Gaetano Ricco: "Perchè raccolgo l'appello di Gennaro D'Angelo"
Caro Gennaro,
al tuo “tavolo” io ci sarò perché,al di là della mia personale stima,il tuo appello mi convince e lo riconosco decisamente favorevole al Cilento.Nasce infatti fecondato e preceduto da un alto quanto altrettanto proficuo confronto dialettico di uomini liberi che amando il proprio paese si muovono,anche se per strade diverse,tutti alla stessa meta,alla nostra stessa lunga attesa. E questo mi conforta molto della tua,della mia stessa sofferenza che occupata e pre-occupata finalmente per te la vedo votata all’azione… un’azione che non può non essere che rotonda e come tu stesso proponi aperta e spero condivisa ,efficace allo scopo per la sua tessa ricchezza di posizioni diverse. Una azione “politica effettuale”,infatti non potrà mai completamente prescindere dalla capacità creativa di ognuno di noi e dalla individuale progettualità adattiva del nostro stesso impegno civile che non è altro che il nostro stesso amore per una terra che sentiamo spesso mortificata dalla grassa retorica di chi,dopo averlo smarrito e da lungo tempo,continuamente ci richiamano alla sollecitudine del ” bene pubblico” : di gran lunga e concordo con te,il fine più alto di ogni azione politica ma anche purtroppo,oggi in Italia, il più negletto; abbandonato come è nell’inferno delle buone intenzioni e quando poi… alle roboanti e demagogiche promesse della politica segue addirittura il deserto culturale e tutto sembra risolversi e morire nello stridore di un soccombente applauso interessato e allora è urgente che venga il tuo “tavolo” e che,raccolto in spirito di servizio,possa per tutti farsi viatico solenne di un libero confronto di idee,avviando in alto quell’auspicato processo virtuoso di inveramento effettuale dell’idee di cui il nostro Cilento pur ricco da sempre ne manca però da troppo tempo. Per favorire e indurre un radicale cambiamento del nostro modo di sentire,di agire e di pensare,di fare politica e di comportarci,abbiamo,infatti,tutti bisogno di ritrovarci intorno ad un “tavolo”,di venire ancora una volta a convegno,ripartendo dalla convinzione di doverci ascoltare,di doverci confrontare e di doverci riconoscere in una storia comune che forse abbiamo troppo “gioiosamente” smarrito: impigliati come siamo tra le tanta pieghe meschine di quelle amorali chiusure familistiche di potentati politici che da troppo tempo inchiodano il nostro Cilento alla miseria e… la miseria,credetemi, di un popolo è davvero insopportabile e ancora di più lo diventa se la sua fatalistica,inane arrendevolezza alla rassegnazione si traduce in una partecipata,stucchevole autocommiserazione… rialziamoci dunque e in tanti allora votiamoci al “tavolo” dove finalmente tutti presenti,insieme impareremo a frequentare il paese,il Cilento che tutti desideriamo facendo di una terra in cui ancora e da sempre tramonta il sole,un nuovo cominciamento al futuro,un novello oriente luminoso! Nessun uomo infatti e nessun popolo mai uscirà dal suo stato di“minorità” se non verrà liberamente al confronto e discutendo con larghezza di idee non provvederà in abbondanza di frutti a nutrire un nuovo progetto,un nuovo concerto comune di affrancamento da quel personale “sonno dogmatico” che ci lega le gambe e ci impedisce ancora il cammino. Un cammino irto,certamente difficile e arduo alla meta e che oggi più che mai si presenta assolutamente necessario,se vogliamo ripartire e rimetterci ancora in cammino verso e sulle orme del nostro tanto passato. Quel passato e quel presente che l’ostinata,innamorata voce poetica del nostro Maestro da tempo ci segnala essere in assoluto pericolo di perdizione se,anche noi innamorati del suo stesso amore,non faremo presto e “nuovo” il tempo che ci rimane,se non ritroveremo la strada che il Cilento contiene nelle sue tante risorse. Il tempo che ci rimane è poco ma il terreno è ben arato e se sapremo spenderlo bene presto ne vedremo anche i frutti … il vento del maestro ha oramai spiegato le vele e indicato la rotta,ora tocca a noi,nel tempo favorevole del “tavolo”,governare la nave spingendola a navigare in avanti sicura nel pescoso mare del Cilento,che da troppo tempo in “tacito sussulto” aspetta un nostro gesto d’amore! La “curva della storia”,è stato scritto,nelle sue prossime sfide globali ci chiama all’urgenza ed all’azione e allora…pronti solleviamoci dunque tutti all’offerta e raccogliamo l’invito a comparire e richiamiamo dunque dal suo lungo esilio, la “storia” e conveniamo fieri al vanto che un giorno “qui” nascendo “essa” ci consegnò…in un tempo in cui il Cilento si compiaceva dei suoi figli migliori!
“Dimenticarono,mescolati com’erano …i Poseidonati la loro lingua greca.
Della antica grandezza non rimaneva solo che una festa…
Come hanno potuto decadere,vivere e parlare barbaro?
Com’è successo,a noi che pure,sfortunati,tenemmo radici greche!
(C.Kavafis)
Gaetano Ricco
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