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lunedì 14 settembre 2009

Sgarroni e i Tenimenti che noi ci ricordiamo di Iolanda Brenga


Caro Oreste,
Ed è la rabbia che mi spinge a far sentire la mia voce, anche se dalla lontana Lombardia.
C’è ancora gente, se si può definirla così, che pensa di prendere in giro i propri simili, decidendo sulla pelle degli altri quanto debba essere grande la pagnotta di cui questi egregi signori si “ingozzeranno”.
Ben ricordiamo noi, “ Tenimentesi”, e tu continui a vederlo tutti i giorni, lo scempio fatto nella nostra contrada da qualche politicante di allora quando, alcuni decenni or sono, la zona fu letteralmente “ depilata “ di una meravigliosa macchia mediterranea e di superbe ginestre, in nome dell’avidità personale.
Terre che avevano succhiato il sudore dei nostri padri, manipolate per carpire contributi agricoli. E noi, impotenti, a guardare!
Ci saranno tanti posti di lavoro nel futuro – così facevano credere. Invece, intascati i contributi, i politici si sono defilati e chi si è visto si è visto.
I Tenimenti sono ancora lì ad essere violentati ancora.
Che magica idea! Il compostaggio! Un mostro che nessuno vuole lo regalano agli Altavillesi, in particolare a quelli dei Tenimenti!
Come sono bravi e solerti questi bravi politicanti, supportati da faccendieri senza scrupoli, che pensano di valorizzare la nostra zona solo quando devono attripparsi bene. Tanto nessuno protesta! E’ questo il loro slogan.
Io, invece, non ci sto!!!! Non ci sto proprio.
E attraverso queste frettolose righe colgo l’occasione per dare ai responsabili un piccolo suggerimento per salvare le loro capre e i loro cavoli.
Suggerisco, alle brillanti menti che hanno partorito questo velenoso progetto, di metterselo sotto casa loro l’impianto di compostaggio. Potranno avere qualche utile in più: oltre ad intascare quanto per loro stabilito, avranno la certezza di avere un figlio poco più che ventenne spegnersi giorno dopo giorno di tumore.
E’ questo che vogliono dare alle generazioni future di quelle poche famiglie che hanno avuto il coraggio di restare ancora nei Tenimenti!
Altro che strattonare, negare i microfoni e spiegare alla gente argomentando come conviene.
Ringranziando il mio Buon Signore non ho bisogno di microfoni per esprimere il mio disaccordo. Ma altri strumenti sì, non possono controllare ad Hoc tutto.
Ti ringrazio per lo sfogo e, se può servire a salvare i nostri amati Tenimenti, hai tutta la mia approvazione per eventuale pubblicazione della presente, ovunque tu voglia.
La libertà di parola e di pensiero prima di tutto.
Grazie e Buon Lavoro!
Una tenimentese rimasta tale
Iolanda Brenga
brengaiolanda@yahoo.it

1 commento:

  1. Ho letto l'articolo di Carmine Senatore su Facebook e condivido la definizione Sgarroni= persone sane, oneste e laboriose.
    Tanti ricordi mi legano a questa contrada. Quando mio padre aveva il negozio in Via Borgo, ho avuto il piacere di conoscere quasi tutte le famiglie residenti a Sgarroni e ancora oggi quando incontro qualche “vecchio cliente” ci si ricorda sempre di quei tempi pionieristici. Uomini, donne e bambini, studenti, operai, braccianti, tutti i giorni raggiungevano a piedi il posto di lavoro, la scuola media o piazza Castello per “imbarcarsi” sull’autobus e raggiungere la “Piana”. In quei tempi il Bar di Carletto e il tabacchino di Zi’Eduardo aprivano alle 5 di mattina. I piu’ fortunati “viaggiavano con il carro trainato dai buoi, con il ciuccio o con il mulo. Dalle 5 alle 7 e dalle 17.00 alle 19.00 Via Borgo era attraversata dalla gente di Sgarroni.
    Poi i tempi fortunatamente sono cambiati e negli anno ’70 anche a Sgarroni arriva la luce e arrivano anche i primi elettrodomestici. La vita incomincia a cambiare in meglio ma l’onestà, il rispetto , l’amicizia sono rimasti intatti.

    I punti di riferimento nella contrada erano individuati dai nuclei familiari piu’ consistenti. Ripercorrendo la strada tortuosa che attraversa la contrada trovavi i Cembalo, lungo la discesa. Quasi difronte i Petrosino, poi i Pingaro (con Donato e ‘nDuniella) in fondo alla discesa, ancora piu giu’ i Brenga con Peppeniello e la sua vespa 50 azzurra. Sulla strada principale Zi Amerigo e il suo calesse che, quando veniva al paese, parcheggiava sempre all’inizio di Via Borgo , poi i Mottola, i Cennamo e i Di Marco. Che tempi!.
    E la fontana-lavatoio che si trovava prima di Ficocelle ? Quella si che andrebbe recuperata!

    Oggi Sgarroni non è cambiata troppo rispetto agli anni da me ripercorsi. Sinceramente preferisco questa zona rispetto a tante altre che nel Comune di Altavilla sono mutate totalmente, perdendo quelle origini e quelle caratteristiche con le quali erano nate. Alla strada superveloce preferisco quella tortuosa e non trafficata, alle ville preferisco le case, ai palazzi preferisco il panorama, ai negozi e agli uffici preferisco le imprese agricole. Oggi Sgarroni, per la sua naturalezza, potrebbe essere il luogo dove sviluppare progetti per il recupero e la valorizzazione di diversi immobili già esistenti, alcuni disabitati. Progetti mirati all’accoglienza di coloro i quali vogliono trascorrere un weekend o una settimana lontani dallo stress cittadino o di coloro i quali voglio conoscere i veri sapori dei prodotti agricoli. Forse questo è l’unico modo per invogliare i pochi giovani residenti a restare nella propria contrada.

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