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lunedì 6 luglio 2009

Carmine Gioia, il professore aristocratico e cavaliere nel ricordo di Oreste Mottola e Carmine Senatore

Carmine Gioia, il professore aristocratico e cavaliere
A 64 anni scompare il più anglofilo dei giornalisti salernitani

[di Oreste Mottola] “Big Ben ha detto stop”, così Carmine Gioia, spesso con in testa un ricercato cappello nero che ora non saprei descrivere, chiudeva l’intervista quando l’intervistato cominciava a divagare. Ci metteva stile anche nello zittire chi sparlava. Ora lo stop, il the end, al più anglofilo dei giornalisti salernitani, è arrivato all’esistenza terrena, non alla stima di chi lo conosceva. Più che liberale, era monarchico, più che sabaudo o borbonico lui si riferiva direttamente dei regnanti inglesi. Mi ricordo le foto di una visita a Paestum dove lui accompagnava la Regina Madre. Era uno degli ultimi sacerdoti della vecchia Battipaglia, quella dei mitici padri fondatori.Se n’è andato a 64 anni, Carmine Gioia, da solo due anni in pensione, ma sempre indaffarato con i suoi Cavalieri di Malta del Santo Sepolcro (cito a memoria, ti chiedo scusa) e i ragazzi da aiutare. E quelle buste di mozzarelle sempre in mano, da regalare all’ospite di riguardo della serata, cosicchè della nostra zona si potesse portare via sempre l’aspetto migliore. L’ultima apparizione pubblica l’aveva fatta a seguito del sindaco di Roma Alemanno, venuto a sostenere la campagna elettorale di Motta. Il professore Gioia, che posso chiamare così perché lo conobbi quando si venne a sedere in cattedra nell’aula dove io ero studente, me lo ricordo sempre lucidamente collocato in quella parte politica. Me lo disse quel giorno, al primo svolazzare di giornale dell’estrema sinistra, sicuramente “Il Manifesto”, che capitò proprio dalle mie mani. Poi c’era la sua voce, sempre molto musicale e pastosa, che aveva delle estensioni molto armoniche. Con lui, ma anche con il caro Raffaele Rago ed il professore Tufano, ho vissuto l’ultima parte della stagione di Telelibera Battipaglia, dove un grande “direttore d’orchestra”, Piero Rocco, mise insieme giovani giornalisti di belle speranze e voci della migliore cultura locale. E cameraman e tecnici che si sono poi fatti onore in altre emittenti. “Il principe” di tutti noi, restò sempre lui, Carmine Gioia. Che ti sia lieve la terra, professore.


La ritmicità con la sua voce calda e suadente
[di Carmine Senatore ]
Il professor Carmine Gioia ci ha lasciato! Troppo presto per la nostra aspettativa media di vita. Forse Qualcuno, da lassù, nella sua infinita bontà, ha voluto evitargli ulteriori sofferenze. Scompaiono con lui un gentiluomo (o per dir meglio un “gentleman”) e un ottimo professionista. Profondo conoscitore della lingua inglese, di cui era anche professore, parlava con una chiarezza dando ritmicità con la sua voce calda e suadente. Sono stato di Carmine, con Peppino Sorrentino (attuale preside del liceo classico di Eboli) collega alla fine degli anni ’80: io professore di scienze e geografia, lui professore d’inglese, nello stesso Istituto (Istituto tecnico commerciale “F.Besta” di Battipaglia), nello stesso corso, corso A, e nella stessa classe, I^ A. Ricordo a volte i suoi giudizi positivi nei riguardi degli alunni, durante i consigli di classe e gli scrutini, profondamente diversi dalla gran parte di noi. Sempre ottimi. Spesso le sue valutazioni ci mettevano in crisi: forse non eravaforse non eravamo noi a giudicare in maniera diversa? Era buono. Aveva con gli alunni ottimi rapporti. Di essi era non solo professore, ma anche amico, fratello e padre e qualche volta anche innamorato, indipendentemente dal sesso. Era un innamoramento nel senso buono della parola, in quanto condivideva con loro passioni, gusti, interessi, obiettivi e predilezioni. Era certamente un uomo di destra, monarchico. Amante della lingua e della civiltà inglese, ne faceva sfoggio. Sono venuto a contatto, nel non breve percorso dell’avventura della vita, con uomini di destra, da Peppe Galardi, al maestro Longo, al maestro Ciccio Tufano, e ho sempre avuto con loro un rapporto di stima e di amicizia. Che cosa ci univa? Sicuramente l’onesta intellettuale e quella morale. Carmine era così: rispettoso e onesto. Ciao ,Carmine. Che il Signore ti accolga nelle Sue braccia e ti conforti della Sua luce!

1 commento:

  1. Purtroppo leggo questi articoli solo due anni dopo la scomparsa di mio padre.

    Vi ringrazio di cuore.

    Vincenzo Alberto Gioia

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