Ppaese dell'Alto Sele nel salernitano
Il 5 febbraio 2009, il parere positivo diventa decreto di compatibilità ambientale, con un'altra avvertenza: «L'Amministrazione che provvederà al rilascio del provvedimento finale (probabile riferimento al Comune, ndr) è tenuta ad acquisire tutti gli altri pareri e/o valutazioni previste per legge…». Nel marzo del 2010 arriva l'Autorizzazione integrata ambientale. A novembre, l'impresa presenta al Comune il progetto: la destinazione d'uso comprende la "termovalorizzazione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi". Ancora il 20 luglio 2012 la giunta comunale del sindaco Italo Lullo approva il progetto per la "realizzazione di un impianto di trattamento di biomasse e rifiuti". Intanto però è nato il comitato anti-inceneritore. A Oliveto le polemiche si sviluppano su un ampio fronte, che va dalla protesta ambientale al sospetto clientelare per i posti di lavoro (dovrebbero essere una quindicina). Tanto che sabato il Comune pubblica un comunicato: «L'Amministrazione Comunale, rispetto alle continue inesattezze, offese ed infamie di questi giorni, informa che tutte le autorizzazioni ambientali sono state rilasciate dalla Regione Campania e che l'impianto inizialmente presentato come piattaforma ambientale per la combustione di biomasse e borlanda, tratta anche rifiuti speciali». L'Amministrazione si dichiara «inequivocabilmente, assolutamente contraria ad ogni tipo di impianto - inceneritore o termovalorizzatore - che possa minare l'ambiente e la salute dei cittadini e per quanto di sua competenza, ha messo in atto tutti gli adempimenti necessari per bloccare l'iniziativa».
Gli altri enti sono invitati a intervenire. E quali? Fabio Matteo, responsabile del dipartimento regionale Ambiente di Rifondazione comunista, avanza un dubbio: «L'inceneritore di Salerno si è bloccato e quello di Napoli non si costruirà. Però gli inceneritori sono strategici nel piano regionale rifiuti. Come fare? L'escamotage potrebbe essere la costruzione di impianti piccoli e medi. Come quello di Oliveto, che quindi sarebbe l'apripista».
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