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lunedì 15 marzo 2010

Alfonso Amato: “io il sindaco della love generation ”

Alfonso Amato: “io il sindaco della love generation ”

“Ho così tanto amore nel mio cuore nessuno può allontanarlo da me”, diceva la canzone , però in inglese, che lo accompagnava durante tutta la sua campagna elettorale comunale. Non tutti lo capirono ma così è stato. Stava con la Dc da giovane,ha conosciuto l’Udeur da adulto, lasciata per i fatti di Serre ed il contenuto delle intercettazioni di Bertolaso che su Serre faceva capire di poter disporre di uomini in loco del partito di Mastella, per il Pd di Alfonso Andria per poi finire alla corte di Paolo Ferrero. Nell’ultimo passaggio ha influito la durissima contestazione che ha inscenato nei confronti di Vincenzo De Luca “persecutore” di mendicanti e lavavetri. E’ la storia politica di Alfonso Amato, sindaco di Sicignano degli Alburni. Che ha avuto il suo picco più alto quando nella nera notte dello sgombero degli extracomunitari da San Nicola Varco con un pulmino se ne andò a prendere diverse decine e se li portò nella sua Sicignano. Il suo paese si divise, una parte l’osannò ed un altro simpatizzò con chi aveva osato addirittura alzare le mani su di lui. L’esordio ufficiale nell’agone si può datare al 2 aprile del 2006, quando prese la rincorsa per la sua campagna elettorale scrivendo ben quattrocento pagine di programma. E sotto ci mise “Love generation”, motivetto facile facile di Bob Sinclair, già stato utilizzato per una pubblicità della Tim, giusto quella canzone che inneggia all’amore universale. Amato vince ed emoziona tutti alla cerimonia per l’insediamento. Quando gli danno le chiavi del municipio, le mostra alla folla accorsa e proclama: “Sono e saranno a disposizione di tutti. E’ roba vostra, ognuno di voi deve sentirsi sindaco di Sicignano”. Poi invita le persone che se ne stanno sulla soglia ad entrare, “ad occupare ogni spazio, gli stessi banchi se necessario”.
Ma in agguato c’è la reazione di Pizzicara. Oltre ad essere sconfitto politicamente è anche dirigente scolastico. All’inizio del 2007 si va a riprendere le sedie dell’aula consiliare, solo due giorni prima della celebrazione di un consiglio comunale. “Sono della scuola. Amato lo avevo avvertito. Mi servono per far accomodare degnamente oltre 80 insegnanti per un’adunata plenaria del collegio dei docenti. Potevo farli mai stare in piedi?”.
La ribalta provinciale a “tenta” spesso Alfonso, l’avvocato. Comincia già nell’estate del 2006 quando scrive, stampa e fa affiggere un manifesto che “apre” la sua Sicignano ai napoletani che Sergio Vessicchio vuole cacciare da Agropoli. S’indigna sulle sparate “da sceriffo” di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, su mendicanti e lavavetri. «Chi avrá problemi con la giustizia potrá rivolgersi a me, vi difenderò in maniera gratuita».
Oreste Mottola

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