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martedì 15 settembre 2009

Albanella ricorda il dottore Antonio Scorzelli


Si terrà sabato 19 settembre, a Matinella, la selezione per l’assegnazione della borsa di studio “Dott. Antonio Scorzelli”. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Albanella, è promossa dal comitato autonomo “Dottor Antonio Scorzelli” che si è fatto carico della volontà della famiglia del giovane e stimato medico matinellese, cui la borsa è dedicata e scomparso prematuramente lo scorso anno, di sostenere i ragazzi più meritevoli nel prosieguo dei loro studi. L’iniziativa ha trovato immediatamente il sostegno degli amici di Antonio, nonché dell’Amministrazione comunale di Albanella. Antonio Scorzelli si è sempre distinto per l’amore agli studi e per questo si è pensato di onorare la sua memoria con questa iniziativa, il cui scopo è quello di contribuire ad sostenere, al di là delle capacità economiche, i giovani nei loro studi. Il concorso è infatti riservato a ragazzi che abbiano conseguito il diploma di maturità nell’anno scolastico 2008-2009 e residenti nel comune di Albanella. Il vincitore verrà premiato in una pubblica manifestazione nella serata del 19 settembre ad Albanella presso il Palazzo Spinelli.

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Articoli precedenti. Il ricordo di Carmelo Suozzo

All'università non ha mai preso trenta ad un esame, ma accanto, ed ogni volta, c'era sempre la lode. Al liceo era uno da dieci. "Una mente superiore, sempre", giura Carmelo Suozzo, compagno di scuola dall'asilo al liceo, e con in comune anche anche il dna altavillese, con quell'essere "trapiantati" in quella singolare "terra di mezzo" che è Matinella. La laurea in medicina l'aveva conseguita a Siena dove era restato a prestare la sua apprezzata opera professionale. Antonio che aveva una marcia in più ma non lo faceva pesare. "Stava sempre un passo indietro, con naturale modestia ed umiltà profonda", testimonia Carmelo. Antonio Scorzelli, 30 anni, medico radiologo, specialista in terapia delle immagini a "Le Scocche", il policlinico di Siena, sembra guardare i due grandi grappoli di palloncini bianchi che lo salutano all'uscita della chiesa di San Gennaro. Una malattia, la leucemia, l'ha strappato alla scienza, a tutti noi ma soprattutto ai suoi cari. Sono tutti qui, oggi. Papà Giuseppe, finanziere alla compagnia di Eboli, mamma Maria, insegnante a Cerrelli, il fratello Marco, si guardano attoniti e pur straziati nel cuore sono composti nel dolore. La malattia assassina, la leucemia, ha colpito Antonio quando lui era vicino a realizzare l'obiettivo della sua vita, che non erano le cose alle quali per il suo talento poteva agevolmente ambire: una cattedra all'università, il successo economico o la visibilità mediatica. Lui che già ci lavorava con un luminare come Ferrario o che ai campioni del Siena "faceva le lastre" . Antonio che era particolarmente contento quando poteva aiutare qualcuno delle sue parti, e che aveva toccato il cielo con un dito quando aveva saputo che sarebbe potuto venire a lavorare all'Ospedale di Eboli. Un progetto interrotto dalla brutta bestia della malattia che si era materializzata dentro al suo organismo. E' Carmelo Suozzo a scrivere, mentre è don Carlo Ciocca a leggerlo durante l'orazione funebre: "Qualcuno ha detto "a volte Dio spezza il nostro cuore per entrarvi più profondamente". Antonio non era un superficiale, non lo è mai stato. Era cresciuto con una forte, radicata passione per il reale, per ciò che si può razionalmente spiegare ma con chiaro in mento che alla fine ed al principio di tutto c'è il Mistero. Anche quando 15 mesi fa ha iniziato questa battaglia, era dispiaciuto principalmente per due cose: aver gettato nello sconforto la sua famiglia e aver contratto un male invisibile, un male a cui – un medico come lui specialista nel fare diagnosi su immagini – non potesse guardare negli occhi. Sono stati quindici mesi di speranze, dolore, preghiere.
Non credo si possa descrivere il suo sguardo che scorgevo dalla mascherina, lo sguardo di un malato – medico che, avendo ben chiara la natura del suo male, sembrava dirti di sorridere, come ad insegnarci che la vita ci è data perché la doniamo, perché la offriamo anche con l'ultima goccia di energia che abbiamo, anche quando riusciamo a fatica a muovere qualche muscolo. La certezza, la tenacia di ogni attimo e la tenerezza di uno sguardo, nella sofferenza di un male incurabile, sono un miracolo che ha reso a tutti più familiare il volto del Mistero buono che non ci abbandona.
Con la scomparsa di Antonio piangiamo la perdita di un grande uomo, dalle doti umane e professionali esclusive, un uomo straordinariamente capace e mestamente umile nello stile, nei toni, nel modo di rapportarsi alla realtà e nella maniera di attestare la sua presenza, sempre molto discreta, ma universalmente apprezzata.
Fratello, non posso dirti altro che "Grazie". Grazie per la tua meravigliosa esistenza. Grazie per esserci stato. Grazie per lo spirito che ci hai trasmesso. Grazie anche stavolta, che ci guardi da lassù, sempre un passo indietro". Ha detto tutto Carmelo. Eppure ci sarebbe tanto altro da aggiungere. Lo faranno, più in la, i suoi amici, i familiari e qualche paziente".
A chi redige queste note è piaciuto il concreto attaccamento alla nostra terra, a cominciare dalla primigenia Scalareta, che Antonio Scorzelli dimostrava in ogni momento del suo lavoro.

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