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domenica 14 marzo 2010

La storia moderna di Borgo Carillia

di ANGELO ADINOLFI

Tratteggiare le vicende storiche di Borgo Carillia mi ha dato la possibilità di ripercorrere i luoghi della mia giovinezza in cui ho vissuto dall’inizio degli anni Quaranta fino ai primi anni Sessanta, quando lasciai la borgata per motivi di lavoro.
Con la bonifica iniziata nel 1933 dal regime fascista, questo territorio di circa mille ettari venne concesso dallo Stato alla società Saim, allora presieduta dal gerarca Giovanni Boselli. Detta società iniziò la bonifica e la coltivazione dei terreni producendo in prevalenza tabacco, pomodoro, grano e leguminose varie che venivano trasformati in stabilimenti all’uopo costituiti (tabacchificio e conservificio). Va anche ricordato che nel periodo stagionale queste strutture occupavano oltre 1200 unità e aggiungendo le circa 100mila giornate lavorative annue, impiegate dagli affittuari e mezzadri hanno dato un grosso contributo ai problemi occupazionali non solo nel comune di Altavilla Silentina ma anche dei comuni vicini.
L’artefice principale di questo rinnovamento agricolo – industriale fu Carmne De Martino divenuto anche sottosegretario agli affari esteri nel governo De Gasperi. Va anche ricordato che il 19 ottobre 1947 Carmine De Martino con il prefetto di Salerno accompagnò la visita del presidente De Gasperi in alcune industrie ed aziende agricole del salernitano. In questa occasione il Presidente del Consiglio ebbe modo di valutare la grande importanza dell’opera di bonifica realizzata e l’esigenza inderogabile di procedere al loro completamento che era stato interrotto dagli eventi bellici. A ciò seguì una ripresa dei lavori che ebbe come conseguenza una riduzione della disoccupazione legata ai lavori stessi (scavi, drenaggi, dissodamenti, canalizzazioni, costruzioni di case coloniche).
I contadini del posto, mezzadri ed affittuari, stipulavano con la società Saim appositi contratti con i quali si impegnavano a pagare la concessione della terra con contropartite in natura mediante la rimessa alla società dei prodotti ultimati (tabacco, pomodoro, ecc.) che, poi, la società trasformava.
Nel 1946, in contemporanea con l’apertura della sede provinciale di Salerno, venne aperta in località “Scanno” la locale sezione della Coltivatori Diretti.
In merito all’azione della sezione di Persano, divenuta la punta avanzata delle lotte dei coltivayori della provincia (molte delle riunioni si tenevano nelle stalle dopo le lunghe giornate di lavoro), va ricordato che le prime rivendicazioni furono nei confronti dei proprietari della Società Agricola Meridionale Saim. A titolo di esempio un affittuario di questa società che conduceva una superficie di 30 ettari doveva corrispondere al proprietario 60 quintali di grano – con una produzione media dell’epoca di 8 – 12 q.li per ettaro - 400 quintali di tabacco verde – produzione media di 120 – 130 q.li per ettaro – e 400 quintali di pomodoro (120-130 q.li per ha). In pratica circa il 50% della produzione era destinato al proprietario, ciò doveva avvenire (e senza sconti) anche se si era avuta un’annata difficile con produzione notevolmente ridotta.
La prima conquista della Coltivatori Diretti fu la legge sull’equo canone che fece abbassare del 50% il costo dei fitti agricoli. Il delegato alla costituzione della “sezione di Persano” fu Felice Adinolfi, divenuto successivamente presidente, mentre delegato ai giovani coltivatori è stato Vito Cavaliere.
La riforma fondiaria, gestita dall’Opera Nazionale Combattenti, espropriò tutta la proprietà della Saim, esclusi gli stabilimenti industriali, frazionandola da 1 a 10 ettari ed assegnandola ai contadini in base a ciascun nucleo familiare. Ciò determinò una pace sociale fra la popolazione che reclamava lavoro. Al principio della costituzione del Borgo di Carillia la popolazione era era quasi tutta analfabeta ma nel tempo, evolvendosi il Borgo con la costruzione degli uffici, della chiesa, dell’asilo infantile, del circolo sociale, dell’ambulatorio medico, la sede della cooperativa ed i magazzini, le botteghe artigiane, il campo sportivo, si ebbe un notevole cambiamento sociale che corrispose ad un’evoluzione culturale dei suoi abitanti fino ad avere giovani diplomati e laureati che oggi occupano posizioni di rilievo. Le suddette strutture furono inaugurate dal senatore Giuseppe Medici, ministro dell’agricoltura, grande cultore della scienza dell’estimo in Italia.
I risultati produttivi sono tali che da una produzione media di 8-12 quintali di grano per ettaro si è passati, dopo la Riforma, a circa 25. Tale progresso unitario ha consentito una sensibile riduzione delle superficie investita a cereali a vantaggio dello sviluppo delle foraggiere, industriali ed ortive. A confermare la portata dei risultati economici basta ricordare che si è passati da un valore di 80mila lire circa per ettaro pre – riforma a circa 300 mila lire post – riforma.
Inoltre è da segnalare anche il ruolo svolto dal vicino presidio militare di Persano che per molti giovani è stato motivo di miglioramento delle proprie condizioni sociali. Diversi di essi soo diventati sottufficiali ed ufficiali con mansioni di prestigio anche all’estero. E’ da citare anche l’opera svolta dal sacerdote don Vittorio Granito.

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