di MONICA ACITO
Quello strano miscuglio di clamore e delirio collettivo, è andato scemando poco a poco, dissolvendosi fino a perdere le sue tinte agghiaccianti . Lo strepito impaurito è stato sapientemente amalgamato nei colori della Sagra del Fusillo, nelle serate tutte uguali che hanno il compito di esorcizzare la paura, quelle serate che funzionano quasi come la catarsi della tragedia greca, aventi lo scopo di sublimare il terrore e la preoccupazione collettiva fino a non serbarne che la quintessenza.
Negli occhi e nelle menti dei felittesi riecheggia ancora il recente rumore della disgrazia appena avvenuta, eppure non possono sottrarsi alla routine festiva che la Sagra prevede, alle luci e alle illuminazioni, che mai come quest’anno hanno l’aspetto di impalcature senz’anima che sorreggono il vuoto.
Gli interrogativi si affastellano, una tragedia del genere porta con sé l’inevitabile strascico di confronti, analogie col passato ma anche di domande senza risposta. Il luogo della sciagura è famoso per la sua bellezza selvaggia e schietta ma anche per le sue insidie, è stato anche lo scenario della morte di Angelica Mark Zobel, l’escursionista tedesca ritrovata incastrata tra le rocce nel comune di Magliano Vetere e che era partita proprio dall’oasi di Felitto, alla volta di un’escursione senza più ritorno. Quali parallelismi con la tragedia del 21enne Vittorio Pierro, morto annegato? Naturalmente il ragazzo non era partito alla volta di un’escursione senti eristica, ma si trovava in gruppo con gli amici per trascorrere delle ore di serenità; seguendo la ricostruzione delle dinamiche , potrebbe essere stato vittima del sonno e anche del buio notturno, che l’avrebbe spaesato permettendo la sua caduta in acqua. Tra le tanti ipotesi che si fanno largo, magari una sorveglianza notturna da parte di funzionari degli enti preposti avrebbe potuto evitare questa tragica fatalità; data l’affluenza turistica , e dato anche il gran numero di persone che scelgono di campeggiare in tenda, una vigilanza apposita e adeguata nelle ore notturne, in special modo nei mesi estivi, sarebbe una misura di protezione efficace.
Il popolo felittese, legato in maniera viscerale al proprio fiume, spera che questa sia l'ultima tragedia che accade nel ventre dell'oasi tanto amata,L'ultima tragedia che va a sfiorare i luoghi del brigante Bernardo, che ancora vigila sulla sua grotta.
Quello strano miscuglio di clamore e delirio collettivo, è andato scemando poco a poco, dissolvendosi fino a perdere le sue tinte agghiaccianti . Lo strepito impaurito è stato sapientemente amalgamato nei colori della Sagra del Fusillo, nelle serate tutte uguali che hanno il compito di esorcizzare la paura, quelle serate che funzionano quasi come la catarsi della tragedia greca, aventi lo scopo di sublimare il terrore e la preoccupazione collettiva fino a non serbarne che la quintessenza.
Negli occhi e nelle menti dei felittesi riecheggia ancora il recente rumore della disgrazia appena avvenuta, eppure non possono sottrarsi alla routine festiva che la Sagra prevede, alle luci e alle illuminazioni, che mai come quest’anno hanno l’aspetto di impalcature senz’anima che sorreggono il vuoto.
Gli interrogativi si affastellano, una tragedia del genere porta con sé l’inevitabile strascico di confronti, analogie col passato ma anche di domande senza risposta. Il luogo della sciagura è famoso per la sua bellezza selvaggia e schietta ma anche per le sue insidie, è stato anche lo scenario della morte di Angelica Mark Zobel, l’escursionista tedesca ritrovata incastrata tra le rocce nel comune di Magliano Vetere e che era partita proprio dall’oasi di Felitto, alla volta di un’escursione senza più ritorno. Quali parallelismi con la tragedia del 21enne Vittorio Pierro, morto annegato? Naturalmente il ragazzo non era partito alla volta di un’escursione senti eristica, ma si trovava in gruppo con gli amici per trascorrere delle ore di serenità; seguendo la ricostruzione delle dinamiche , potrebbe essere stato vittima del sonno e anche del buio notturno, che l’avrebbe spaesato permettendo la sua caduta in acqua. Tra le tanti ipotesi che si fanno largo, magari una sorveglianza notturna da parte di funzionari degli enti preposti avrebbe potuto evitare questa tragica fatalità; data l’affluenza turistica , e dato anche il gran numero di persone che scelgono di campeggiare in tenda, una vigilanza apposita e adeguata nelle ore notturne, in special modo nei mesi estivi, sarebbe una misura di protezione efficace.
Il popolo felittese, legato in maniera viscerale al proprio fiume, spera che questa sia l'ultima tragedia che accade nel ventre dell'oasi tanto amata,L'ultima tragedia che va a sfiorare i luoghi del brigante Bernardo, che ancora vigila sulla sua grotta.
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