008 è stato l’anno del sorpasso della popolazione delle città su quella delle campagne, segno che la tendenza è già in atto.

Il futuro economico delle piccole realtà locali, sostiene Bonomi, consiste nello stare al passo con un mercato globalizzato e competitivo. C’è chi, come lui, giura che questo non sia impossibile.

Il Consorzio AASTER nasce a Milano nell'ottobre 1986 come agenzia di promozione della figura professionale dell'Agente di sviluppo. L'Agente di sviluppo si propone come operatore territoriale con spiccata vocazione socioeconomica, che opera in forma autonoma o alle dipendenze di Enti pubblici e privati, con il compito specifico di analizzare le problematiche territoriali sotto il profilo delle risorse e delle reti di attori, di individuare gli elementi di criticità e le potenzialità di un sistema locale, i soggetti disponibili all'azione in comune, nonché le opportunità di finanziamento dei progetti di sviluppo. La struttura si avvale di una rete di collaboratori estesa a tutto il territorio nazionale e ad alcuni Paesi europei (Spagna, Francia, Germania). 

"Vede, Cucuzza, è una questione di responsabilità degli individui: la differenza la fanno le persone, gli amministratori locali."

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