di CARMINE SENATORE
Il castello vero e proprio era arroccato in lato. Attraverso una piazzetta dava direttamente sulla piazza principale. Due pilastri con indicata in marmo la proprietà immettevano in un largo su cui si affacciavano un bar ,lo studio di un geometra e lo studio di notaio di don Ciccio. Lateralmente era il cinema separato da un lungo corridoio che immetteva in un frantoio. Una sbarra separava lo slargo dai garage dove faceva bella mostra una Balilla, ancora funzionante.
Attraverso un’ampia scalinata si saliva all’ingresso del castello. Due pilastri in arenaria, in alcuni punti erosa dal tempo , si immetteva in un ampio spazio,ai lati del quale si trovavo due giardini . Due cancelli in ferro battuto facevano da entrata; all’interno aiuole di rose e di garofani, al centro due ampie e grandi fioriere in granito. In uno un vasto loggione con panchine in pietra grezza dal quale si dominava la piazza del paese.
Al centro la vasca per la raccolta dell’acqua piovana. Al piano terra , il forno, il bottaio e le stalle che durante la guerra erano servito da ricovero.
Attraverso una scala parte in muratura e parte interra battuta si giungeva da un lato all’abitazione dello zio Martino, il fattore ,e dall’altra attraverso una scala in pietra all’abitazione di Don Ciccio.
Dall’alto , sulla terrazza, si dominava tutto il paese e la vasta pianura
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