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giovedì 23 agosto 2012

Il fiume Calore è in secca totale. Denuncia di Wilcalore dell'ingegnere Di Perna

Il Calore in secca nel Comune di Laurino

Tratto da www.sudasalerno.it - PIAGGINE – x
Il Calore in secca nel Comune di Laurino
PIAGGINE – Il fiume Calore è in secca totale. Giunti alla metà di agosto uno dei corsi d’acqua più importanti del Cilento segna il passo. La denuncia viene presentata dall’associazione “Wivailcalore” che già nei mesi scorsi aveva posto il grave problema della captazione delle acque che portano alla cancellazione del fiume. “Se prima la secca riguardava solo il tratto che attraversa il centro di Piaggine – spiega il presidente dell’associazione Pasquale Di Perna – ora la secca si estende fino alla sorgente di Gorgonero che si trova nel Comune di Laurino”. Da lì poi inizia un po’ di acqua che alimenta la zona di Felitto: “La captazione delle acque – relaziona Di Perna – è vietata dalla legge ma che qui nel Parco tutto è possibile”. La captazione è stata messa in atto dal Consorzio Acquedotto del Calore spa e l’acqua che viene sottratta al fiume serve per alimentare diversi paesi circostanti fino ad arrivare ad Agropoli: “Non vogliamo togliere l’acqua a nessuno – si affretta a sgomberare il campo da di dubbi Di Perna – perché abbiamo un progetto che riguarda il deflusso minimo vitale”. Si tratta di due alternative che dovranno camminare di pari passo: “La sorgente del Calore, alle falde del Monte Cervati, dovrà essere captata nei suoi originari 46 litri al secondo – afferma Di Perna –  che furono autorizzati nel lontano 1936, lasciando gli altri 54 litri al secondo liberi di scorrere nel fiume. Tale soluzione non diminuirà di un solo litro le attuali dotazioni idriche attualmente in essere per tutti i Comuni che sono alimentati dal Consorzio, con la sola esclusione di Agropoli, che attualmente fagocita i 54 litri al secondo che rappresentano la causa della secca totale. La conseguenza alla prima alternativa – aggiunge – è che Agropoli si dovrà fornire, nei soli periodi estivi di maggiore carenza idrica al Monte Cervati, dell’attuale acquedotto a cui è collegata dalla diga dell’Alento”. Ma quali sono i danni che provoca la secca del fiume? “In primo luogo – risponde il presidente – c’è un danno all’ambiente poiché non si spiega come la lontra, animale simbolo del Parco, può vivere in questo tratto di fiume. Poi ci sono i danni all’economia visto che gli allevatori sono costretti a spostare i loro animali verso aree con un minimo di presenza d’acqua e i turisti a fermarsi a Felitto e a non proseguire verso le zone dell’interno”. Intanto sul posto negli scorsi giorni è giunta pure la Polizia Provinciale che ha effettuato una verifica in merito alla captazione delle acque. Giunti alla metà di agosto uno dei corsi d’acqua più importanti del Cilento segna il passo. La denuncia viene presentata dall’associazione “Wivailcalore” che già nei mesi scorsi aveva posto il grave problema della captazione delle acque che portano alla cancellazione del fiume. “Se prima la secca riguardava solo il tratto che attraversa il centro di Piaggine – spiega il presidente dell’associazione Pasquale Di Perna – ora la secca si estende fino alla sorgente di Gorgonero che si trova nel Comune di Laurino”. Da lì poi inizia un po’ di acqua che alimenta la zona di Felitto: “La captazione delle acque – relaziona Di Perna – è vietata dalla legge ma che qui nel Parco tutto è possibile”. La captazione è stata messa in atto dal Consorzio Acquedotto del Calore spa e l’acqua che viene sottratta al fiume serve per alimentare diversi paesi circostanti fino ad arrivare ad Agropoli: “Non vogliamo togliere l’acqua a nessuno – si affretta a sgomberare il campo da di dubbi Di Perna – perché abbiamo un progetto che riguarda il deflusso minimo vitale”. Si tratta di due alternative che dovranno camminare di pari passo: “La sorgente del Calore, alle falde del Monte Cervati, dovrà essere captata nei suoi originari 46 litri al secondo – afferma Di Perna –  che furono autorizzati nel lontano 1936, lasciando gli altri 54 litri al secondo liberi di scorrere nel fiume. Tale soluzione non diminuirà di un solo litro le attuali dotazioni idriche attualmente in essere per tutti i Comuni che sono alimentati dal Consorzio, con la sola esclusione di Agropoli, che attualmente fagocita i 54 litri al secondo che rappresentano la causa della secca totale. La conseguenza alla prima alternativa – aggiunge – è che Agropoli si dovrà fornire, nei soli periodi estivi di maggiore carenza idrica al Monte Cervati, dell’attuale acquedotto a cui è collegata dalla diga dell’Alento”. Ma quali sono i danni che provoca la secca del fiume? “In primo luogo – risponde il presidente – c’è un danno all’ambiente poiché non si spiega come la lontra, animale simbolo del Parco, può vivere in questo tratto di fiume. Poi ci sono i danni all’economia visto che gli allevatori sono costretti a spostare i loro animali verso aree con un minimo di presenza d’acqua e i turisti a fermarsi a Felitto e a non proseguire verso le zone dell’interno”. Intanto sul posto negli scorsi giorni è giunta pure la Polizia Provinciale che ha effettuato una verifica in merito alla captazione delle acque.

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