Lettera al Direttore di "Unico"
di Mario Serra
Carissimo Direttore,
da diversi giorni si sta abbattendo sull’Amministrazione di Albanella una bufera per l’abbattimento del famigerato “Casone” di cui, attraverso Unico, avete ampiamente parlato sia con una benevola intervista a Capezzuto di Oreste Mottola, sia con un attacco di Gaetano Ricco all’ignoranza culturale dell’Amministrazione.
E da parte vostra è questa la dimostrazione dell’imparzialità della comunicazione che, e voglio sottolinearlo, non è schiava dei politici.
Oggi, però, leggendo un articolo di Annavelia Salerno su Voci dal Cilento intitolato “Storia – e polemiche – di un casolare abbattuto” ho compreso che la politica utilizza l’informazione vendendola all’uso che la aggrada.
E vi spiego il perchè in quanto, anche se in modo tangibile, sono parte in causa, per vari motivi, alla vicenda “Casone”.
Nel 2007 al posto del Museo di Arte Contemporanea doveva nascere il chiacchierato progetto “Megale Hellas” che, suscitando l’indignazione della stampa nazionale, riuscimmo a fermare con il Gruppo Civico la Buolé.
Eppure, in quella occasione, il periodico “Voci dal Cilento” non esitò minimamente a schierarsi a favore del progetto che prevedeva, tra l’altro, la ristrutturazione del Casone per farne un museo, antiquarium o biblioteca. E non parliamo della ricostruzione dei templi di Paestum con tanto di statua di San Matteo all’interno. A quei tempi il Casone rappresentava, per l’amministrazione, una memoria storica del nostro paese.
Oggi invece, la stessa autrice, parla di un casolare “...vecchio, inutile e pericoloso...” senza aver dato voce a chi non la pensa come l’Amministrazione capezzutiana. Eppure il Casolare è sempre lo stesso. E su questo, come su altre cose, l’amministrazione comunale dovrebbe rispondere.
Ricorre nella informazione il concetto politico delle “affermazioni e delle successive smentite” credendo che le persone, dalla corta memoria, dimentichino tutto nell’arco di qualche giorno.
Prima di giudicare se un immobile è inutile, pericoloso e vecchio si leggano, i nostri comunicatori, cosa recita il Codice dei Beni Culturali (Art. 2 comma 2 del D. Lgs. 42/04): sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà.
E se quel casone sgarrupato era per davvero un simbolo della civiltà contadina albanellese forse una valutazione più approfondita andava fatta prima di abbatterlo.
Dalle espressioni della nostra giornalista comprendo che sia completamente a digiuno su cosa sia un bene culturale e, pertanto, non consapevole della gravità delle sue espressioni ha fatto l’errore di valutare sommariamente la faccenda.
Fino ad oggi non sono mai entrato nella polemica Casone/Museo perchè credo che se un immobile è irrecuperabile va abbattuto e, soprattutto, la creazione di un Museo non deve essere ostacolata se alla base c’è un progetto organico di sviluppo che, purtroppo, l’amministrazione albanellese non ha sicuramente.
E se un progetto di sviluppo per il museo non esiste, forse è meglio fermare la creazione di questo Museo visto e considerato che la Corte dei conti in una relazione abbastanza dura stabilisce che i musei degli enti locali rappresentano solo ed esclusivamente una perdita economica per i cittadini.
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