Capita raramente di trovarsi
in un bar di paese, trovare dei vecchietti che, anziché giocare a briscola,
fanno le prove del karaoke. Mi trovavo ad Altavilla per un invito ad un
convegno dove si parlava dello sbarco americano dopo l’otto settembre che colpì
il paese in modo crudele e mi sono trovato un signore anziano vestito da
quindicenne che cantava una canzone dell’Italia del dopoguerra “Grazie dei
fiori”. La particolarità stava in una parte della strofa, dove avendo
difficoltà vocali, l’anziano signore, le note assumevano una flessione sonora,
non mantenendo l’altezza giusta, un intercalare che ricordava il De Andrè degli
anni ’60 con la sua voce luttuosa, ma anche alcuni brani di Crêuza de mä. Un Brassens dei silentini.
Uno stimolante per la fantasia, una scena così non la trovi tutti i giorni. (1)
“Quota 424” è il libro di cui si
parlerà questa sera, la collina più alta del paese, la terrazza sulla piana. L’
- Apocalisse ora - successa dopo l’otto settembre del ’43. I tedeschi arroccati
sopra la collina di 424
metri si difendono alla cieca, bombardano la piana del
Sele, dove sono sbarcati gli alleati. Risultato: 73 morti tra i civili di
Altavilla, un tributo di sangue molto alto, se pensiamo che sia successo dopo
l’armistizio.
La stele al centro del paese
ricorda i morti: profughi, vecchi, bambini, li ricorda tutti quei civili
ammazzati senza colpa. La loro Spoon River, raccontata a voce. Poche volte
scritta.
Ad accompagnarci è un amico
che conosce tutto lo scibile storico del paese, l’autorità della memoria, il
corrispondente del grande quotidiano di Napoli, che se glielo ricordi si fa
quanto un pizzico, quanto è grande la sua umiltà.
Visitiamo vicoli e vicoletti
che s’affacciano a distese di olivi secolari, maestosi portali, Chiese di
storie sanfediste ma anche giacobine a ricordarci una doppia identità passata
di questo luogo, ma era una doppia identità un po’ di tutto il sud, anche se,
Altavilla, dopo la tragedia della guerra, ha un volto marcato a sangue, sicuro
di sé.
Scopriamo storie particolari,
che trovi in pochi altri paesi:
ai Solimena gli fu dato il
feudo di Altavilla come contropartita alla cacciata dalla corte di Napoli come
artisti ufficiali dopo l’avvento dei Vanvitelli. La potente famiglia Vanvitelli.
Il signor Belmonte, un anziano signore di 93 anni che per cinque sigarette al
giorno, prigioniero in Sudafrica, aveva imparato a suonare il violino. L’unico
(ex) assessore donna che abbia amministrato nel paese che si rammarica perché
non si applicano le quote rosa nel redigere le liste elettorali.
Il lamento dei paesani per il
muro sotto al castello: transennato da molti anni non si è capaci di
disgaggiarlo alla vecchia carne – madre del paese, per una messa in sicurezza.
Ogni mondo è paese. C’è un sud subìto da tutti quelli che l’abitano.
Inizia il convegno, un video
montato con vecchie foto della guerra accompagnate da una musica commovente.
Foto del luogo, di anime allo sbando, prima e dopo i bombardamenti; la 36 esima
divisione Americana: contadini del Kentucky accorsi nella piana del Sele per
liberarci dai nazisti. Pensate: la capitale dello stato del Kentucky è la città
di Frankfort… ed uno dei primi governatori dell’inizio del ‘900 (assassinato
poco prima del giuramento) … William Goebel, di chiare origini germaniche.
Un convegno storico sulla
collina 424 è verbalizzare un dolore passato, una morte da non dimenticare. Dei
morti andati via in silenzio, senza far rumore, sotto il tumulto di inutili
bombe. Un inferno di pochi giorni ti segna la storia. La banalità del male
raccontava Hannah Arendt.
Tenere alta la memoria di un
luogo è – mettere a verbale – il male della guerra davanti al tribunale dei
vivi.
Esercizi di memoria da
imparare a scuola, ma anche in tarda età.
La giornata è andata bene.
Lascio la notte ad un bicchiere di vermouth bianco e ad una pasticca per
conciliare il sonno.
Domani attacco la giornata ad
un nuovo gancio da macello.
E chissà se un giorno le nubi
copriranno lo spettro maledetto della guerra.
“La guerra di Piero” cantata da
Faber.
*Tonino, musicista, restauratore e scrittore di Gromola, racconta una sua visita a Altavilla Silentina. Un unico appunto: i Solimena qui arrivarono ben prima l'apparizione del Vanvitelli. Antenati di Ivano, l'allenatore di molte squadre di calcio di Capaccio.
(1) L'autore ha assistito fortuitamente a un'esibizione prova di Biagino Rubano, Gluglu per tutti, ex barbiere, ora affissore di manifesti comunali.
(1) L'autore ha assistito fortuitamente a un'esibizione prova di Biagino Rubano, Gluglu per tutti, ex barbiere, ora affissore di manifesti comunali.
Nessun commento:
Posta un commento