PIAGGINE – SI ESTENDE LA SECCA DEL FIUME CALORE, DI PERNA: “ARRIVA FINO ALLA SORGENTE DI GORGONERO A LAURINO”
Il Calore in secca nel Comune di Laurino
Tratto da
www.sudasalerno.it - PIAGGINE – x
PIAGGINE – SI ESTENDE LA SECCA DEL FIUME CALORE, DI PERNA: “ARRIVA FINO ALLA SORGENTE DI GORGONERO A LAURINO”
Il Calore in secca nel Comune di Laurino
PIAGGINE – Il fiume Calore è in secca totale. Giunti alla metà di
agosto uno dei corsi d’acqua più importanti del Cilento segna il passo.
La denuncia viene presentata dall’associazione “Wivailcalore” che già
nei mesi scorsi aveva posto il grave problema della captazione delle
acque che portano alla cancellazione del fiume. “Se prima la secca
riguardava solo il tratto che attraversa il centro di Piaggine – spiega
il presidente dell’associazione Pasquale Di Perna – ora la secca si
estende fino alla sorgente di Gorgonero che si trova nel Comune di
Laurino”. Da lì poi inizia un po’ di acqua che alimenta la zona di
Felitto: “La captazione delle acque – relaziona Di Perna – è vietata
dalla legge ma che qui nel Parco tutto è possibile”. La captazione è
stata messa in atto dal Consorzio Acquedotto del Calore spa e l’acqua
che viene sottratta al fiume serve per alimentare diversi paesi
circostanti fino ad arrivare ad Agropoli: “Non vogliamo togliere l’acqua
a nessuno – si affretta a sgomberare il campo da di dubbi Di Perna –
perché abbiamo un progetto che riguarda il deflusso minimo vitale”. Si
tratta di due alternative che dovranno camminare di pari passo: “La
sorgente del Calore, alle falde del Monte Cervati, dovrà essere captata
nei suoi originari 46 litri al secondo – afferma Di Perna – che furono
autorizzati nel lontano 1936, lasciando gli altri 54 litri al secondo
liberi di scorrere nel fiume. Tale soluzione non diminuirà di un solo
litro le attuali dotazioni idriche attualmente in essere per tutti i
Comuni che sono alimentati dal Consorzio, con la sola esclusione di
Agropoli, che attualmente fagocita i 54 litri al secondo che
rappresentano la causa della secca totale. La conseguenza alla prima
alternativa – aggiunge – è che Agropoli si dovrà fornire, nei soli
periodi estivi di maggiore carenza idrica al Monte Cervati, dell’attuale
acquedotto a cui è collegata dalla diga dell’Alento”. Ma quali sono i
danni che provoca la secca del fiume? “In primo luogo – risponde il
presidente – c’è un danno all’ambiente poiché non si spiega come la
lontra, animale simbolo del Parco, può vivere in questo tratto di fiume.
Poi ci sono i danni all’economia visto che gli allevatori sono
costretti a spostare i loro animali verso aree con un minimo di presenza
d’acqua e i turisti a fermarsi a Felitto e a non proseguire verso le
zone dell’interno”. Intanto sul posto negli scorsi giorni è giunta pure
la Polizia Provinciale che ha effettuato una verifica in merito alla
captazione delle acque. Giunti alla metà di
agosto uno dei corsi d’acqua più importanti del Cilento segna il passo.
La denuncia viene presentata dall’associazione “Wivailcalore” che già
nei mesi scorsi aveva posto il grave problema della captazione delle
acque che portano alla cancellazione del fiume. “Se prima la secca
riguardava solo il tratto che attraversa il centro di Piaggine – spiega
il presidente dell’associazione Pasquale Di Perna – ora la secca si
estende fino alla sorgente di Gorgonero che si trova nel Comune di
Laurino”. Da lì poi inizia un po’ di acqua che alimenta la zona di
Felitto: “La captazione delle acque – relaziona Di Perna – è vietata
dalla legge ma che qui nel Parco tutto è possibile”. La captazione è
stata messa in atto dal Consorzio Acquedotto del Calore spa e l’acqua
che viene sottratta al fiume serve per alimentare diversi paesi
circostanti fino ad arrivare ad Agropoli: “Non vogliamo togliere l’acqua
a nessuno – si affretta a sgomberare il campo da di dubbi Di Perna –
perché abbiamo un progetto che riguarda il deflusso minimo vitale”. Si
tratta di due alternative che dovranno camminare di pari passo: “La
sorgente del Calore, alle falde del Monte Cervati, dovrà essere captata
nei suoi originari 46 litri al secondo – afferma Di Perna – che furono
autorizzati nel lontano 1936, lasciando gli altri 54 litri al secondo
liberi di scorrere nel fiume. Tale soluzione non diminuirà di un solo
litro le attuali dotazioni idriche attualmente in essere per tutti i
Comuni che sono alimentati dal Consorzio, con la sola esclusione di
Agropoli, che attualmente fagocita i 54 litri al secondo che
rappresentano la causa della secca totale. La conseguenza alla prima
alternativa – aggiunge – è che Agropoli si dovrà fornire, nei soli
periodi estivi di maggiore carenza idrica al Monte Cervati, dell’attuale
acquedotto a cui è collegata dalla diga dell’Alento”. Ma quali sono i
danni che provoca la secca del fiume? “In primo luogo – risponde il
presidente – c’è un danno all’ambiente poiché non si spiega come la
lontra, animale simbolo del Parco, può vivere in questo tratto di fiume.
Poi ci sono i danni all’economia visto che gli allevatori sono
costretti a spostare i loro animali verso aree con un minimo di presenza
d’acqua e i turisti a fermarsi a Felitto e a non proseguire verso le
zone dell’interno”. Intanto sul posto negli scorsi giorni è giunta pure
la Polizia Provinciale che ha effettuato una verifica in merito alla
captazione delle acque.
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