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venerdì 24 agosto 2012

Karaoke a Spoon River's hill

Capita raramente di trovarsi in un bar di paese, trovare dei vecchietti che, anziché giocare a briscola, fanno le prove del karaoke. Mi trovavo ad Altavilla per un invito ad un convegno dove si parlava dello sbarco americano dopo l’otto settembre che colpì il paese in modo crudele e mi sono trovato un signore anziano vestito da quindicenne che cantava una canzone dell’Italia del dopoguerra “Grazie dei fiori”. La particolarità stava in una parte della strofa, dove avendo difficoltà vocali, l’anziano signore, le note assumevano una flessione sonora, non mantenendo l’altezza giusta, un intercalare che ricordava il De Andrè degli anni ’60 con la sua voce luttuosa, ma anche alcuni brani di Crêuza de mä. Un Brassens dei silentini. Uno stimolante per la fantasia, una scena così non la trovi tutti i giorni. (1)
“Quota 424” è il libro di cui si parlerà questa sera, la collina più alta del paese, la terrazza sulla piana. L’ - Apocalisse ora - successa dopo l’otto settembre del ’43. I tedeschi arroccati sopra la collina di 424 metri si difendono alla cieca, bombardano la piana del Sele, dove sono sbarcati gli alleati. Risultato: 73 morti tra i civili di Altavilla, un tributo di sangue molto alto, se pensiamo che sia successo dopo l’armistizio.
La stele al centro del paese ricorda i morti: profughi, vecchi, bambini, li ricorda tutti quei civili ammazzati senza colpa. La loro Spoon River, raccontata a voce. Poche volte scritta.
Ad accompagnarci è un amico che conosce tutto lo scibile storico del paese, l’autorità della memoria, il corrispondente del grande quotidiano di Napoli, che se glielo ricordi si fa quanto un pizzico, quanto è grande la sua umiltà.
Visitiamo vicoli e vicoletti che s’affacciano a distese di olivi secolari, maestosi portali, Chiese di storie sanfediste ma anche giacobine a ricordarci una doppia identità passata di questo luogo, ma era una doppia identità un po’ di tutto il sud, anche se, Altavilla, dopo la tragedia della guerra, ha un volto marcato a sangue, sicuro di sé.
Scopriamo storie particolari, che trovi in pochi altri paesi:
ai Solimena gli fu dato il feudo di Altavilla come contropartita alla cacciata dalla corte di Napoli come artisti ufficiali dopo l’avvento dei Vanvitelli. La potente famiglia Vanvitelli. Il signor Belmonte, un anziano signore di 93 anni che per cinque sigarette al giorno, prigioniero in Sudafrica, aveva imparato a suonare il violino. L’unico (ex) assessore donna che abbia amministrato nel paese che si rammarica perché non si applicano le quote rosa nel redigere le liste elettorali.
Il lamento dei paesani per il muro sotto al castello: transennato da molti anni non si è capaci di disgaggiarlo alla vecchia carne – madre del paese, per una messa in sicurezza. Ogni mondo è paese. C’è un sud subìto da tutti quelli che l’abitano.
Inizia il convegno, un video montato con vecchie foto della guerra accompagnate da una musica commovente. Foto del luogo, di anime allo sbando, prima e dopo i bombardamenti; la 36 esima divisione Americana: contadini del Kentucky accorsi nella piana del Sele per liberarci dai nazisti. Pensate: la capitale dello stato del Kentucky è la città di Frankfort… ed uno dei primi governatori dell’inizio del ‘900 (assassinato poco prima del giuramento) … William Goebel, di chiare origini germaniche.
Un convegno storico sulla collina 424 è verbalizzare un dolore passato, una morte da non dimenticare. Dei morti andati via in silenzio, senza far rumore, sotto il tumulto di inutili bombe. Un inferno di pochi giorni ti segna la storia. La banalità del male raccontava Hannah Arendt.
Tenere alta la memoria di un luogo è – mettere a verbale – il male della guerra davanti al tribunale dei vivi.
Esercizi di memoria da imparare a scuola, ma anche in tarda età.
La giornata è andata bene. Lascio la notte ad un bicchiere di vermouth bianco e ad una pasticca per conciliare il sonno.
Domani attacco la giornata ad un nuovo gancio da macello.
E chissà se un giorno le nubi copriranno lo spettro maledetto della guerra.
“La guerra di Piero” cantata da Faber.

Antonio Pecoraro  *
*Tonino, musicista, restauratore e  scrittore di Gromola, racconta una sua visita a Altavilla Silentina. Un unico appunto: i Solimena qui arrivarono ben prima l'apparizione del Vanvitelli. Antenati di Ivano, l'allenatore di molte squadre di calcio di Capaccio.  

(1) L'autore ha assistito fortuitamente a un'esibizione prova di Biagino Rubano, Gluglu per tutti, ex barbiere, ora affissore di manifesti comunali.

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