Oreste Mottola
Il tema del convegno era "Banca del Sud e Bcc: prospettive di sviluppo per il territorio cilentano", organizzato dal mensile “Cilento”, e si è svolto venerdì sera a Roccadaspide. Perorazioni di principio a parte il dibattito ha voluto misurare quanto sia ancora in piedi il progetto del ministro Giulio Tremonti di una “Banca del Sud” che dovrebbe sostenere i progetti d’investimento meridionale anche con l’emissione di bond a sostegno della creazione d’infrastrutture. E se è ancora sul tappeto, è di qualche utilità? O si rischia di creare solo doppioni e diseconomie? In prima fila ci sono gli uomini che fanno funzionare la macchina delle banche di credito cooperativo nate nelle non floride zone interne della provincia di Salerno e che adesso con un’espansione “a macchia d’olio” sono arrivati in Calabria, in Lucania ed apriranno sportelli a Salerno – città. Sono Antonio Marino (Aquara), Michele Albanese (Roscigno), Antonello Aumenta (Sassano) e Ciro Solimene (comuni del Cilento). Dovranno essere queste banche, nell’idea finora espressa da Tremonti, a dare vita al nuovo istituto. Al confronto di Roccadaspide doveva essere presente il loro presidente nazionale, Alessandro Azzi, ma il banchiere bresciano ha disertato l’incontro e inviato un messaggio, dove parla di “riservatezza su materie di estrema delicatezza e ancora oggetto di confronto istituzionale”. Tutti i direttori generali delle Bcc intervenute hanno, pur con le cautele del caso e la prudenza del ruolo, bocciato il progetto tremontiano. Dell’orizzonte economico più generale si è occupato Aurelio Tommasetti, direttore del Dipartimento Studi e Ricerche aziendali della Facoltà di Economia presso l'Università di Salerno. “Le vostre imprese sono troppo sottocapitalizzate ed hanno vita troppo breve”, è la sua analisi. Utile allora una “Banca del Sud”: Siamo di fronte a “nebulosità”, commenta Michele Albanese. “Costruiamo invece un Mediocredito del Sud”, chiede Solimene. “Rimedio peggiore del male” è la valutazione di Aumenta. Conclude Marino: “C’è il rischio di avere un altro problema per il Sud”. Il direttore della Bcc di Aquara però concede l’apertura di credito all’iniziativa che dal Nord vorrebbe venire ad imprimere un’accellerata allo sviluppo del Sud. “ Sì al nuovo istituto purché non venga calato dall'alto” è la sintesi che ha proposto Gabriella Pederbelli, cronista de “Il Denaro”, il quotidiano economico campano. Nessuno nega che una “Banca del Sud” intesa come l’avvio di nuovi strumenti di finanziamento dell’economia meridionale, può essere utile innanzitutto allo sviluppo del territorio cilentano. Qui – lo raccontano i direttori delle banche che godono di un osservatorio privilegiato – la crisi è arrivata prepotente e morde ai polpacci famiglie ed imprese. "Ma necessita – spiega Antonio Marino, direttore della Bcc di Aquara - che da opportunità si materializzi concretamente e che non venga calata dall'alto senza tenere conto di quelle che sono le vere esigenze di quanti operano sul territorio. Occorre scuotere la coscienza di tutti i soggetti interessati rispetto alle istanze provenienti dalla cittadinanza. Altrimenti non sarà la Banca del Sud, o altri istituti, a poter determinare gli scenari favorevoli ad una ottimizzazione delle attività care alla gente che vuole impegnarsi effettivamente per un futuro ed una qualità della vita migliori".
Agostino Gallozzi, presidente di Confindustria Salerno, valicando ogni eventuale contrapposizione fa invece appello al sistema bancario. "Chiediamo attenzione – spiega il numero uno degli industriali salernitani - per chi fa impresa e si vede costretto a fronteggiare una crisi di mercato strutturale più che legata alle dinamiche delle singole attività. Ogni imprenditore – aggiunge il presidente di Confindustria Salerno in un intervento telefonico al convegno – vorrebbe il meglio per la sua azienda e per chi in essa è impiegato, non sempre il traguardo viene raggiunto per demeriti di entrambe le parti. Così invitiamo chiunque a valutare che si tratta di storie di uomini oltre che di percorsi aziendali considerati avulsi dalle comunità".
Il sistema territoriale delle Banche di Credito cooperativo, spiegano i dirigenti locali, "già offre il sostegno necessario allo sviluppo previsto dalla Banca del Sud" i cui elementi che ne ispirano la costituzione sono stati illustrati
Girolamo Auricchio, sindaco di Roccadaspide, racconta di quando da queste parti c’era solo il Banco di Napoli ed era “inavvicinabile". “Le Bcc – spiega Auricchio – hanno fatto la fortuna di questo territorio. Hanno affiancato nelle loro necessità imprendiotori e studenti. Aquara poi ci ha affiancato nella nostra opera di sostegno al nostro Ospedale, finanziando anche l’acquisto di diverse attrezzature. Maurizio Caronna, sindaco di Felitto e presidente dell'Unione dei Comuni del Calore, è stato più tecnico: “Abbiamo bisogno di più flessibilità da opporre al precariato. I business delle nostre imprese hanno cicli troppo brevi”. “La verità – ha spiegato Geppino Parente – primo cittadino di Bellosguardo – è che questo governo non ha uno straccio di politica economica e procede per spot. La voce degli imprenditori è stata quella dall'amministratore di "Agri Oil" Gabriele Quaglia e da Fernando Morra, della cooperativa "Il Marrone", che hanno ribadito come tutti sono chiamati a “fare di più”. La pubblica amministrazione, per esempio, deve fortemente semplificare al massimo le sue procedure. “La crisi della finanza pubblica è gravissima e dallo Stato a valanga cala sulla Regione, poi sui comuni e poi sulle imprese”, ha aggiunto Franco Palumbo, sindaco di Giungano. Nel concludere i lavori Antonio Ilardi, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Salerno, indica nel confronto continuo la ricetta per evitare che "idee di impresa valide possano naufragare con nocumento oltre che per l'imprenditore anche per le comunità locali".
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