DICHIARAZIONI
DI TIZIANA DI MASI A SEGUITO DEI FATTI ACCADUTI A SAN DONATO
MILANESE
Giovedì
24 gennaio lo spettacolo Mafie in pentola di Tiziana Di Masi, attrice
di teatro di impegno sociale contro le mafie, è andato in scena a
San Donato Milanese. In tale occasione, Tiziana Di Masi ha
raccontato, come di consueto, un episodio di rilevanza locale. Si
trattava di un'operazione antidroga effettuata nel 2009 da oltre 60
carabinieri nelle palazzine di via Di Vittorio, un vicolo cieco che
era in passato la base dello spaccio: furono arrestate 11 persone già
note alle cronache, fra cui i fratelli Iacono.
Tiziana Di Masi è profondamente dispiaciuta per ciò che è capitato a uno degli spettatori presenti allo spettacolo Mafie in pentola, un ragazzino di 13 anni che imparentato con le persone citate nei fatti di cronaca, ha ricevuto poi disgustose parole di scherno e azioni di ghettizzazione da parte di altri compagni.
Dichiara che in nessun modo il fine del racconto di fatti ampiamente risaputi e pubblicati voleva essere quello di colpire la sensibilità di un ragazzo, perché ritiene che in nessun modo le colpe dei padri debbano ricadere sui figli, che colpe e responsabilità non hanno per l'operato dei padri e se avesse mai saputo che fra il pubblico c’era un ragazzo che avrebbe reagito in tal modo alla lettura di fatti a tutti noti, non avrebbe mai fatto il suo nome.
Il problema non è però il racconto di un fatto di cronaca, ma la realtà di quel fatto.
La sensibilità e la tutela del ragazzo che sarebbero stati violati a causa di quel racconto, non possono diventare opera di pubblica strumentalizzazione per colpire un'artista che così diviene il capro espiatorio di una situazione che non ha creato ma solo raccontato, come tanti altri avevano già fatto prima di lei, e non è sua responsabilità l’azione di bullismo messa in atto dai compagni ai danni del ragazzo, azione quella sì bassa e deplorevole che deve essere fermata quanto prima, arginata dalla scuola e dalla società.
Da
oltre due anni, l'attrice Tiziana Di Masi sta portando in scena in
tutta Italia lo spettacolo "Mafie in pentola. Libera Terra, il
sapore di una sfida", che racconta la storia delle cooperative
di Libera e dei terreni confiscati alle mafie, spettacolo
rappresentato nei posti a più alta densità mafiosa e mai si era
verificata, dopo centinaia di repliche con pubblico adulto e migliaia
di studenti, una situazione di tal tipo.
A
seguito di questa rappresentazione, Tiziana è stata oggetto di
insulti e minacce, via facebook e con telefonate anonime, neanche
troppo velate da parte delle persone citate nei fatti di cronaca e di
loro conoscenti. Questa reazione, unita alla "promessa" di
essere presenti in massa alla successiva replica che si terrà sempre
a San Donato Milanese giovedì 31 gennaio, stanno mettendo a rischio
la serenità della replica stessa, creando problemi di ordine
pubblico.
Tiziana
ha semplicemente raccontato fatti ampiamente documentati e non ha
offeso nessuno, ponendo l'accento sulla necessità di scegliere da
che parte schierarsi: se da quella degli spacciatori o di chi
combatte la criminalità organizzata e lo spaccio di stupefacenti.
Sul
palco giovedì ribadirà quanto detto e il suo impegno in prima
persona ad arginare la situazione che il ragazzo sta vivendo,
specificando che la causa del male non è chi racconta il fatto, che
il ragazzo avrebbe potuto leggere ovunque su internet, ma la realtà
dei fatti e il comportamento di bullismo di cui il ragazzo è
vittima.
E’
perciò disponibile, in prima persona, a fare un incontro nella
scuola con i ragazzi della classe del ragazzo in questione per far
capire loro il valore della speranza, del riscatto, del cambiamento e
che il racconto dei fatti non è né mai deve essere condanna che
ricade su chi è innocente.
Tiziana
Di Masi - mafieinpentola@gmail.com
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