la Città di Salerno — 30 agosto 2009 pagina 24 sezione: NAZIONALE
• ALTAVILLA SILENTINA. Ennesima operazione antibracconaggio messa a segno dai carabinieri della Compagnia di Eboli retta dal tenente colonnello Nobile Risi, in collaborazione con la locale stazione di Borgo Carilia di Altavilla Silentina e dagli agenti del Wwf di Salerno. Tre bracconieri, tutti provenienti dal napoletano, sono stati colti in flagranza di reato nelle campagne di Altavilla ad esercitare caccia proibita di uccellagione: per loro è scattata la denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica ed il sequestro degli strumenti utilizzati per attirare i volatili. • Non si placa, dunque, il fenomeno del bracconaggio, dopo gli ultimi fermi effettuati nei giorni scorsi sempre sul territorio alburnino da parte degli agenti del Wwf di Salerno. I tre provenienti dall’hinterland napoletano avevano posizionato diversi richiami vietati e poste delle reti per la cattura di uccelli. All’arrivo dei militari e delle guardie i tre sono stati fermati e condotti presso la locale stazione dei carabinieri di Borgo Carillia per gli accertamenti di rito e per verbalizzare il sequestro di tutto il materiale rinvenuto nella zona di appostamento. Ai tre bracconieri sono state contestate violazioni amministrative e penali, oltre che la segnalazione alle autoritá competenti. Solo la scorsa settimana in un’altra analoga operazione antibracconaggio i militari di Eboli e le guardie del Wwf bloccarono altri tre bracconieri provenienti dall’hinterland dell’agro nocerino sarnese: anche in questo caso i cacciatori furono bloccati e denunciati oltre che sequestrato tutto il materiale in loro possesso.
Pubblicato su carta sin dal 1993, è uno dei più longevi periodici dell'area della Piana del Sele e Cilento. La Collina degli Ulivi online vuole essere ancora di più un luogo di informazione, ascolto e diffusione di idee, anche attraverso l'interazione in tempo reale con i suoi lettori in ogni parte del mondo.
lunedì 31 agosto 2009
domenica 30 agosto 2009
Funerali ELIO DI MATTEO - lunedì alle 10 presso la chiesa del Carmine
Funerali ELIO DI MATTEO - lunedì alle 10 presso la chiesa del Carmine
"Questa notte, a Viareggio dove viveva da tempo, ci ha lasciato il dottore Elio Di Matteo, uomo e professionista di altissimo livello ma di rara umiltà e discrezione. Non aveva ancora compiuto 50 anni. I funerali si terranno domani mattina alle 10, partendo dalla chiesa del Carmine in Altavilla. Un abbraccio a Piero, alla moglie Paola e ai genitori Antonino ed Antonietta. La famiglia dspensa dalle visite e dai fiori"
"Questa notte, a Viareggio dove viveva da tempo, ci ha lasciato il dottore Elio Di Matteo, uomo e professionista di altissimo livello ma di rara umiltà e discrezione. Non aveva ancora compiuto 50 anni. I funerali si terranno domani mattina alle 10, partendo dalla chiesa del Carmine in Altavilla. Un abbraccio a Piero, alla moglie Paola e ai genitori Antonino ed Antonietta. La famiglia dspensa dalle visite e dai fiori"
martedì 25 agosto 2009
E' scomparso Giacomo Trotta, il maestro elementare che volle l’illuminazione delle Grotte di Castelcivita. I funerali oggi a Campagna
E' scomparso Giacomo Trotta, il maestro elementare che volle l’illuminazione delle Grotte di Castelcivita. I funerali oggi a Campagna
Giacomo Trotta, maestro elementare nato a Varano, Campagna nel 1927. Seminarista al momento dello storico bombardamento di Campagna, aveva partecipato all'operazione di rimozione di cadaveri di civili dal centro cittadino, oggi “Largo della Memoria”. Aveva insegnato a Mainardi di Aquara, a Castelcivita, a Campagna, a Fiocche di Eboli e a Casarsa. Negli Alburni a Castelcivita negli anni sessanta era stato protagonista di una stagione di ottimismo: da vice sindaco e da presidente dell'Associazione Pro-Loco Grotte aveva voluto l'illuminazione delle grotte di Castelcivita, la realizzazione di ponti e strade. Impegnato nel sindacato, era sempre dalla parte degli ultimi. Militava nel partito Socialista e non aveva mai cambiato idea. Da maestro elementare credeva nelle cultura e nelle scuola come strumenti di riscatto sociale. Ai suoi alunni insegnava con rigore e con leggerezza la necessità dello studio e dell'impegno.
Alla figlia Ornella, nostra collega e collaboratrice, vanno le nostre condoglianze.
Giacomo Trotta, maestro elementare nato a Varano, Campagna nel 1927. Seminarista al momento dello storico bombardamento di Campagna, aveva partecipato all'operazione di rimozione di cadaveri di civili dal centro cittadino, oggi “Largo della Memoria”. Aveva insegnato a Mainardi di Aquara, a Castelcivita, a Campagna, a Fiocche di Eboli e a Casarsa. Negli Alburni a Castelcivita negli anni sessanta era stato protagonista di una stagione di ottimismo: da vice sindaco e da presidente dell'Associazione Pro-Loco Grotte aveva voluto l'illuminazione delle grotte di Castelcivita, la realizzazione di ponti e strade. Impegnato nel sindacato, era sempre dalla parte degli ultimi. Militava nel partito Socialista e non aveva mai cambiato idea. Da maestro elementare credeva nelle cultura e nelle scuola come strumenti di riscatto sociale. Ai suoi alunni insegnava con rigore e con leggerezza la necessità dello studio e dell'impegno.
Alla figlia Ornella, nostra collega e collaboratrice, vanno le nostre condoglianze.
lunedì 24 agosto 2009
Il Convegno sui beni culturali di Altavilla Silentina: le proposte di recupero
Il Convegno sui beni culturali di Altavilla Silentina: le proposte di recupero
"L'Auriga Cilento”, Associazione per lo sviluppo e la promozione del territorio, ha promosso il 20 Agosto 2009 ad Altavilla Silentina un convegno-dibattito dal titolo "I beni culturali di Altavilla Silentina: proposte di recupero del patrimonio storico-architettonico di un borgo medievale dell'entroterra cilentano", finalizzato all'individuazione di un percorso d'azione per il recupero del patrimonio storico-architettonico di cui è dotata la città di Altavilla Silentina che versa attualmente in condizioni di parziale abbandono e non fruibilità, nonostante l'enorme valore culturale e il grande potenziale che rappresenta in termini di promozione dell'offerta turistica.
Per l’occasione, l’Associazione ha messo a confronto esperti e studiosi locali che hanno portato notevole contributo e proposte concrete: l'architetto Marco Ambrogi, storico locale ed esperto in recupero dell'edilizia religiosa di carattere storico, Arcangelo Bellissimo, laureando in ingegneria edile e architettura nonché autore della pubblicazione "Convento dei padri vocazionisti e Chiesa di San Francesco", il dott. Generoso Conforti, storico ed editore locale, il prof. Giuseppe Melchionda, storico locale esperto di brigantaggio, la dott.ssa Nadia Parlante, storico dell’arte.
L'incontro, moderato dalla dott.ssa Diomira Cennamo, giornalista ed esperta in comunicazione, è stato introdotto dalla dott.ssa Elda Lettieri, esperta in progettazione europea, dal dott. Bruno Di Venuta, informatico, autore del libro "La Merica altavillese" e presidente de "L'Auriga Cilento", e da Tiziana Rubano, dottoressa in storia dell'arte.
Queste le proposte:
1. proposta di canali di finanziamento nazionali ed europei a cui è possibile attingere per trovare le adeguate risorse da destinare al recupero dei beni;
2. necessità di individuare restauratori competenti in grado di effettuare il recupero con attenzione e rispetto del pre-esistente, evitando non affidarsi a maestranze prive di un’opportuna conoscenza del valore del bene trattato;
3. reale possibilità di inserire Altavilla Silentina in un circuito internazionale enogastronomico, religioso, archeologico, artistico e naturalistico sfruttando la posizione strategica e la vicinanza a siti come Paestum, Elea-Velia, Grotte di Pertosa e Castelcivita, Padula;
4. creare un asse Altavilla-Paestum con la nascita di laboratori specializzati in ceramica pestana;
5. utilizzare l’immensa risorsa naturale del Parco naturale “La Foresta”, dotato di un suggestivo anfiteatro naturale, per l’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali di alto profilo che troverebbero qui una location ideale.
Grande attenzione è stata riservata al Centro Storico, unico nel suo genere, a ridosso della “Foresta” e con uno scorcio panoramico invidiabile che, se ben valorizzato, potrebbe divenire un luogo turistico di grande attrazione e creare posti di lavoro, soprattutto per le fasce più svantaggiate – giovani e donne - che potrebbero divenire imprenditori di loro stessi senza dover percorrere l’iter che ha vissuto chi è stato o sarà costretto a emigrare per sopravvivere.
Affinché questo avvenga è indispensabile che il Centro Storico venga salvato dall’inevitabile deterioramento a cui è condannato attraverso un immediato piano di intervento che sappia guardare oltre al semplice agglomerato di case e valorizzarne l’aspetto di rappresentazione simbolica della vita della città puntando al recupero degli edifici come risorsa culturale in grado di creare occupazione rispettando l’area su cui si va a intervenire e agevolando il ritorno di un’offerta commerciale che permetterebbe alla zona di ripopolarsi.
I rappresentanti dell’Auriga Cilento hanno ripercorso ogni tratto del Centro Storico e visitato accuratamente le chiese chiuse dal terremoto del 1980 effettuando una comparazione con foto e documenti storici e rilevando così mancanze nell’arredo interno e restauri che, a parere degli esperti interpellati, sembrano non onorare il pregio delle opere, le quali in qualche caso sono state addirittura stravolte del loro aspetto originario.
A tal proposito l’Associazione chiederà ufficialmente alle autorità competenti che si facciano carico di verifiche dirette e se necessario prendano opportuni provvedimenti.
L'Associazione, a conclusione di quanto sopra descritto, si impegna a mettere a disposizione le proprie competenze - sia in termini di recupero del patrimonio sia in termini di progettazione - auspicando una proficua collaborazione con gli enti preposti allo sviluppo locale affinché da tale simbiosi possano nascere idee e strategie in grado di far sfociare le potenzialità storico-culturali già presenti sul territorio in una reale crescita economica e sociale.
"L'Auriga Cilento”, Associazione per lo sviluppo e la promozione del territorio, ha promosso il 20 Agosto 2009 ad Altavilla Silentina un convegno-dibattito dal titolo "I beni culturali di Altavilla Silentina: proposte di recupero del patrimonio storico-architettonico di un borgo medievale dell'entroterra cilentano", finalizzato all'individuazione di un percorso d'azione per il recupero del patrimonio storico-architettonico di cui è dotata la città di Altavilla Silentina che versa attualmente in condizioni di parziale abbandono e non fruibilità, nonostante l'enorme valore culturale e il grande potenziale che rappresenta in termini di promozione dell'offerta turistica.
Per l’occasione, l’Associazione ha messo a confronto esperti e studiosi locali che hanno portato notevole contributo e proposte concrete: l'architetto Marco Ambrogi, storico locale ed esperto in recupero dell'edilizia religiosa di carattere storico, Arcangelo Bellissimo, laureando in ingegneria edile e architettura nonché autore della pubblicazione "Convento dei padri vocazionisti e Chiesa di San Francesco", il dott. Generoso Conforti, storico ed editore locale, il prof. Giuseppe Melchionda, storico locale esperto di brigantaggio, la dott.ssa Nadia Parlante, storico dell’arte.
L'incontro, moderato dalla dott.ssa Diomira Cennamo, giornalista ed esperta in comunicazione, è stato introdotto dalla dott.ssa Elda Lettieri, esperta in progettazione europea, dal dott. Bruno Di Venuta, informatico, autore del libro "La Merica altavillese" e presidente de "L'Auriga Cilento", e da Tiziana Rubano, dottoressa in storia dell'arte.
Queste le proposte:
1. proposta di canali di finanziamento nazionali ed europei a cui è possibile attingere per trovare le adeguate risorse da destinare al recupero dei beni;
2. necessità di individuare restauratori competenti in grado di effettuare il recupero con attenzione e rispetto del pre-esistente, evitando non affidarsi a maestranze prive di un’opportuna conoscenza del valore del bene trattato;
3. reale possibilità di inserire Altavilla Silentina in un circuito internazionale enogastronomico, religioso, archeologico, artistico e naturalistico sfruttando la posizione strategica e la vicinanza a siti come Paestum, Elea-Velia, Grotte di Pertosa e Castelcivita, Padula;
4. creare un asse Altavilla-Paestum con la nascita di laboratori specializzati in ceramica pestana;
5. utilizzare l’immensa risorsa naturale del Parco naturale “La Foresta”, dotato di un suggestivo anfiteatro naturale, per l’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali di alto profilo che troverebbero qui una location ideale.
Grande attenzione è stata riservata al Centro Storico, unico nel suo genere, a ridosso della “Foresta” e con uno scorcio panoramico invidiabile che, se ben valorizzato, potrebbe divenire un luogo turistico di grande attrazione e creare posti di lavoro, soprattutto per le fasce più svantaggiate – giovani e donne - che potrebbero divenire imprenditori di loro stessi senza dover percorrere l’iter che ha vissuto chi è stato o sarà costretto a emigrare per sopravvivere.
Affinché questo avvenga è indispensabile che il Centro Storico venga salvato dall’inevitabile deterioramento a cui è condannato attraverso un immediato piano di intervento che sappia guardare oltre al semplice agglomerato di case e valorizzarne l’aspetto di rappresentazione simbolica della vita della città puntando al recupero degli edifici come risorsa culturale in grado di creare occupazione rispettando l’area su cui si va a intervenire e agevolando il ritorno di un’offerta commerciale che permetterebbe alla zona di ripopolarsi.
I rappresentanti dell’Auriga Cilento hanno ripercorso ogni tratto del Centro Storico e visitato accuratamente le chiese chiuse dal terremoto del 1980 effettuando una comparazione con foto e documenti storici e rilevando così mancanze nell’arredo interno e restauri che, a parere degli esperti interpellati, sembrano non onorare il pregio delle opere, le quali in qualche caso sono state addirittura stravolte del loro aspetto originario.
A tal proposito l’Associazione chiederà ufficialmente alle autorità competenti che si facciano carico di verifiche dirette e se necessario prendano opportuni provvedimenti.
L'Associazione, a conclusione di quanto sopra descritto, si impegna a mettere a disposizione le proprie competenze - sia in termini di recupero del patrimonio sia in termini di progettazione - auspicando una proficua collaborazione con gli enti preposti allo sviluppo locale affinché da tale simbiosi possano nascere idee e strategie in grado di far sfociare le potenzialità storico-culturali già presenti sul territorio in una reale crescita economica e sociale.
Grattino da centomila euro vinto da Carmine Rizzo a Carillia
Grattino da centomila euro
la Città di Salerno — 15 agosto 2009 pagina 22 sezione: NAZIONALE
• Altavilla Silentina. Sono due giovani del posto i vincitori del premio di centomila euro ottenuto grazie ad un biglietto della lotteria "gratta e vinci". Il tagliando fortunato del concorso "Miliardario", del costo di 5 euro, è stato acquistato giovedì sera all’interno del tabacchi ricevitoria situato nella contrada di Borgo Carillia. Dei vincitori della consistente somma di denaro si sa che non sono giocatori abituali, quindi per loro è stato davvero un bel colpo di fortuna. La ricevitoria che ha venduto il "gratta e vinci" da centomila euro è di proprietá della signora Laura Milan. «C’è voluta circa mezz’ora ai due ragazzi per mettere a fuoco la vincita - racconta Carmine Rizzo, marito della signora Laura - Erano davvero increduli di aver vinto centomila euro. In un primo momento pensavamo ad uno scherzo, ma poi, controllando, ci siamo resi conto che davvero era stata centrata questa consistente vincita». • All’inizio i due amici che avevano acquistato il biglietto della lotteria istantanea pensavano che la somma vinta fosse di cento euro, ma quando il tagliando è stato inserito nella macchinetta per la verifica, la scritta inequivocabile "vincita da prenotare in banca", ha dato la conferma che un sogno si era realizzato. • Non è difficile immaginare la felicitá dei due ragazzi che, con un biglietto da cinque euro, hanno vinto cinquantamila euro a testa. Certo non un capitale in grado di cambiare la vita, ma un bel gruzzolo da utilizzare per le i bisogni più urgenti. «Sono ragazzi che meritano - commenta Carmine Rizzo - Sono sicuro che questi soldi li utilizzeranno nel migliore dei modi. Sono dei bravi ragazzi, per loro è stato un colpo di fortuna». La fortuna del principiante, si potrebbe dire visto che non si trattava di giocatori abituali. E proprio questi ultimi pare non abbiano preso con lo stesso entusiasmo la notizia dei due ragazzi che hanno "sbancato" la lotteria istantanea. • Quella realizzata giovedì sera è la prima vincita così elevata sebbene negli anni scorsi siano stati elargiti altri premi grazie ai biglietti venduti dalla ricevitoria diBorgo Carillia. «Le vincite da mille euro - spiega Rizzo - sono all’ordine del giorno, possiamo dire che avvengono quasi con cadenza settimanale. Recentemente sono stati messi a segno anche due colpi da diecimila euro. La nostra è una ricevitoria fortunata». • Qualche mese fa un’altra vincita da centomila euro aveva fatto felici due clienti abituali del bar "Il tempio di Hera", situato in localitá Foce Sele, nel comune di Capaccio, di proprietá di Giovanni Della Porta. I fortunati giocatori avevano acquistato un biglietto da dieci euro del concorso "Il tesoro del faraone". Anche in questo ultimo caso si trattò di una vincita da dividere tra due amici che avevano acquistato "in societá" il tagliando della lotteria istantanea. Evidentemente la giocata in due è quella preferita dalla Dea bendata. Angela Sabetta
la Città di Salerno — 15 agosto 2009 pagina 22 sezione: NAZIONALE
• Altavilla Silentina. Sono due giovani del posto i vincitori del premio di centomila euro ottenuto grazie ad un biglietto della lotteria "gratta e vinci". Il tagliando fortunato del concorso "Miliardario", del costo di 5 euro, è stato acquistato giovedì sera all’interno del tabacchi ricevitoria situato nella contrada di Borgo Carillia. Dei vincitori della consistente somma di denaro si sa che non sono giocatori abituali, quindi per loro è stato davvero un bel colpo di fortuna. La ricevitoria che ha venduto il "gratta e vinci" da centomila euro è di proprietá della signora Laura Milan. «C’è voluta circa mezz’ora ai due ragazzi per mettere a fuoco la vincita - racconta Carmine Rizzo, marito della signora Laura - Erano davvero increduli di aver vinto centomila euro. In un primo momento pensavamo ad uno scherzo, ma poi, controllando, ci siamo resi conto che davvero era stata centrata questa consistente vincita». • All’inizio i due amici che avevano acquistato il biglietto della lotteria istantanea pensavano che la somma vinta fosse di cento euro, ma quando il tagliando è stato inserito nella macchinetta per la verifica, la scritta inequivocabile "vincita da prenotare in banca", ha dato la conferma che un sogno si era realizzato. • Non è difficile immaginare la felicitá dei due ragazzi che, con un biglietto da cinque euro, hanno vinto cinquantamila euro a testa. Certo non un capitale in grado di cambiare la vita, ma un bel gruzzolo da utilizzare per le i bisogni più urgenti. «Sono ragazzi che meritano - commenta Carmine Rizzo - Sono sicuro che questi soldi li utilizzeranno nel migliore dei modi. Sono dei bravi ragazzi, per loro è stato un colpo di fortuna». La fortuna del principiante, si potrebbe dire visto che non si trattava di giocatori abituali. E proprio questi ultimi pare non abbiano preso con lo stesso entusiasmo la notizia dei due ragazzi che hanno "sbancato" la lotteria istantanea. • Quella realizzata giovedì sera è la prima vincita così elevata sebbene negli anni scorsi siano stati elargiti altri premi grazie ai biglietti venduti dalla ricevitoria diBorgo Carillia. «Le vincite da mille euro - spiega Rizzo - sono all’ordine del giorno, possiamo dire che avvengono quasi con cadenza settimanale. Recentemente sono stati messi a segno anche due colpi da diecimila euro. La nostra è una ricevitoria fortunata». • Qualche mese fa un’altra vincita da centomila euro aveva fatto felici due clienti abituali del bar "Il tempio di Hera", situato in localitá Foce Sele, nel comune di Capaccio, di proprietá di Giovanni Della Porta. I fortunati giocatori avevano acquistato un biglietto da dieci euro del concorso "Il tesoro del faraone". Anche in questo ultimo caso si trattò di una vincita da dividere tra due amici che avevano acquistato "in societá" il tagliando della lotteria istantanea. Evidentemente la giocata in due è quella preferita dalla Dea bendata. Angela Sabetta
Valeria Gallo, diciassettenne di Altavilla Silentina, è Miss Italian Fashion
la Città di Salerno — 19 agosto 2009 pagina 31 sezione: NAZIONALE
• ottati. Valeria Gallo, diciassettenne di Altavilla Silentina, si è aggiudicata la tappa del concorso di bellezza Miss Italian Fashion organizzata a Ottati. La manifestazione, curata dall’agenzia Free Music di Luigi Stabile e organizzata da Nicola Guadagno, ha visto la straordinaria partecipazione dell’ex Miss Italia Denny Mendez, protagonista della fortunata soap "Un Posto al Sole". • Tra gli ospiti, la ballerina Roberta Avagliano e i cantanti Imma Allozzi e Amato Scarpellino direttamente dal programma "Amici". La fascia di Miss Fashion Model è andata a Samantha Vincolo, sedicenne di Cava dei Tirreni, mentre Miss Galaxy è stata eletta Simona Capuozzo, diciottenne napoletana con la passione per l’atletica leggera. Il titolo di Miss Fotogenia ha registrato un ex equo tra Valentina Scala, quattordicenne di Cava dei Tirreni e Lucia Apicella, 17enne con la passione per la danza classica. Ex equo anche per il titolo di Miss Simpatia Free Music, tra Elena Di Domenico di Roccadaspide e Marika Scippa di Casoria. • Miss Ottati è stata eletta invece la quindicenne ottatese Felicia Ricci. La giuria era composta, tra gli altri, dal consigliere regionale Donato Pica, dal sindaco Serafino Pugliese, dall’assessore sport e spettacolo Monaco Daniele, da Teresa Alessandro consigliere del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e da Ettore Poti, assessore all’Agricoltura e Foreste della Comunitá Montana Alburni.
• ottati. Valeria Gallo, diciassettenne di Altavilla Silentina, si è aggiudicata la tappa del concorso di bellezza Miss Italian Fashion organizzata a Ottati. La manifestazione, curata dall’agenzia Free Music di Luigi Stabile e organizzata da Nicola Guadagno, ha visto la straordinaria partecipazione dell’ex Miss Italia Denny Mendez, protagonista della fortunata soap "Un Posto al Sole". • Tra gli ospiti, la ballerina Roberta Avagliano e i cantanti Imma Allozzi e Amato Scarpellino direttamente dal programma "Amici". La fascia di Miss Fashion Model è andata a Samantha Vincolo, sedicenne di Cava dei Tirreni, mentre Miss Galaxy è stata eletta Simona Capuozzo, diciottenne napoletana con la passione per l’atletica leggera. Il titolo di Miss Fotogenia ha registrato un ex equo tra Valentina Scala, quattordicenne di Cava dei Tirreni e Lucia Apicella, 17enne con la passione per la danza classica. Ex equo anche per il titolo di Miss Simpatia Free Music, tra Elena Di Domenico di Roccadaspide e Marika Scippa di Casoria. • Miss Ottati è stata eletta invece la quindicenne ottatese Felicia Ricci. La giuria era composta, tra gli altri, dal consigliere regionale Donato Pica, dal sindaco Serafino Pugliese, dall’assessore sport e spettacolo Monaco Daniele, da Teresa Alessandro consigliere del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e da Ettore Poti, assessore all’Agricoltura e Foreste della Comunitá Montana Alburni.
Razzi in giardino, arrestato fuochista
Razzi in giardino, arrestato fuochista
la Città di Salerno — 09 agosto 2009 pagina 24 sezione: NAZIONALE
• Altavilla Silentina. Nasconde i razzi nel giardino di casa. Michele Laurino, 53 anni, fuochista improvvisato, è stato arrestato e posto ai domiciliari dal giudice del Tribunale di Salerno. La scoperta dei fuochi pirotecnici è stata fatta ieri alla frazione Cerrelli dai carabinieri della locale stazione e dai colleghi della compagnia di Eboli, diretta dal tenente colonnello Nobile Risi. • Erano sotto un metro e mezzo di terra. C’erano settantadue razzi e una ventina di batterie. Michele Laurino aveva accumulato 35 chilogrammi di fuochi. Li aveva infossati per questioni di sicurezza. Pensava di averli al sicuro anche da eventuali controlli. I carabinieri, però, sono riusciti a scovare il nascondiglio e a portare in superficie i botti. • Sarebbero serviti per i giochi pirotecnici di qualche festa di piazza o privata. Avrebbero fatto un bel gioco di colori in cielo. Invece sono finiti all’ufficio corpi di reato della magistratura. Il possessore, Michele Laurino, secondo i carabinieri, non aveva le autorizzazioni. Diversa è la sua versione. I fuochi, a quanto pare, erano anche privi di etichetta. L’uomo, che non fa il mestiere di fuochista, li usava forse per poche occasioni. Nella sua piccola santabarbara c’erano tutti pezzi da mortaio. • Dopo i controlli e il sequestro, Michele Laurino è stato portato in caserma. Informato il magistrato di turno alla Procura di Salerno, il 53enne di Altavilla ha fatto ritorno a casa. Gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Laurino è indagato per detenzione di illegale di fuochi di artificio. Sosterrá un processo penale. (m.l.)
la Città di Salerno — 09 agosto 2009 pagina 24 sezione: NAZIONALE
• Altavilla Silentina. Nasconde i razzi nel giardino di casa. Michele Laurino, 53 anni, fuochista improvvisato, è stato arrestato e posto ai domiciliari dal giudice del Tribunale di Salerno. La scoperta dei fuochi pirotecnici è stata fatta ieri alla frazione Cerrelli dai carabinieri della locale stazione e dai colleghi della compagnia di Eboli, diretta dal tenente colonnello Nobile Risi. • Erano sotto un metro e mezzo di terra. C’erano settantadue razzi e una ventina di batterie. Michele Laurino aveva accumulato 35 chilogrammi di fuochi. Li aveva infossati per questioni di sicurezza. Pensava di averli al sicuro anche da eventuali controlli. I carabinieri, però, sono riusciti a scovare il nascondiglio e a portare in superficie i botti. • Sarebbero serviti per i giochi pirotecnici di qualche festa di piazza o privata. Avrebbero fatto un bel gioco di colori in cielo. Invece sono finiti all’ufficio corpi di reato della magistratura. Il possessore, Michele Laurino, secondo i carabinieri, non aveva le autorizzazioni. Diversa è la sua versione. I fuochi, a quanto pare, erano anche privi di etichetta. L’uomo, che non fa il mestiere di fuochista, li usava forse per poche occasioni. Nella sua piccola santabarbara c’erano tutti pezzi da mortaio. • Dopo i controlli e il sequestro, Michele Laurino è stato portato in caserma. Informato il magistrato di turno alla Procura di Salerno, il 53enne di Altavilla ha fatto ritorno a casa. Gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Laurino è indagato per detenzione di illegale di fuochi di artificio. Sosterrá un processo penale. (m.l.)
mercoledì 5 agosto 2009
San Biagio, quartiere protesta per paventato taglio di un cedro
“L’esecuzione” è fissata per il 18 agosto, e già è stata individuata l’impresa che dovrà provvvedere. Lo ha deciso l’ufficio tecnico recependo la protesta di un cittadino. Gli abitanti del quartiere interessato, il centro storico, non ci stanno ed hanno avviato la protesta. Raccolta di firme per salvare un cedro. E’ quanto accade ad Altavilla Silentina, piccolo centro del salernitano. Al centro della vicenda, un cedro dell’Himalaya che decora il centro storico del Comune e che rischia di essere abbattuto. Il cedro, piantato ad Altavilla durante le vacanze natalizie di 21 anni fa, infatti, sorge a poca distanza da un’abitazione privata il cui proprietario ne ha chiesto il taglio. Una richiesta legittima, in base alla quale il Comune ha disposto una determinazione per l’ abbattimento. Al taglio del cedro, però, si oppongo decine di residenti. E così, da alcuni giorni è partita una sottoscrizione per salvare l’albero, abituato a crescere a tutt’altre latitudini, ma entrato nel cuore degli abitanti di Altavilla Silentina. “Un sindaco ha il dovere di rispettare e far rispettare la legge – spiega Antonio Di Feo, sindaco del Comune salernitano – Quell’albero può essere abbattuto, poiché sorge nelle immediate vicinanze di una abitazione privata. D’altro canto, un sindaco ha anche il dovere di ascoltare le richieste di quegli abitanti di Altavilla che chiedono di non abbattere il cedro. Proveremo a trovare una soluzione. Comunque, l’albero non verrà abbattuto né domani né dopodomani. Ripeto, proveremo a trovare una soluzione”. Nei fatti il sindaco, interpretando il dissenso di molti consiglieri ed assessori, sta cercando di far revocare una determina già emessa dal responsabile dell’ufficio tecnico. Tornano così alla mente le storie legate al “Buoncazzone”, un albero di ailanto che sorgeva nella piazza principale. Abbattuto agli inizio degli anni ’60 è rimasto nella memoria degli altavillesi tanto da essere il vero protagonista del romanzo di Piero Chiara, “Il Balordo”, dal quale fu poi tratto uno sceneggiato televisivo interpretato da Tino Buazzelli.
lunedì 3 agosto 2009
Il cavallo Persano, storia ed ambiente
IL CAVALLO PERSANO:
LA SUA STORIA E IL SUO AMBIENTE
La pianura che si estende tra la riva sinistra del fiume Sele e la destra del fiume Calore, sino a lambire le falde dei monti Alburni, in provincia di Salerno, era una colonia Romana . Essa corrispone al territorio di cui parla Virgilio nel III libro delle Georgiche:
Est lucos silari circa ilicibusque virentum Plurimus
Alburnum volitans, cui nomen asilo Romanum est,
oestrum grai vertere vocantes .
Le vicende storiche, a partire dal 273 A.C., quando questo territorio divenne ager publicus, ci portano a comprendere il percorso che, iniziato con Persio, di cui probabilmente il nome Persano, arriva agli inizi del 18° secolo, quando Carlo III di Borbone s’invaghì della vasta tenuta e la barattò cedendo a Giuseppe De Rossi la baronia di Casal di Principe.
In tal modo, si era nel 1758, il feudo di Persano entrò a pieno titolo fra i beni personali dei Re Borbone.
Il feudo di Persano era allora diviso in tre parti
Terzo del Casino, comprendente la Ionta, corrispondente a quello che è oggi il civilissimo borgo di S. Cesario;
Terzo di S. Lazzaro, è l’attuale Baraccamento comprendente il Tempone e lo Spineto.
Terzo di mezzo, nucleo centrale del territorio compreso tra la Ionta e Baraccamento, ove è il Palazzo Reale.
Carlo III di Borbone dette immediatamente inizio alla ricostruzione della Casina di caccia, secondo pianta e relazione dell’Ingegnere militare Juan Domingo Pianz.
Nei momenti di difficoltà fu chiamato il Vanvitelli per ovviare ad alcuni dissesti statici avvenuti durante i lavori di costruzione del cortile. Si evince chiaramente che l’intervento di Luigi Vanvitelli fu certamente decisivo nel portare a termine l’opera completa, data l’osservazione della realizzazione architettonica che presenta analogie estetiche comparabili con la Reggia di Portici e la Reggia di Caserta .
L’edificio ha pianta quadrangolare e ha al centro un ampio cortile, circondato da un porticato continuo, intervallato da robusti pilastri. Nella parte opposta all’ingresso principale, di là dal cortile, vi è ancora la cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. Essa è a navata unica; dal palco si affacciavano i sovrani, quando assistevano alla S. Messa.
All’interno della Chiesa ai lati ci sono ancora i quadri dipinti a Napoli da pittori della scuola di Posillipo.
Dopo il posto di guardia giurata, a destra, uno scalone monumentale conduceva agli appartamenti reali.
Alla fine dello scalone era stata sistemata, realizzata dal Canova, una cagna mastino con due diamanti incastonati al posto degli occhi.
La facciata posteriore, da cui emerge il maestoso campanile della cappella, è meno visibile per la presenza di una grossa costruzione ad essa addossata, detta Quartiere, dove trovavano alloggio i dipendenti del Re.
Carlo III di Borbone diede inizio alle opere di disboscamento, alla costruzione di strade e del villaggio per il personale, avente come obiettivo principale l’allevamento del cavallo .
I Borbone allevavano giumente anche a Carditello in provincia di Caserta e a Ficuzza, in Sicilia.
Nel 1741, in seguito alla firma di un trattato di pace e di commercio tra il Regno delle due Sicilie e l’Impero Ottomano, l’ambasciatore Turco Efendi in missione a Napoli portò al re come dono del Sultano, quattro stalloni di bellezza esotica in seguito a Persano razzatori per lungo tempo.
I Borbone fecero venire dalla Spagna riproduttori spagnoli che apportarono alla mandria regalità e andature di classe.
La Regia Razza assurse a grande rinomanza e molti furono i riproduttori che rinsanguarono le mandrie europee, in particolare Austria e Germania. Le caratteristiche del cavallo tipo erano così descritte: testa altera e quadrata, carica di ganasce, taglia non molto elevata, arti robusti, andatura rilevata.
Era evidente la volontà positiva dei Sovrani congiunta all’efficienza e competenza del personale, come si nota in una corrispondenza tra Ferdinando IV e L’Ammiraglio Acton:
“ Quella porzione del reggimento di Napoli che in diversi luoghi ho veduta, mi è piaciuta molto, così per i cavalli, come per la gente e la loro pulizia” (Archivio Stato Napoli – Sommaria). Altre corrispondenze furono una costante nel rapporto economico che veniva stilato nella corretta gestione amministrativa del sito reale.
Infatti: “ Rimetto nella Real Casa dell'amministrazione qui annessa una cambiale di ducati 100 a vista a firma di questo Don Gaetano Balestrino, sopra il duca di Miranda, affinché ella ne faccia l'incasso, per darne regolare conto, essendo detta somma proveniente dalla vendita di polledro sauro della Reale Razza di Persano”.
Palermo, 12 Aprile 1801
Trasmesso al Sig. Duca di Cannalonga – Napoli
Giovanni Tomai Segretario
(A.S.N.)
La giumente, che pascolavano libere insieme ai bovini e alle pecore, appartenevano un tempo al Principe di Torella, che aveva la sede principale in Basilicata.
La mandria era a forte connotazione arabo-berbera. Si preferivano gli accoppiamenti tra soggetti avente lo stesso mantello. I soggetti migliori venivano marcati con due corone al collo, e a volte riportavano anche l'anno di nascita.
Tale è l'archivio di stato di Napoli, fascicolo 137 “ E per me li suddetti ducati 70 li pagherete al signor Saverio Guarini, intendente del Real Sito di Carditello. Dite sono per lo intero prezzo di un cavallo a me venduto dalla Real Razza di Persano, marcato con due corone al collo e anno 1797, di manto storno, alto palmi 5 e ¾, di anni 4 in 5.
Firma
Napoli dicembre 1801 Salvatore Papale
Allo scoccare dell'Unità d'Italia, con la sconfitta militare dei Borbone, anno 1860 la mandria di Persano è rinomata in tutta Europa. Se ne avvantaggiano anche allevatori del circondario che nel frattempo avevano dato vita a consistenti nuclei di fattrici, immettendo gradualmente anche il riproduttore di puro sangue inglese.
Nel 1860 la gestione del Persano passò al Ministero della guerra con l'intento di produrre soggetti per rifornire i reggimenti di cavalleria.
Ma nel 1874 il Ministro Cesare Ricotti con un decreto sancì la soppressione della Real Razza.
La produzione migliore fu acquistata dagli allevatori più accorti.
Persano diventa un Centro Deposito Cavalli.
E’ col decreto n. 211 del 14 novembre del 1900 che il governo dell'epoca “ricostruisce la razza, con l'obbiettivo di riaffermare un ben determinato tipo di cavallo da sella per la truppa e di diffonderlo nelle razze private, offrendo agli allevatori a buone condizioni sia stalloni che fattrici con i prodotti che si otterranno “.
Furono ritrovate sopratutto con i dati segnaletici dei certificati di origine, presso le caserme di cavalleria , presso gli allevamenti dei dintorni, in Sardegna, in Sicilia e presso l'allevamento di S. Rossore le figlie delle cavalle di razza Persano, disperse nel 1874.
Si riparte con questo nucleo fattrici:
n. 61 indigene
n. 3 puro sangue arabo
n. 8 provenienti da S. Rossore (Ex razza Persano)
n. 10 Irlandesi
n. 3 Ungheresi
n. 15 Meticce anglo orientali
Il riproduttore è orientale, ma incomincia a farsi strada prepotentemente il puro sangue inglese. Si affacciano nel panorama ippico della piana di Salerno, i puro sangue inglese My First, Baccelliere, Baby Lon.
Persano preferisce la tecnica del meticciamento, pur mantenendo un limitato numero di fattrici a disposizione del puro sangue inglese.
Le prove funzionali che si tenevano tutti gli anni, generalmente nei mesi di maggio e ottobre , a Persano presso l'ippodromo Principe di Piemonte, servivano a verificare sul campo, attraverso un iter complesso e completo, la bontà delle scelte allevatoriali. Queste gare vennero espletate dal 1929 al 1952.
Diventa essenziale il riproduttore da utilizzare.
Lo stallone orientale proveniva da zone a vasta cultura equina come l'Arabia, la Siria, l'Egitto, la Persia . Questi soggetti non avevano padri e madri contaminati da sangue inglese.
Il puro sangue inglese invece deve le sue fortune ad un certo Mr. Weatherby che, intorno alla metà del 1700, scrive il suo famoso libro della genealogia, andando indietro nel tempo sino alle fattrici del Marchese di Mantova e della Duchessa di Torino.
Nella breve disamina della nascita del puro sangue inglese non si può ignorare la funzione del napoletano Prospero D'Osma, a cui fu affidato l'allevamento della Regina Elisabetta che versava in condizioni pietose. L'allevamento è ancora operativo ad Hampton Court, dopo 500 anni dall'intervento del Prospero D'Osma. Questo libro contiene i nomi di cento fattrici e di tre stalloni.
L'operatività di Persano è costituita da dirigenza militare, ufficiali di cavalleria e veterinari e una maestranza di circa 200 persone che nei mesi delle semine e della raccolta raggiunge anche le 500 unità.
I terreni a disposizione sono circa 3500 ettari.
L'altimetria è alquanto movimentata, riscontrandosi collinette e profondi valloni, degradanti verso i due fiumi Sele e Calore.
La zona adiacente ai fiumi è formata da bosco di alto fusto con la presenza del pioppo, dell' olmo, nonché della quercia , del rovere e del cerro.
Anche se l'allevamento del cavallo catalizzava le migliori energie, non si può ignorare la presenza della mucca podolica, animale poderoso destinato ai lavori dei campi ed alla fornitura di latte e derivati. Viveva e prosperava in simbiosi con il cavallo, connotandosi nella realtà sociale come fattore importante nella realizzazione di posti di lavoro. Generazioni di uomini calavano dai paesi circostanti, Altavilla Silentina, Serre, Albanella, Capaccio Pestum, i così chiamati “gualani”, cha avevano in custodia questo animale.
Ancora oggi sono visibili, dopo 50 anni dalla chiusura delle attività, nel complesso allora chiamato “vaccheria” i due silos e il capannone capace di contenere centinaia di animali, e la pila dell'acqua profonda e lunga per abbeverarli, quasi intatti a testimoniare una stagione della vita lunga e laboriosa che chiede, in nome della storia e del Meridione ,il recupero della razza che è in via di estinzione, per riabituarci all'uso della sua carne e del suo latte, anche se di minore resa quantitativa.
E' la dimostrazione positiva della civiltà contadina, che è un valore assoluto da non disperdere, anzi da sostenere.
L'allevamento del cavallo a Sud di Salerno cresceva e prosperava. Le migliori linee femminili, confortate anche dai risultati delle prove funzionali, venivano accostate ai p.s.i. erariali. Da qui Veronica, Dalila, Zagora madri dei superlativi Merano, Posillio, Pagoro, saltatori internazionali, vincitori di Olimpiadi e Coppa del mondo. Merano e Posillipo nascono sui terreni di Pontecagnano in provincia di Salerno di proprietà dei nobili Morese dal p.s.i. Ugolino da Siena. Pagoro dal p.s.i. Grazzano. Entrambi i p.s.i. appartengono alla famiglia del grande Teddy, uno dei più grandi razzatori di inizio secolo.
Il ridimensionamento dell'apparato allevatoriale avviene negli anni '50 con l'emanazione della legge di riforma agraria che porta come conseguenza la soppressione di alcuni centri e la nascita di Istituti di incremento ippico, al posto dei depositi stalloni. Persano diventa una sezione di posto raccolta quadrupedi, conservando un nucleo di fattrici selezionate fondamentalmente provenienti dall'antica razza Persano, con quattro stalloni. Relio, meticcio anglo orientale nato a Persano nel 1946, grigio come tutti i suoi antenati padri ad iniziare da Dsinghiscan, arabo ungherese di Babolna.
Sonetto, p.s.i. Sauro, di notevole mole, la cui famiglia di appartenenza ha dato numerosi rappresentanti nella pratica dell'incrocio per il cavallo sportivo. Sopratutto Erone, stallone sauro nato nel 1956 da Orona, madre molto qualitativa, nata nel 1943.
Ben comportatasi nelle prove funzionali del 1947 a Persano, fu scelta per partecipare al Criterium dei 5 anni a Roma. Vinse il 1° premio e fu impiegata come fattrice. Dall'incontro con Sonetto nacquero nel 1956 e 1958 Erone e Girona e nel 1957 Fiorona accoppiata con Monferrino, un' altro p.s.i. funzionante a Persano.
Da Relio a Talsazia nasce nel 1959 Icaro, grigio 1,67 con 22 cm. di stinco.
Talsazia baia, nata nel 1948 è figlia di Genzano, grigio da Baby Lon, stallone che a Persano ha procreato per circa 20 anni, servendo anche gli allevamenti privati.
Saadi, puro sangue arabo, operativo per pochi anni a Persano, accoppiato alle migliori linee, è presente nel pedigree di alcuni soggetti che sono attualmente tra i rappresentanti che caparbiamente difendono i valori di razza.
Con ciò affermiamo che la fattrice Persano ha nel suo patrimonio genetico la predisposizione all'esaltazione di qualità fenotipiche quali: una solida struttura scheletrica, un'indole molto docile, groppa larga, torace profondo e partecipazione attiva a prove funzionali e attitudinali.
Gli stalloni invece mostrano ampia cavalcabilità, treni anteriori e posteriori poderosi, vivacità, tendini distaccati e resistenti, linea atletica.
Quando si ventilò l'ipotesi, da parte della dirigenza militare, di trasferire la Real Razza presso il Centro Quadrupedi di Grosseto, la risposta da parte del personale dipendente fu un no netto e preciso, motivandolo con una ragione che nel corso degli anni si è rivelata esatta. Nel giro di poco tempo la razza sarebbe sparita,poiché non adatta a sopportare il clima avverso di quella parte della Maremma Toscana.
In seguito il provvedimento del ministro della Difesa Tannasi che trasferiva tutta la forza a Grosseto, si concretizzò il 30 settembre 1972, data in cui l'ultimo convoglio lascia i cancelli della tenuta, senza più farvi ritorno.
Al primo impatto ambientale alcune fattrici morirono, altre si ammalarono, altre ancora non riuscirono più a produrre nel loro normale standard, con i puledri che presentavano difetti e tare irreversibili.
Il Principe Alduinio Ventimiglia Lascaris Di Monteforte, nei sui terreni di Sicilia e in Toscana, alleva soggetti importanti delle migliori famiglie, le più antiche e prestigiose, di questa razza. Attraverso l’accorto meticciamento rinnova di anno in anno le caratteristiche del persano . Pur in presenza di un numero non grande si può dire che la razza è in via di recupero. Ma l’obiettivo più forte, più impegnativo che le migliori energie del salernitano si sono date riguarda il ritorno della mandria nei luoghi di origine, con lo scopo di favorire anche occasioni di riscatto sociale alle nostre popolazioni.
Antonino Gallotta
Presidente associazione
“Persano nel cuore"
LA SUA STORIA E IL SUO AMBIENTE
La pianura che si estende tra la riva sinistra del fiume Sele e la destra del fiume Calore, sino a lambire le falde dei monti Alburni, in provincia di Salerno, era una colonia Romana . Essa corrispone al territorio di cui parla Virgilio nel III libro delle Georgiche:
Est lucos silari circa ilicibusque virentum Plurimus
Alburnum volitans, cui nomen asilo Romanum est,
oestrum grai vertere vocantes .
Le vicende storiche, a partire dal 273 A.C., quando questo territorio divenne ager publicus, ci portano a comprendere il percorso che, iniziato con Persio, di cui probabilmente il nome Persano, arriva agli inizi del 18° secolo, quando Carlo III di Borbone s’invaghì della vasta tenuta e la barattò cedendo a Giuseppe De Rossi la baronia di Casal di Principe.
In tal modo, si era nel 1758, il feudo di Persano entrò a pieno titolo fra i beni personali dei Re Borbone.
Il feudo di Persano era allora diviso in tre parti
Terzo del Casino, comprendente la Ionta, corrispondente a quello che è oggi il civilissimo borgo di S. Cesario;
Terzo di S. Lazzaro, è l’attuale Baraccamento comprendente il Tempone e lo Spineto.
Terzo di mezzo, nucleo centrale del territorio compreso tra la Ionta e Baraccamento, ove è il Palazzo Reale.
Carlo III di Borbone dette immediatamente inizio alla ricostruzione della Casina di caccia, secondo pianta e relazione dell’Ingegnere militare Juan Domingo Pianz.
Nei momenti di difficoltà fu chiamato il Vanvitelli per ovviare ad alcuni dissesti statici avvenuti durante i lavori di costruzione del cortile. Si evince chiaramente che l’intervento di Luigi Vanvitelli fu certamente decisivo nel portare a termine l’opera completa, data l’osservazione della realizzazione architettonica che presenta analogie estetiche comparabili con la Reggia di Portici e la Reggia di Caserta .
L’edificio ha pianta quadrangolare e ha al centro un ampio cortile, circondato da un porticato continuo, intervallato da robusti pilastri. Nella parte opposta all’ingresso principale, di là dal cortile, vi è ancora la cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. Essa è a navata unica; dal palco si affacciavano i sovrani, quando assistevano alla S. Messa.
All’interno della Chiesa ai lati ci sono ancora i quadri dipinti a Napoli da pittori della scuola di Posillipo.
Dopo il posto di guardia giurata, a destra, uno scalone monumentale conduceva agli appartamenti reali.
Alla fine dello scalone era stata sistemata, realizzata dal Canova, una cagna mastino con due diamanti incastonati al posto degli occhi.
La facciata posteriore, da cui emerge il maestoso campanile della cappella, è meno visibile per la presenza di una grossa costruzione ad essa addossata, detta Quartiere, dove trovavano alloggio i dipendenti del Re.
Carlo III di Borbone diede inizio alle opere di disboscamento, alla costruzione di strade e del villaggio per il personale, avente come obiettivo principale l’allevamento del cavallo .
I Borbone allevavano giumente anche a Carditello in provincia di Caserta e a Ficuzza, in Sicilia.
Nel 1741, in seguito alla firma di un trattato di pace e di commercio tra il Regno delle due Sicilie e l’Impero Ottomano, l’ambasciatore Turco Efendi in missione a Napoli portò al re come dono del Sultano, quattro stalloni di bellezza esotica in seguito a Persano razzatori per lungo tempo.
I Borbone fecero venire dalla Spagna riproduttori spagnoli che apportarono alla mandria regalità e andature di classe.
La Regia Razza assurse a grande rinomanza e molti furono i riproduttori che rinsanguarono le mandrie europee, in particolare Austria e Germania. Le caratteristiche del cavallo tipo erano così descritte: testa altera e quadrata, carica di ganasce, taglia non molto elevata, arti robusti, andatura rilevata.
Era evidente la volontà positiva dei Sovrani congiunta all’efficienza e competenza del personale, come si nota in una corrispondenza tra Ferdinando IV e L’Ammiraglio Acton:
“ Quella porzione del reggimento di Napoli che in diversi luoghi ho veduta, mi è piaciuta molto, così per i cavalli, come per la gente e la loro pulizia” (Archivio Stato Napoli – Sommaria). Altre corrispondenze furono una costante nel rapporto economico che veniva stilato nella corretta gestione amministrativa del sito reale.
Infatti: “ Rimetto nella Real Casa dell'amministrazione qui annessa una cambiale di ducati 100 a vista a firma di questo Don Gaetano Balestrino, sopra il duca di Miranda, affinché ella ne faccia l'incasso, per darne regolare conto, essendo detta somma proveniente dalla vendita di polledro sauro della Reale Razza di Persano”.
Palermo, 12 Aprile 1801
Trasmesso al Sig. Duca di Cannalonga – Napoli
Giovanni Tomai Segretario
(A.S.N.)
La giumente, che pascolavano libere insieme ai bovini e alle pecore, appartenevano un tempo al Principe di Torella, che aveva la sede principale in Basilicata.
La mandria era a forte connotazione arabo-berbera. Si preferivano gli accoppiamenti tra soggetti avente lo stesso mantello. I soggetti migliori venivano marcati con due corone al collo, e a volte riportavano anche l'anno di nascita.
Tale è l'archivio di stato di Napoli, fascicolo 137 “ E per me li suddetti ducati 70 li pagherete al signor Saverio Guarini, intendente del Real Sito di Carditello. Dite sono per lo intero prezzo di un cavallo a me venduto dalla Real Razza di Persano, marcato con due corone al collo e anno 1797, di manto storno, alto palmi 5 e ¾, di anni 4 in 5.
Firma
Napoli dicembre 1801 Salvatore Papale
Allo scoccare dell'Unità d'Italia, con la sconfitta militare dei Borbone, anno 1860 la mandria di Persano è rinomata in tutta Europa. Se ne avvantaggiano anche allevatori del circondario che nel frattempo avevano dato vita a consistenti nuclei di fattrici, immettendo gradualmente anche il riproduttore di puro sangue inglese.
Nel 1860 la gestione del Persano passò al Ministero della guerra con l'intento di produrre soggetti per rifornire i reggimenti di cavalleria.
Ma nel 1874 il Ministro Cesare Ricotti con un decreto sancì la soppressione della Real Razza.
La produzione migliore fu acquistata dagli allevatori più accorti.
Persano diventa un Centro Deposito Cavalli.
E’ col decreto n. 211 del 14 novembre del 1900 che il governo dell'epoca “ricostruisce la razza, con l'obbiettivo di riaffermare un ben determinato tipo di cavallo da sella per la truppa e di diffonderlo nelle razze private, offrendo agli allevatori a buone condizioni sia stalloni che fattrici con i prodotti che si otterranno “.
Furono ritrovate sopratutto con i dati segnaletici dei certificati di origine, presso le caserme di cavalleria , presso gli allevamenti dei dintorni, in Sardegna, in Sicilia e presso l'allevamento di S. Rossore le figlie delle cavalle di razza Persano, disperse nel 1874.
Si riparte con questo nucleo fattrici:
n. 61 indigene
n. 3 puro sangue arabo
n. 8 provenienti da S. Rossore (Ex razza Persano)
n. 10 Irlandesi
n. 3 Ungheresi
n. 15 Meticce anglo orientali
Il riproduttore è orientale, ma incomincia a farsi strada prepotentemente il puro sangue inglese. Si affacciano nel panorama ippico della piana di Salerno, i puro sangue inglese My First, Baccelliere, Baby Lon.
Persano preferisce la tecnica del meticciamento, pur mantenendo un limitato numero di fattrici a disposizione del puro sangue inglese.
Le prove funzionali che si tenevano tutti gli anni, generalmente nei mesi di maggio e ottobre , a Persano presso l'ippodromo Principe di Piemonte, servivano a verificare sul campo, attraverso un iter complesso e completo, la bontà delle scelte allevatoriali. Queste gare vennero espletate dal 1929 al 1952.
Diventa essenziale il riproduttore da utilizzare.
Lo stallone orientale proveniva da zone a vasta cultura equina come l'Arabia, la Siria, l'Egitto, la Persia . Questi soggetti non avevano padri e madri contaminati da sangue inglese.
Il puro sangue inglese invece deve le sue fortune ad un certo Mr. Weatherby che, intorno alla metà del 1700, scrive il suo famoso libro della genealogia, andando indietro nel tempo sino alle fattrici del Marchese di Mantova e della Duchessa di Torino.
Nella breve disamina della nascita del puro sangue inglese non si può ignorare la funzione del napoletano Prospero D'Osma, a cui fu affidato l'allevamento della Regina Elisabetta che versava in condizioni pietose. L'allevamento è ancora operativo ad Hampton Court, dopo 500 anni dall'intervento del Prospero D'Osma. Questo libro contiene i nomi di cento fattrici e di tre stalloni.
L'operatività di Persano è costituita da dirigenza militare, ufficiali di cavalleria e veterinari e una maestranza di circa 200 persone che nei mesi delle semine e della raccolta raggiunge anche le 500 unità.
I terreni a disposizione sono circa 3500 ettari.
L'altimetria è alquanto movimentata, riscontrandosi collinette e profondi valloni, degradanti verso i due fiumi Sele e Calore.
La zona adiacente ai fiumi è formata da bosco di alto fusto con la presenza del pioppo, dell' olmo, nonché della quercia , del rovere e del cerro.
Anche se l'allevamento del cavallo catalizzava le migliori energie, non si può ignorare la presenza della mucca podolica, animale poderoso destinato ai lavori dei campi ed alla fornitura di latte e derivati. Viveva e prosperava in simbiosi con il cavallo, connotandosi nella realtà sociale come fattore importante nella realizzazione di posti di lavoro. Generazioni di uomini calavano dai paesi circostanti, Altavilla Silentina, Serre, Albanella, Capaccio Pestum, i così chiamati “gualani”, cha avevano in custodia questo animale.
Ancora oggi sono visibili, dopo 50 anni dalla chiusura delle attività, nel complesso allora chiamato “vaccheria” i due silos e il capannone capace di contenere centinaia di animali, e la pila dell'acqua profonda e lunga per abbeverarli, quasi intatti a testimoniare una stagione della vita lunga e laboriosa che chiede, in nome della storia e del Meridione ,il recupero della razza che è in via di estinzione, per riabituarci all'uso della sua carne e del suo latte, anche se di minore resa quantitativa.
E' la dimostrazione positiva della civiltà contadina, che è un valore assoluto da non disperdere, anzi da sostenere.
L'allevamento del cavallo a Sud di Salerno cresceva e prosperava. Le migliori linee femminili, confortate anche dai risultati delle prove funzionali, venivano accostate ai p.s.i. erariali. Da qui Veronica, Dalila, Zagora madri dei superlativi Merano, Posillio, Pagoro, saltatori internazionali, vincitori di Olimpiadi e Coppa del mondo. Merano e Posillipo nascono sui terreni di Pontecagnano in provincia di Salerno di proprietà dei nobili Morese dal p.s.i. Ugolino da Siena. Pagoro dal p.s.i. Grazzano. Entrambi i p.s.i. appartengono alla famiglia del grande Teddy, uno dei più grandi razzatori di inizio secolo.
Il ridimensionamento dell'apparato allevatoriale avviene negli anni '50 con l'emanazione della legge di riforma agraria che porta come conseguenza la soppressione di alcuni centri e la nascita di Istituti di incremento ippico, al posto dei depositi stalloni. Persano diventa una sezione di posto raccolta quadrupedi, conservando un nucleo di fattrici selezionate fondamentalmente provenienti dall'antica razza Persano, con quattro stalloni. Relio, meticcio anglo orientale nato a Persano nel 1946, grigio come tutti i suoi antenati padri ad iniziare da Dsinghiscan, arabo ungherese di Babolna.
Sonetto, p.s.i. Sauro, di notevole mole, la cui famiglia di appartenenza ha dato numerosi rappresentanti nella pratica dell'incrocio per il cavallo sportivo. Sopratutto Erone, stallone sauro nato nel 1956 da Orona, madre molto qualitativa, nata nel 1943.
Ben comportatasi nelle prove funzionali del 1947 a Persano, fu scelta per partecipare al Criterium dei 5 anni a Roma. Vinse il 1° premio e fu impiegata come fattrice. Dall'incontro con Sonetto nacquero nel 1956 e 1958 Erone e Girona e nel 1957 Fiorona accoppiata con Monferrino, un' altro p.s.i. funzionante a Persano.
Da Relio a Talsazia nasce nel 1959 Icaro, grigio 1,67 con 22 cm. di stinco.
Talsazia baia, nata nel 1948 è figlia di Genzano, grigio da Baby Lon, stallone che a Persano ha procreato per circa 20 anni, servendo anche gli allevamenti privati.
Saadi, puro sangue arabo, operativo per pochi anni a Persano, accoppiato alle migliori linee, è presente nel pedigree di alcuni soggetti che sono attualmente tra i rappresentanti che caparbiamente difendono i valori di razza.
Con ciò affermiamo che la fattrice Persano ha nel suo patrimonio genetico la predisposizione all'esaltazione di qualità fenotipiche quali: una solida struttura scheletrica, un'indole molto docile, groppa larga, torace profondo e partecipazione attiva a prove funzionali e attitudinali.
Gli stalloni invece mostrano ampia cavalcabilità, treni anteriori e posteriori poderosi, vivacità, tendini distaccati e resistenti, linea atletica.
Quando si ventilò l'ipotesi, da parte della dirigenza militare, di trasferire la Real Razza presso il Centro Quadrupedi di Grosseto, la risposta da parte del personale dipendente fu un no netto e preciso, motivandolo con una ragione che nel corso degli anni si è rivelata esatta. Nel giro di poco tempo la razza sarebbe sparita,poiché non adatta a sopportare il clima avverso di quella parte della Maremma Toscana.
In seguito il provvedimento del ministro della Difesa Tannasi che trasferiva tutta la forza a Grosseto, si concretizzò il 30 settembre 1972, data in cui l'ultimo convoglio lascia i cancelli della tenuta, senza più farvi ritorno.
Al primo impatto ambientale alcune fattrici morirono, altre si ammalarono, altre ancora non riuscirono più a produrre nel loro normale standard, con i puledri che presentavano difetti e tare irreversibili.
Il Principe Alduinio Ventimiglia Lascaris Di Monteforte, nei sui terreni di Sicilia e in Toscana, alleva soggetti importanti delle migliori famiglie, le più antiche e prestigiose, di questa razza. Attraverso l’accorto meticciamento rinnova di anno in anno le caratteristiche del persano . Pur in presenza di un numero non grande si può dire che la razza è in via di recupero. Ma l’obiettivo più forte, più impegnativo che le migliori energie del salernitano si sono date riguarda il ritorno della mandria nei luoghi di origine, con lo scopo di favorire anche occasioni di riscatto sociale alle nostre popolazioni.
Antonino Gallotta
Presidente associazione
“Persano nel cuore"
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