Chissà come mai lo potrò chiamare: Ciccio, Ciccillo o il professore Ciccio? Noi altavillesi ci dividiamo a seconda del grado di confidenza con il quale chiamavamo Francesco Saponara, maestro elementare e dieci altre cose assieme. Francesco o Franco lo è stato in famiglia. Se n’è andato ad 87 anni, Ciccio, ed il rimpianto è stato davvero generale. Fu educatore moderno e pratico senza averne le prosopopee dei teorici di quelli che inorridivano davanti ad una classe elementare fatta di figli di contadini; organizzatore culturale del tutto dentro al filone paesan popolare; fu araldo e teorico della costruzione dell’identità e dell’orgoglio della gente di Cerrelli, di quella che si prese la rivincita rispetto a certe arroganti asprezze della parte “bene” del paese posto in alto; poi fu semplicemente “il professore Ciccio” che amava la musica, la poesia ed il teatro e che faceva sorgere dal niente quei festival prima “scacciapensieri” e poi dei “mini e grandi artisti”. Buono, candido, disinteressato, veramente nobile… difficile trovare altre definizioni. C’era un po’ del professore Ciccio nel maestro Bordigoni, il protagonista del romanzo di Piero Chiara ambientato ad Altavilla. Ma questo paese che cambia, e non sempre in bene, aveva meravigliato anche lui. Un episodio a caso fuoriesce dalla mia memoria. Non mi ricordo l’anno, però mi torna la sua faccia soddisfatta e le fotografie che raccontavano dello splendido presepe che aveva costruito pezzo per pezzo e che aveva esposto in un locale messogli a disposizione da Diana Di Poto. Chissà quanto gli erano costati pezzi, l’attrezzatura elettrica e quant’altro necessario. Due giorni dopo, di notte, alcuni balordi glielo fecero a pezzi. Fu un atto di vandalismo di una cattiveria spropositata. A chi disturbava quel presepe? Perché dare quel dispiacere a Ciccio? Lì per lì quell’episodio finì nel dimenticatoio, ma fu l’inizio di una deriva sociale che non si riesce ad arrestare. Chi aveva inferto quelle martellate sul presepe del professore Ciccio poteva trovare, come ha trovato, epigoni capaci di fare cose peggiori. Il mondo ideale del professore Saponara era tutt’altro. Pieno di artisti, non importa quale fosse il livello, bastava la sincerità!. Non si pensi però che il professore Ciccio vivesse in un mondo parallello a quello reale. Dentro la storia c’era stato, e come!, per esempio quando da giovane soldato dell’esercito italiano aveva attraversato l’Italia per ritornare nella sua Altavilla. Un’avventura che aveva voluto trascrivere in un bel racconto. Ciccio fu anche redattore di quella “Voce di Cerrelli”, l’unica testata giornalistica mai stampata nella sua borgata. Addio, professore, e grazie anche a nome di quei tanti scolari che hai avuto e che mai si annoiarono ad averti come maestro visto come tu li impegnavi tra presepi, bandierine per le feste del 4 novembre, recite e mille altre cose…
orestemottola@gmail.con
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