Con alcuni interventi sulle pagine di Repubblica e Corriere della Sera
si è aperta una discussione sulle conseguenze negative, secondo alcuni
opinionisti, che il film Benevenuti al Sud avrebbe avuto per
Castellabate e il Cilento.
L’dea
di fondo ispiratrice è che il film avrebbe rotto la tranquillità e la
pace di luoghi per pochi riversando su di essi una massa, spesso plebea,
rumorosa, incolta e incapace di cogliere il valore profondo dei luoghi
visitati, tutti presi solo dalla voglia di calcare lo stesso suolo
calcato da Bisio, Siani e compagnia....
La polemica non è nuova in casi del genere.
Francamente la trovo stucchevole.
Che
ci si sorprenda ancora degli effetti correlati alla affermazione della
fabbrica dell’immaginario questo davvero desta sorpresa...
Parlo da uomo conquistato dal Cilento negli ultimi dieci anni.
Che la solitudine e l’isolamento facciano bene a Castellabate e al Cilento è tutto da discutere e da dimostrare.
La realtà ci dice il contrario : solitudine e isolamento hanno portato
questo territorio in una condizione di progressivo depauperamento,
abbandono, decadenza.
Questa è la verità.
Si
veda la curva del decremento demografico, si veda l’età media degli
abitanti, si veda la voglia dei giovani di scappare, si veda lo stato di
abbandono e di fatiscenza di tanti centri storici...e non solo
nell’interno ( che non dimentichiamolo è parte prevalente dell’essere
Cilento), ma anche sulla costa...
...Che
il film in questione abbia contribuito a far conoscere di più questa
parte d’Italia a tutta l’Italia e che da ciò sia derivato un aumento di
attenzione, di visitatori e fors’anche di turisti perchè dovrebbe essere
considerato un male?
Certo, detto questo da qui poi cominciano i problemi, anche nuovi.
Di sicuro fa sorridere la voglia di fotografarsi sotto la lapide con la
famosa frase di Gioacchino Murat o davanti alla finta Posta o sotto il
cartellone di Benvenuti al Sud che ha visto protagonisti migliaia di
visitatori...mi sorprendo della sorpresa, insisto : dopo che per
decenni si sono decantate le magnifiche e progressive sorti di questa
modernità di ‘plastica’, perchè ce la si vuole prendere poi con la
coppietta che si immortala nei luoghi dei famosi protagonisti?
I problemi nuovi sono presto detti.
E’ evidente che una presenza così consistente, molto leggera anche, da
visita di corsa in torpedone e via, è destinata a scemare con il tempo.
In ogni caso c’è una cosa che farà giustizia di tutto : se il territorio
( inteso come suo tessuto associazionistico, come sue istituzioni, suoi
operatori economici e commerciali....), saprà cogliere l’occasione
dell’attenzione creata per elevare la propria offerta di qualità della
ricettività,dell’accoglienza, degli eventi culturali, delle
occasioni di vita diversa, insieme alla difesa intransigente del
contesto ambientale e del mare, sarà questo a selezionare anche la
domanda e renderne duratura nel tempo l’attrattività.
(Piccola
considerazione : la stessa esperienza che voi avete incontrato e sulla
cui newsletter compare questa riflessione è figlia di questo tentativo).
Se
l’offerta diventerà sempre più ricca di qualità e di opportunità nuove,
anche la domanda si conformerà ad essa selezionando anche da questo
lato qualità : senza andare a scomodare esempi lontani, ma Ravello e
Giffoni diranno pur qualcosa in questo senso dopo tanti anni...
Il vero tema è questo.
Se la discussione aperta aiuterà a riempire anche questo spazio di proposta, nonostante tutto potrà essere stata feconda.
Idee, proposte,ipotesi ve ne sono sul campo e tante altre possono
nascere...( sarebbe interessante ad esempio se si promuovesse su questo
un incontro chiamando a confronto tante realtà del territorio e tante
personalità ed esperienze significative amiche del territorio, chiedendo
a tutte un contributo di idee...certo poi ci vorrebbe chi queste idee
le raccogliesse...).
Una suggestione viene a me.
Nel 2015 a Milano. Expo mondiale sull’alimentazione. Ma è possibile che
il territorio dove è nata la Dieta Mediterranea, con tutti gli annessi e
connessi su cui non torno e su cui magari tanto si chiacchiera ma tanto
poco si fa...., non debba immaginare se stesso come soggetto
protagonista di un tale evento mondiale lì a Milano ( e dico
protagonista...non la risoluzione di tutto con un piccolo convegno, una
piccola passerella...), ma anche portando dal 2015, diciamo così,
Milano qui, in un grande appuntamento che si rifletta nell’Expo e che
abbia poi l’ambizione di ripetersi negli anni successivi...e perchè il
Cilento non potrebbe diventare uno dei luoghi privilegiati in cui, a
livello mondiale, si pensano una alimentazione nuova ed una
distribuzione della risorsa cibo sempre più giusta per i produttori e
per i consumatori? Ci sono personalità che o nella produzione di
eccellenza vitivinicola, di olio, di formaggi, o nell’arte, o nella
gastronomia, da Sant’Agata ai due golfi a Sapri ( per limitarci alla
provincia di Salerno ), già oggi parlano non all’Italia ma al mondo con
la qualità che producono : queste personalità sarebbero le prime da
coinvolgere insieme a tante altre non espressione del territorio
disposte però a contribuire ad una idea del genere.
A
proposito di esempi e di attenzione sul Cilento, non è anche in questo
che Angelo Vassallo con il suo sacrificio estremo ci ha lasciato un
grande dono che tocca a noi, anche in sua memoria, saper far crescere in
modo giusto?
Gianfranco Nappi
P.S. Mi farebbe piacere che a proposito di difesa del Cilento e della
sua ‘integrità’ si denunciassero di più e si riflettesse meglio sulle
vere brutture che si vedono sul territorio : dalla crescita senza
limiti dell’urbanizzazione di Ascea Marina alla collina di Torchiara
che sembra essere diventata la collina del Vomero degli anni ’50...Forse
su questo sì varrebbe la pena di accendere i riflettori.
GIANFRANCO NAPPI
Nessun commento:
Posta un commento