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lunedì 1 settembre 2008

"Altavilla non è più la mia terra."

Il racconto amareggiato di Maurizio Mottola, nipote di un Sindaco d'altri tempi, Francesco Mottola

di Maurizio Mottola

Mio nonno, il notaio Francesco Mottola - "don Ciccio" -, fu a suo tempo più volte sindaco di Altavilla Silentina. Era una personalità "autoritativa", nel senso di assertivo, proteso allo scopo, direttivo. Morì nel 1958 -50 anni fa- e tante cose sono accadute nel frattempo.
Attualmente il prototipo dell'esponente istituzionale è "arrogante", non certo "autoritativo". Al vecchio paternalismo di una volta si è sostituito l'assunto di base "qui comando io e basta".
E la partecipazione, l'informazione, la correttezza dei rapporti con i cittadini ? Rimasugli di ideologia post-sessantottina: ora occorre decisionismo ed ovviamente decide l'esponente istituzionale.
Ed il criterio di ottemperanza alla legalità? "Mi faccia causa" (titolo di un film del 1984, diretto da Steno ed interpretato da Christian De Sica, Enrico Montesano e Gigi Proietti) è la relativa risposta - espressa o inespressa -, nel frattempo si fa come decide l'esponente istituzionale.

Sono queste le considerazioni maturate questa estate 2008 nella brutta villeggiatura trascorsa ad Altavilla Silentina. Il tutto è cominciato sabato 28 giugno 2008 con il ritrovare un ripetitore alto oltre venti metri, piantato nella mia proprietà (sia pure nella parte "detenuta" per l'acquedotto da parte del comune di Altavilla Silentina) ed è proseguita mercoledì 27 agosto 2008 con due vigili municipali ed un dirigente comunale presentatisi nei pressi del cancello del fondo casa rurale di mia proprietà. Mi veniva contestato cha avendo chiamato poco prima i carabinieri (prontamente intervenuti) avevo "intimorito" il conducente del trattore che per conto del comune (e senza che io ne fossi informato) stava effettuando interventi lungo la strada sterrata interpoderale di mia proprietà e così avevo interrotto un pubblico servizio! Ho chiamato il mio legale, che - immediatamente intervenuto - ha chiarito ai convenuti i termini di diritto e di procedura (non so con quale valenza di comprensione degli aspetti legali e formali da parte loro).

Brutta esperienza che mi ha fatto venire in mente sul momento il seguente brano de Il ritorno del principe (Saverio Lodato e Roberto Scarpinato, Chiarelettere): "Gli italiani che oggi subiscono soprusi, ingiustizie, che sono costretti a piegare la testa, stanno sperimentando quello che i loro avi hanno vissuto per secoli: che dietro il prepotente di turno c'è il potente intoccabile il quale si fa beffe del diritto e dello Stato". E dire che si ritiene che in un piccolo centro la distanza tra cittadino ed istituzioni non sia come nei grandi centri. Personalmente ho sperimentato l'abisso tra le mie ragioni di semplice cittadino (tra l'altro ospite ad Altavilla Silentina) e gli atteggiamenti e comportamenti di esponenti dell'amministrazione comunale, presentatisi mercoledì 27 agosto 2008.
Se prima dell'estate 2008 mi avrebbe fatto piacere la scelta da parte di mio figlio di conservare in futuro (quando non ci sarò più) la proprietà del fondo casa rurale, adesso non l'auspico più. Valuto che la presenza ad Altavilla Silentina del ramo Mottola di appartenenza, risalente all'anno 1680, abbia esaurito la sua carica.
Sento inospitale per me questo paese, a cui faccio tanti auguri in quanto comunque terra dei miei antenati e lo lascio però dentro di me al suo destino.

1 commento:

  1. Gentile Maurizio,

    se può consolarla, le racconto un evento legato alla polizia municipale altavillese ai danni di mia madre, risalente alla settimana scorsa.
    L'ignara - come consuetudine direi di qualsiasi cittadino altavillese almeno dacché i miei ricordi infantili hanno inizio - stava pulendo lo spazio antistante la propria abitazione - oggetto evidentemente di interventi inefficienti degli operatori ecologici comunali - con un secchio di acqua e detergente.
    Ma uno dei vigili altavillesi di passaggio le ha contestato per questo motivo un reato in contumacia e l'ha prontamente multata.

    Per interventi come questo, i cittadini altavillesi, come lei e come mia madre, hanno a mio avviso motivo di entrare in confusione e disaffezione verso un'amministrazione civile della loro terra schizofrenica, inottemperante e fondamentalmente inadeguata. Sorda alle esigenze reali della comunità. E incapace di assumersi le proprie responsabilità.

    Viene davvero voglia di andarsene.
    L'importante però è non cedere all'amarezza e alla nostalgia.
    Altavilla è ancora di chi la vive, non di chi la gestisce (in maniera quasi feudale).
    La speranza è che le persone acquistino una maggiore consapevolezza dei propri diritti e inizino finalmente a esprimerli.

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