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martedì 9 febbraio 2010

Il Sele, le acque della storia e dell'economia della Piana - di Oreste Mottola

"C'era da difendere la lontra, l'airone cinerino e altre 185 specie di uccelli censiti". Parole di Giampiero Indelli, il fotografo naturalista che nel 1977, sulle rive del Sele, ideò e realizzò la prima oasi naturalistica meridionale. "La grande foresta di querce di Persano [che] getta attraverso un buon terzo della piana, a metà strada tra Eboli e il mare, una macchia di verde scuro, il cui effetto è molto sorprendente". Lo scrisse nel 1883, Lenormant, studioso e viaggiatore francese di passaggio da queste parti. In età moderna la zona appartenne a Maddalena Sanseverino che ricevette l'investitura nel 1532 con un atto di Carlo V. La principessa dovette subire anche un ratto che si concluse con il matrimonio con il suo rapitore, Giulio De Rossi di San Secondo di Parma. Verso la metà del Settecento la zona passa dai De Rossi direttamente ai Borbone. Attività venatoria ed allevamento del cavallo Persano, ecco le utilizzazioni che proseguiranno fino all'unità d'Italia. "In mezzo al bosco è questa reale casa edificata dal re, di pianta a guisa di convento di frati. Ognuno di noi ha la sua cella. E' buona abitazione e certamente la più comoda di tutte le case del re", scrive nel 1757 Bernardo Tanucci, il primo ministro. Con i Savoia, debellata la presenza brigantesca, prevale l'aspetto militare, caratteristica mantenuta fino ad oggi con le tre caserme: Cucci, Ronga e Capone e le attività della brigata Garibaldi dell'Esercito Italiano. Al di sopra del ponte sul Sele è il regno della natura. Spicca la diga sul Sele. L'opera inaugurata nel 1932, costituisce uno sbarramento mobile per fare sollevare l'acqua in modo da essere incanalata e trasportata per gravità agli impianti d'irrigazione della Piana del Sele per oltre 250 milioni di metri cubi. Tutta la filiera produttiva dell'allevamento bufalino e della mozzarella e dell'ortofrutta, poli produttivi d'eccellenza nazionale, devono la loro vita a quest'acqua benedetta. Il rallentamento dell'acqua fluviale ha consentito la formazione dell'area umida che è diventata l'"Oasi di Persano", da trent'anni gestita dal Wwf. Questo è il più importante bacino idrico nazionale creato dall'uomo con l'utilizzazione di tecniche idrauliche solo meccaniche che attirano ingegneri idraulici da tutto il mondo, soprattutto cinesi ed indiani. La regina è la lontra, il rarissimo mammifero terrestre. "Il 90% dei visitatori viene per vederla – ci dice Remigio Lenza, guardia dell'oasi - . Quasi nessuno ci riesce, dato il carattere elusivo di questo mustelide. Io l'ho vista l'ultima volta l'anno scorso: in pieno giorno, una rarità, mentre usciva fuori dall'acqua a lisciarsi e grattarsi su una piccola spiaggetta di fronte al capanno. Poi con un tuffo è tornata in acqua: quando nuota si vede emergere solo la testa. Una delle emozioni più belle della mia vita".

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