di ORESTE MOTTOLA (riproduzione riservata)
Furono i nostri "americani", quasi tutti emigranti di seconda generazione, che cominciavano a "stare bene" nelle varie Lttle Italy a volere un monumento. Ma non uno qualsiasi. "Che ricordi ai posteri il supremo sacrificio dei figli del nostro ameno paesello" (Lettera di Salvatore Perito a Angelo Molinara, del 21 luglio 1922, AcAS). Avrebbero anche voluto che ad erigerlo fosse lo scultore Carmine Perito, negli Usa diventato anche Peter, gloria degli altavillesi emigrati negli States. Non fu possibile perchè nel 1922 Perito morì all'improvviso. Il fratello Salvatore, così come l'intera colonia degli altavillesi a New York, avrebbero allora gradito che il paese natìo si fosse degnato di onorarlo con un busto da collocare nella nuova Piazza che si stava costruendo. Ma non fu possibile, ad Altavilla, come spesso accade, il suo talento non era riconosciuto. Eppure le sue statue erano in tutta l'America. Nemo propheta in patria Carmine Peter Perito che era nato 18 luglio del 1871. Emigrò giovanissimo in America. Studiò musica per otto anni ma la sua vera inclinazione era la scultura. Realizzò prestigiose opere in tutta l'America. A 30 anni ritornò ad Altavilla per fare tre mesi di servizio di leva e a Milano quattro anni di Accademia di Brera. E' a lui che i numerosi emigrati altavillesi in America si rivolsero affinchè tornasse in paese per costruire il monumento per onorare i caduti della Grande Guerra. Alla vigilia della partenza, prevista per il 16 dicembre 1920, un'affezione polmonare (la silicosi?) lo tenne per sei mesi a letto e poi lo spense. In Italia tornarono la moglie Gioconda ed il figlio Germano. Il fratello Salvatore, anche per onorarne la memoria, diede impulso alla raccolta dei fondi fra i compaesani. Carmine Perito è l'autore dello splendido portale della chiesa di Montevergine. L'opera rimase incompiuta perchè l'artista avrebbe dovuto riprenderla in occasione del ritorno per la realizzazione del monumento ai caduti. Il fratello, e gli altri emigranti, avrebbero voluto per lui un busto in piazza Castello. Quest'ultima ipotesi fu sempre fieramente avversata dall'allora sindaco, e poi podestà , Francesco Mottola. "La pretesa è un'americanata", scrive don Ciccio in una nota. Nella vicenda si inserisce poi Donato Galardi, il suo avversario per antonomasia.
L'idea iniziale dei nostri emigranti era quella di dotare la nuova Piazza di Altavilla un monumento imponente, di quelle che Peter Carmine Perito aveva realizzato a New Jork, Dallas ed in altre città americane. Per questo la raccolta dei fondi ebbe subito un avvio brillante. Ventiduemilalire furono raccolte subito. Così come i soldi che erano già serviti per dare dignità alla chiesa - capella di Montevergine. "Per i nostri morti", è la parola d'ordine. Ora però si preparavano a far tornare il loro più illustre rappresentante. Perito però si ammala. Il Comitato continua a lavorare. Però il diavolo ci mette due volte la coda. Alla fine del 1920, il 21 dicembre, arriva la lettera del presidente del "Comitato per il monumento ai Caduti in Guerra della Provincia di Salerno", Enrico Madia, che sollecita il comune "a deliberare una sovvenzione a favore del monumento che si eleverà in questa Città ad imperituro ricordo dei Gloriosi Caduti in Guerra appartenenti a questa provincia". Così il Comune di Altavilla, guidato da don Ciccio Mottola, può rientrare in un'iniziativa dalla quale era stato quasi estromesso. Qualcosa, a livello locale, comincia a muoversi l'anno dopo. Il 25 giugno Angelo Molinara comunica di aver costituito un comitato "per l'erigendo monumento ai Caduti" e fa istanza al Comune affinchè deliberi "un contributo" per "dare un degno riconoscimento del grande sacrificio dei numerosi Caduti per la patria". L'appello è raccolto dal consiglio comunale del 17 luglio 1921 dove 9 consiglieri (Francesco Mottola, Federico PIpino, Francesco Carrozza, Michele Caruso, Salvatore Nigro, Angelo Liccardi, Gaetano Cimino e Giuseppe Peduto) esprimono il loro "si" e altri 11 sono stranamente assenti (Ruggiero Mazzaccara, Germano Pipino, Francesco Carrozza, Giuseppe Cennamo, Antonino Marruso, Gennaro Ricci, Antonio Petrosino, Enrico Sassi, Carlo Molinara e Lazzaro Zito). E' giustificato Lazzaro Zito, poichè è deceduto da poco. Dieci dissenzienti per un monumento ai caduti sono troppi. Qualcosa è accaduto. E non è solo la prima prova della contrapposizione tra "Stella" e "Orologio". Facciamo un passo indietro. Il Consiglio Comunale delibera di impegnarsi per uno stanziamento di duemila lire, pagabili durante i prossimi due esercizi contabili. La situazione comincia ad imbrogliarsi già alla fine dell'estate, il 26 agosto del 1921, quando il Sottoprefetto di Campagna (che controlla gli atti del municipio) chiede a Francesco Mottola "tutti gli atti compresa la deliberazione di giunta d'urgenza". In poche parole, c'è stato un ricorso. Vuole vederci chiaro, il funzionario. Un'appunto manoscritto di don Ciccio Mottola dà conto del fatto: "sono sorte delle affermazioni su presunti danneggiamenti dal provvedimento di sistemazione della piazza per collocarvi degnamente il monumento ai numerosi caduti di questo comune!". E' sempre la penna di Mottola a vergare la domanda che Angelo Molinara inoltra al Ministero della Guerra per avere un cimelio "adeguato all'entità dell'opera per la quale saranno spese quarantamila lire". Duemila le metterà il municipio, e le altre 38 mila? Ventiduemila lire sono state raccolte negli Stati Uniti d'America e già inviate. Altre 16 mila lire dovrebbero arrivare dalla popolazione residente. No, le raccoglieranno ancora gli "esuli" come si definiscono nelle loro lettere, che si sono organizzati in un apposito Comitato. Ma subito c'è qualcosa che non va: "Comitato protesta energicamente spese incorse senza autorizzazione specifica. Temiamo ostacoli non lievi successo future questue", scriverà in un allarmato telegramma Salvatore Perito. Il fatto è questo, ed è tutto a carico di Angelo Molinara, il capo del comitato locale pro - monumento. Lo racconta un telegramma spedito dagli emigranti. "Si sta erigendo una murata di sostegno con i fondi a voi affidati". Il muro è prospiciente a casa Molinara e la notizia arriva subito in America. Gli emigranti sono in allarme e nient'affatto diplomatici: "A noi occorre sapere - scrive Salvatore Perito - la somma totale che trovasi presso di voi, oppure in deposito, presso le Casse di Risparmio: questo ve lo domandiamo, perchè tale rassicurante notizia proveniente direttamente da voi metterà a posto le cose". C'è il muro davanti alle proprietà Molinara, e passi. No, è tutto un falso. "La colpa è di Salvatore Iorio. E' lui che ha voluto scrivere al Prefetto, a Mussolini. Ce l'ha con Molinara", scrive a Mottola Salvatore Perito, il 25 giugno del 1925. Nella contesa poi entra Donato Galardi che così comincia la quarantennale battaglia contro don Ciccio. Ci va cauto Galardi, ma le "carte" ci restituiscono il suo telegramma: "Molinara sottoporrà controversia al Prefetto", che scatenerà le ire degli emigranti americani. Ma la discussione è anche sul tipo di monumento. E su chi dovrà eseguirlo. Qui la contrapposizione è con il sindaco Mottola. Gli emigranti vogliono che a lavorarci sia Carmine Perito. Dev'essere il monumento ai caduti ma anche l'esaltazione del genio di questo altavillese che si è fatto da solo. Ad Altavilla hanno idee diverse. Vogliono innanzitutto sistemare la piazza, più che a dirlo apertamente lo fanno capire agli esterrefatti "americani". Nello slargo che unisce le vie che vengono dall'Annunziata, dal Carmine, da S. Sofia e da Porta di Suso ci sono le piante di ulivo, qualche arbusto e tante pietre. Piazza Castello è ancora campagna. Poi, oltre al cimelio chiesto al Ministero della Guerra, ci sarà chi ebbe l'idea di piantarvi un albero (di leccio, di tiglio) per ogni caduto. Il monumento? va bene anche uno "di fonderia", fatto in serie, si comincia a dire. Perito? Può restarsene in America. Salvatore Perito, presidente del Comitato americano, e fratello di Carmine, se ne accorge e scrive a Mottola: "Avete voluto farci intendere che qualora non accettiamo la vostra soluzione siete liberi di fare erigere il Monumento a modo vostro usufruendo delle nostre 22 mila Lire? speriamo non sia questa la vostra intenzione altrimenti ci obbligherete a prendere le necessarie disposizioni per proteggere gli oblatori delle lire 22 mila, anzi ci permettiamo rispettosamente parlando al signor Sindaco di non toccare o far spendere una sola Lira della somma suddetta eccettuato per lo scopo prefisso".
Nel 1923 sulla questione non ho trovato carteggi. Vengono solo venduti all'asta otto alberi nello spazio attiguo l'ex chiesa dell'Annunziata (dove c'è l'attuale Municipio). Si aggiudica la gara Samuele Morrone e l'incasso, per 119 lire, va al presidente dellerigendo monumento ai Caduti. Carmine Perito è gravemente ammalato, gli emigrati non sanno cosa fare. Va bene continuare a raccogliere soldi, oppure fermarsi? Il dilemma è presto sciolto. Quel monumento va fatto, anche per onorare Carmine. "Carmine chi?", avrà detto colui che sarà detto "il Gattopardo altavillese", restio ad attribuire a colui considerava un onesto artigiano una patente di valore.
1924
Il 15 gennaio del 1924 da New York scrivono Salvatore Perito e Salvatore Monaco. La missiva è indirizzata a: "Illustrissimo signor Sindaco e Comitato Monumento dei Caduti in Guerra di Altavilla Silentina". Ecco il testo: "Stimatissimi signori. Il sottoscritto, Tesoriere del Comitato in New York e unitamente a molti altri componenti di questo Comitato, sono molto dispiacenti in riguardo alla poca attività mostrata dal comitato di Altavilla per l'erezione del tanto desiderato Monumento, per il quale i nostri compaesani hanno senza indugio contribuito finanziariamente per portare a fine detta opera.
Molte lettere e proposte sono state spedite al Presidente Cav. Dottor Angelo Molinara, senza aversi degnato di dare una risposta di sorta di sorte, sia per che cosa si attende di per fare detta opera, sia per sapere se vi aggrada che questo comitato facesse fare un disegno da Artisti qui residenti, come procurare prezzi della costruzione.
Il 9 ottobre fu spedito al sig. Molinara un piccolo schizzo per il costo del quale, da una ditta in Italia di già sappiamo il probabile costo; bensì come ho detto tale schizzo non fu un regolare disegno; ma, un accenno di ciò che si potrebbe ottenere per il denaro disponibile.
Io in qualità di Tesoriere ho spedito al signor Molinara lire Ventiduemila, ho saputo anche da altri nostri compaesani altre somme sono state spedite, e si spediranno ancora, se possiamo avere quella soddisfazione che a noi ci tocca da poveri emigrati.
Si desidera perciò sapere signor Sindaco di che si tratta per questo silenzio e non curanza, come pure, quanto ha contribuito il popolo di Altavilla; poichè essendo noi i contribuenti principali abbiamo diritto a tutte queste cose, e specialmente vogliamo sapere a mezzo di un disegno bozzetto od altro; che si vuol fare per il denaro disponibile. Sapendo tutto ciò, possiamo da qui fare anche noi passi per ottenere col minimo costo un buon lavoro, e che a ciò voi costà , dovreste associarvi invece di ostacolarci.
Attendiamo da lei Sig. Sindaco di farci consapevole di quanto accennato, sperando che non dobbiamo ricorrere altrove, per creare mali umori che sinceramente vogliamo evitare. Accettate i sinceri saluti. Salvatore Perito S. Monaco".
Alla lettera sono accluse le note a margine vergate da qualcuno. Forse è don Ciccio. Da queste apprendiamo che "non l'ha ricevuto" per lo schizzo inviato. Il "popolo di Altavilla" ha dato poco più 800 lire e 1800 lire sono state raccolte dai "soldati". Si precisa pure che le spese per la sistemazione del monumento sulla piazza ammonteranno a 16 mila lire comprensive del contributo comunale.
Intanto il 7 febbraio 1924 il "Comitato" da New York telefrafa: "Comitato forzato rivolgersi autorità desidera urgenti notizie monumento informato Molinara comitato New York ho dato contratto erigere schizzo mandatogli ad ottobre scorso. Firmato COMITATO".
Il 14 febbraio del 1924 dalla Sottoprefettura di Campagna arriva al Comune un "biglietto urgente di servizio" che comincia a fornirci un'altra chiave di lettura della vicenda. "Vien riferito che codesta Amministrazione Comunale in modo arbitrario avrebbe, in occasione spianamento Piazza Umberto Iø, alterato accesso casa abitazione del signor Beniamino Brunetti, al quale avrebbe causato perciò grave danno. La stessa Amministrazione avrebbe pure, contro volontà del Brunetti, disposto abbattimento di un muro della lunghezza di circa cinque metri.
Prego di fornire al proposito urgenti informazioni, disponendo che entro breve termine sia provveduto al ripristino del turbato possesso dei beni del Brunetti. Avverto che ho gli atti in evidenza".
Mottola risponde il 20 febbraio del 1924.
Un appunto autografo datato 7 marzo 1924, sempre di Francesco Mottola, forse prima nota di una lettera da spedire agli "americani" specifica come: - Molinara non ha preso alcun impegno per il monumento; - restano ancora a disposizione 17 mila lire; - che è conveniente bandire un pubblico concorso per avere condizioni più vantaggiose.
Ed è su questa "base" che il 20 febbraio del 1924 il sindaco scriverà una lettera a Perito e Monaco. Trascrivo dalla minuta autografa: "La lettera alla quale ho il piacere di rispondere trasuda un pò troppo risentimento verso il presidente del comitato pel monumento ai caduti, risentimento giustificato da supposizioni che individui ed asntipatie locali si siano fatte arrivare finanche a New York con troppe basse insinuazioni. Perciò faccio appello agli alti sensi di patriottismo dei nostri emigranti che con tanto slancio hanno voluto contribuire all'erezione di un monumento - ricordo per quanti immolarono le loro giovani esistenze. Non immaginavamo neppure lontanamente che questo sacrificio potesse costituire un buon pretesto per così meschine volgarità .
C’era una volta la “Fratellanza Silentina”
Furono Germano Di Matteo, Carmine Caruso, Domenico Cantalupo, Biagio Capone e Giovanni Belmonte, a fondare, il 13 maggio del 1888, a New Jork, la prima associazione, o meglio "Società di Mutuo Soccorso" degli altavillesi che avevano preso la via dell'emigrazione. Il notaio Louis Della Rosa scrisse lo statuto del sodalizio che prese anche il nome di "Fratellanza Silentina". Il gruppo aveva la finalità di fornire assistenza ed istruzione agli associati. Di questo gruppo, a sfondo massonico, farà parte lo scultore Perito (autore di importanti monumenti negli Usa ed in Canada) ed autore del portale della chiesa altavillese di Montevergine. Furono loro a raccogliere i fondi per erigere un degno monumento ai caduti della Grande Guerra. Quei soldi affidati ad Angelo Molinara diedero vita ad una polemica che continuò per oltre un ventennio. Per "metterci una pezza" l'allora podestà Mottola affidò allo scultore napoletano Tello Torelli l'incarico che ha portato all'attuale monumento. Gli emigrati altavillesi a New York ebbero molto a soffrire per questa vicenda. Per loro, in piazza Castello, doveva sorgere una grande scultura (per l'opera del grande Perito, che però mancò nei primi anni Venti) e non una copia di fonderia come poi avvenne. Francesco Mottola trattò assai male gli emigrati "americani", scegliendo di "coprire" le personalità altavillesi coinvolte nella vicenda. Dagli Usa però non stettero in silenzio e scrissero le ragioni a tutte le autorità dell'epoca. Venne poi la Seconda Guerra e tutto acquietò.
Nessun commento:
Posta un commento